Guardandosi intorno nella sala Bausch del Teatro Elfo Puccini, si vedono molte donne e – fortunatamente – alcuni uomini; purtroppo però questa demografia non è rappresentata nel mondo al di fuori di quel teatro.
A misura d’uomo
Cinzia Spanò inizia il suo monologo Esagerate! accogliendo il suo pubblico con il femminile universale, in risposta al maschile utilizzato nei plurali misti, e prosegue esponendo numerosi dati inerenti alle differenze tra il genere maschile e femminile nella società.
Mentre alcuni aspetti della vita delle donne sono molto chiari a tutte perché vissuti, altri sono novità a cui non si era mai data attenzione. Si passa dal fenomeno del cat calling, al pay gap fino al fatto che la maggior parte degli strumenti quotidiani sono tarati «sull’uomo medio». Giancarlo, che può diventare all’occorrenza Gianstanco e altri, è la misura di tutte le cose e le donne devono accettare questa unità di misura fallace.
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Tra il serio e il faceto
Le tematiche affrontate da Spanò sono anche dolorose: la violenza di genere ed economica, la penuria di cure per le malattie femminili data dalla mancanza di studi sul corpo femminile, ma riesce comunque a mantenere un approccio ironico che non lascia spazio alla banalità.
L’ironia è forse l’àncora di salvezza contro lo sconforto più totale generato dalla consapevolezza della situazione femminile in Italia.
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«Esageranza»
Lo spettacolo si propone come un vero e proprio corso di “Esageranza“. Essere esagerate è per Cinzia Spanò una caratteristica ora più che mai necessaria per farsi sentire: le donne non devono più preoccuparsi di disturbare o di dover piacere a chi sta loro intorno.
Per ottenere diritti bisogna lottare, chiedere, protestare, manifestare. Per farlo però bisogna conoscere, vedere le trappole degli stereotipi e dei pregiudizi, anche quelli che abbiamo introiettato, e costruire alleanze. Se ad ogni lecita richiesta ci danno delle esagerate, allora esageriamo!
Dal comunicato stampa
L’attrice incita dunque all’unione, alla sorellanza contro il divide et impera dettato dal patriarcato.
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Non solo adattarsi, ma reagire
La bellezza della replica di giovedì 30 maggio è, sembra crudele a dirsi, il malfunzionamento del microfono. Esso, infatti, ha permesso che si manifestassero pienamente le abilità d’improvvisazione dell’attrice, capace di un’incredibile padronanza del discorso. Infatti, è evidente quanto la tematica le stia a cuore. Ovviamente è spesso così per gli spettacoli teatrali, ma qui si sfocia in un vero e proprio attivismo che utilizza la cultura come strumento per diffondere conoscenza. E si ringrazia Cinzia Spanò per questo.
Con un vero e proprio diploma in “esageranza” si esce dalla sala consapevoli di quanto l’unione possa fare la forza, e purtroppo, anche di quanto ancora ci sia da lavorare per un mondo a misura di donne.
ESAGERATE! – Più che un aggettivo un’esortazione
di e con Cinzia Spanò
al Teatro Elfo Puccini dal 27 al 31 maggio 2024
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