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Quantitative easing: l’ultima spiaggia

Mario Draghi, dopo diverse operazioni sui tassi di interesse e sui tassi relativi ai depositi bancari, sfodera la sua ultima arma. Ma che sarà mai, questo Quantitative Easing?

5 minuti di lettura
di Davide Cassese
«Mani in alto, questo è il Quantitative Easing!» I draghi, cavalcando l’onda della modernità, diventano tecnologici. Abbandonando l’ormai desueta abitudine di sprigionare fiamme dalla fauci lo faranno adottando le armi da fuoco, precisamente il Bazooka. L’attesissimo Quantitative Easing è arrivato ed è entrato sul palcoscenico economico europeo il 9 Marzo e prevederà un massiccio acquisto di titoli pubblici e privati per un valore pari a 1000 miliardi e più di euro, fin quando l’inflazione non avrà raggiunto un valore vicino al 2% – diktat prescrittoci, tra gli altri, dal Trattato di Maastricht. Mario Draghi, dopo diverse operazioni sui tassi di interesse e sui tassi relativi ai depositi bancari, sfodera la sua ultima arma. Ma che sarà mai, questo Quantiative Easing?  

E’ un progetto che prevede l’iniezione di liquidità nel sistema economico per contrastare la deflazione ( riduzione del prezzi ) che sta affliggendo l’area euro. La BCE, acquistando titoli pubblici e privati, permetterà alle banche, detentrici di titoli, di avere a disposizione denaro da prestare agli attori economici (imprese e consumatori) per far ripartire la macchina economica e dare uno scossone al nostro sistema, ormai stagnante. L’acquisto dei titoli avverrà in base alle quote che i singoli stati membri detengono nel capitale della BCE e prevede che l’80% del rischio sia messo in capo alle banche nazionali e il restante 20% alla BCE.

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Coerentemente con la discesa dei prezzi del petrolio – che arreca vantaggi ai consumatori in termini di minori costi delle bollette e della benzina -, un euro più debole rispetto al dollaro determinerebbe un aumento delle esportazioni e la possibilità, per l’economia italiana, di essere più competitiva, migliorando anche la Bilancia dei pagamenti. Inoltre i tassi di interesse sui titoli di Stato e anche quelli sui mutui si ridurrebbero creando uno stimolo e favorendo una iniziale ripresa. Anche per i debitori (compreso lo stato) ci sono buone notizie: il valore reale dei debiti verrebbe eroso da un ipotetico aumento dei prezzi e quindi ci sarebbe una migliore condizione per i debitori a danno, ahimè, dei creditori. Non è da escludere che investitori stranieri, spinti dall’indebolimento dell’euro e dalla riduzione dei tassi, investano in Italia aumentando il clima di fiducia e credibilità del nostro paese. Ovviamente, così raccontata, questa operazione sembrerebbe rimandare alla discesa dello Spirito Santo sulla terra. Non poche sono le domande sull’effettiva riscontrabilità dei risultati, specie nel breve termine. Una è la seguente: siamo sicuri che il denaro che giunge alle banche venga effettivamente immesso nel sistema e che quei soldi non vengano utilizzati dalla banche per risanare i loro bilanci o per fare altre attività, di fatto contraddicendo le buone intenzioni della BCE? Non esiste, da ciò che si apprende, un obbligo delle banche a concedere quel denaro all’economia reale. E’ evidente, tra l’altro, che i risultati del cosiddetto “Bazooka” non saranno riscontrabili nell’immediato e non potranno adeguatamente materializzarsi senza l’iniziativa dei governi degli stati membri dell’Unione. Uno dei motivi che ha indotto la BCE a ritardare tale mossa, oltre alle resistenze della “Germerkel” che fa scongiuri e sedute spiritiche pur di scacciare lo spettro dell’inflazione, era proprio la paura che gli stati credessero di essere esenti dal porre in essere iniziative legislative – le famose riforme strutturali – che, parallelamente al Quantitative Easing, migliorassero la situazione interna, cullandosi sull’azione della BCE. Una curiosità, in vista anche delle novità governative della Grecia, riguarda l’atteggiamento di Draghi nei confronti dei titoli greci. Questi non saranno oggetto di acquisto poiché sono catalogati dalle agenzie di rating come junk bond, cioè come titoli spazzatura. In compenso, però, coerentemente con gli accordi presi con la Grecia, la BCE ha allargato le linee di liquidità di emergenza, tanto da far dire a Draghi che la BCE si comporta come se fosse la Banca Centrale Greca, visti gli aiuti concessi – che rappresentano quasi il 70 % del Pil greco. Ai posteri l’ardua sentenza, ma meglio draghi muniti di bazooka che cavalli di Troika.


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Davide Cassese.

Redazione

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2 Comments

  1. […] Come per ogni medicinale che si rispetti, non si possono non considerare i possibili effetti collaterali che può sortire sul paziente. In questo caso il medicinale è il quantitative easing e il paziente è l’Area euro, depressa e in deflazione. L’unico medicinale che si poteva prescrivere e adoperare per rimettere in salute il paziente era il Quantitative easing, cioè un’operazione di mercato aperto con la quale la Banca Centrale Europea acquista titoli dalle banche statali creando base monetaria – il funzionamento lo abbiamo spiegato qui. […]

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