Finalmente ci siamo: la campagna elettorale più lunga e brutta della storia dell’Italia repubblicana è giunta al termine. Domenica 4 dicembre saremo chiamati alle urne per esprimerci sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi, approvata in via definitiva dal Parlamento il 15 aprile scorso ma che per entrare in vigore, non avendo raggiunto la maggioranza qualificata dei 2/3, dovrà essere approvata dal 50%+1 degli italiani (senza quorum).
Nelle ultime settimane il nostro giornale ha dato spazio ai sostenitori di entrambi gli schieramenti in campo (il Sì di chi vuole approvare la riforma, il No di chi vuole respingerla). Lo abbiamo fatto perché crediamo che chi ha l’onere-onore di fare informazione – anche in una piccola realtà e “di settore” come la nostra – debba innanzitutto cercare di fare chiarezza fornendo ai lettori degli strumenti con cui interpretare quello che accade. Per questo non ci siamo schierati e abbiamo preferito dare voce a entrambe le campane.
Alla vigilia del voto allora riproponiamo qui di seguito tutti gli articoli che abbiamo dedicato a questo importante referendum. Un piccolo ripasso per chi ha già preso una decisione, qualche spunto di riflessione in più per chi deve ancora decidere.
La riforma costituzionale spiegata per filo e per segno
Manca poco più di un mese all’attesa data del 4 dicembre, quando gli italiani saranno chiamati alle urne in occasione del referendum per decidere se approvare o respingere la riforma costituzionale Renzi-Boschi.
La riforma è al centro del dibattito pubblico ormai da mesi, ma spesso ci si dimentica di trattare il merito del provvedimento su cui si voterà. Abbiamo così deciso di rimediare, proponendo ai nostri lettori un utile vademecum per prepararsi al meglio all’appuntamento referendario.
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Referendum costituzionale: perché bisogna votare Sì
In queste settimane stiamo assistendo al rush finale della lunga campagna referendaria che ha avuto come protagonisti il fronte del Sì e quello del No. Entrambe le parti il più delle volte si son dimostrate tifoserie, puntando molto sugli slogan e senza entrare mai veramente nel merito della riforma. Oggi proviamo a vedere le ragioni di chi ha deciso di votare Sì.
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Referendum costituzionale: perché bisogna votare No
In queste settimane stiamo assistendo al rush finale della lunga campagna referendaria che ha avuto come protagonisti il fronte del Sì e quello del No. Entrambe le parti il più delle volte si son dimostrate tifoserie, puntando molto sugli slogan e senza entrare mai veramente nel merito della riforma. Oggi proviamo a vedere le ragioni di chi ha deciso di votare No.
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Referendum, le ragioni del No: intervista a Salvatore Settis
Salvatore Settis, archeologo e storico dell’arte, ex direttore della Scuola Normale di Pisa, è ormai da tempo uno dei protagonisti più importanti della campagna referendaria. Settis ha manifestato molti dubbi sulla riforma costituzionale che i cittadini italiani saranno chiamati a approvare o respingere il prossimo 4 dicembre. Lo abbiamo incontrato e ci siamo fatti spiegare perché ha deciso di sostenere il No.
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Referendum, le ragioni del Sì: intervista a Stefano Boeri
Stefano Boeri, urbanista, architetto – autore del Bosco verticale, famoso in tutto il mondo – e docente al Politecnico di Milano, da sempre attivo nella politica meneghina (è stato assessore alla Cultura con Pisapia) si è recentemente schierato a sostegno del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Abbiamo deciso allora di intervistarlo facendoci raccontare le ragioni del suo Sì.
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Referendum, le ragioni del No: intervista a Marco Travaglio
Marco Travaglio, firma di spicco del giornalismo italiano, direttore de Il Fatto Quotidiano, è da lungo tempo impegnato nella battaglia in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre. Il rischio di una degenerazione maggioritaria con eccessivi poteri all’esecutivo è, secondo il giornalista, molto evidente nella riforma costituzionale. Abbiamo incontrato Travaglio e ci siamo fatti spiegare più nel dettaglio le sue ragioni del No.
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Referendum, le ragioni del Sì: intervista a Andrea Romano
Andrea Romano, storico e deputato, già ricercatore per la Fondazione Istituto Gramsci e responsabile della saggistica di Giulio Einaudi Editore, è da più di un anno condirettore de l’Unità, insieme a Sergio Staino. Più volte distintosi come sostenitore della riforma costituzionale, Romano ha cercato di inserire sempre il testo proposto nel contesto storico più ampio cui appartiene. Protagonista di numerosi scambi d’opinione televisivi, è stato uno dei più infaticabili promotori del Sì.
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