L’Inghilterra è dilaniata da conflitti, il sangue sassone ribolle d’odio per gli usurpatori normanni, e il ruggito di Riccardo Cuor di Leone riecheggia flebile e stanco fra le mistiche fronde delle querce. Proprio in questo scenario lontano e suggestivo si svolgono le vicende del prode Wilfred di Ivanhoe, nato dall’incomparabile penna di Sir Walter Scott.
Cavaliere diseredato, crociato ed eroe, questo personaggio segna l’origine della lunga e fortunata tradizione del romanzo storico. Tornei, duelli e complotti possono essere definiti come i veri protagonisti della storia, ma vi sono due figure che in questo verdeggiante palcoscenico si ergono, nella loro grandezza, su tutte le altre: quelle di Rowena e Rebecca, eroine romantiche per eccellenza. Esse non impugnano spade, non hanno faretre sul dorso né archi con cui scoccare frecce, ma posseggono le armi di tutti i grandi eroi romantici: i sentimenti.
Lady Rowena: nostalgia per la gloria perduta
Ultima discendente di una nobile dinastia, Lady Rowena è il baluardo dell’antica dignità sassone, l’ultima speranza di un popolo troppo fiero per arrendersi, la donna attraverso le cui nozze si unificheranno gli ultimi casati. Fanciulla di straordinaria bellezza, venerata da molti e da altrettanti desiderata, è colei che ruberà il cuore di Ivanhoe.
“Era di proporzioni perfette e di statura alta ma non tanto da farla apparire al di fuori della norma. La sua carnagione era chiara, ma la forma della testa e i lineamenti erano tali da escludere quell’aria un po’ insulsa che talvolta si accompagna alle bellezze diafane. I suoi limpidi occhi azzurri sembravano capaci tanto di eccitare quanto di commuovere, di comandare e anche di supplicare. I capelli, ornati di gemme erano d’un colore fra il castano e il biondo e pettinati in modo fantasioso e aggraziato”.
Il suo aspetto è l’emblema della perfezione fisica secondo i canoni estetici medievali, è una bellezza pura e nobile, degna di Frige, la dea dell’amore. È quindi evidente che tutto in lei emana un profondo senso di nostalgia per la gloria di un popolo e di un tempo perduti, per la grandezza e la forza di una storia dimenticata. Il suo stesso carattere sembra essere stato plasmato da quel sangue blu che scorre denso nelle sue fiere vene sassoni. “Se la gentilezza era la sua espressione più naturale, era evidente che il costante esercizio dell’autorità aveva dato alla signora sassone un temperamento altero”.
Amante devota, donna forte, austera e piena di dignità, Rowena è il delicato fiore del romanticismo medievale, incarnazione dei grandi sentimenti ottocenteschi, immortale inno alla bellezza e all’amore. Simbolo del carisma e della forza dell’io è invece Rebecca, “la bella ebrea”.
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Rebecca: orgoglio e intelligenza
“Timida mesta e appassionata allo stesso tempo. Il disprezzo, le persecuzioni della rozza cristianità medievale non deprimono, bensì esaltano in Rebecca l’orgoglio, che solo in un’innata mitezza e una grazia quasi ombrosa temperano in una compostezza pacata e armoniosa. Sfortunata e infelice, è superiore alla sua sfortuna”.
Figlia di un usuraio ebreo, Rebecca è un personaggio con un forte impatto emotivo. Esperta nelle arti curative, generosa gentile e colta, sarà in grado non solo di far crollare i pregiudizi, all’epoca aspri e crudeli, nei confronti del suo popolo, ma intenerirà il cuore di un crociato e conquisterà quello di un templare. La sua bellezza, quasi leggendaria, sarà presentata ai posteri con il volto della magnifica Elizabeth Taylor.
“Le sue forme erano squisitamente simmetriche, ed erano messe in risalto da una sorta di costume orientale che ella indossava secondo la moda delle donne del suo paese. Il turbante di seta gialla ben si intonava alla sua carnagione olivastra. Gli occhi brillanti, le sopracciglia superbamente arcuate, il naso aquilino e ben disegnato, i denti bianchi come perle, le folte trecce nere che, avvolte in piccole spirali di riccioli, scendevano su un corpo delizioso”.
Rebecca è l’ideale romantico della dignità e dell’orgoglio, è una donna che non si arrende al suo destino, che difende il suo onore con ogni mezzo possibile. Rapita, processata come strega e schernita dall’ignoranza sovrana della sua epoca, Rebecca conserverà la sua bontà e la sua forza scegliendo di dedicare, al termine delle sue disavventure, la sua vita e il suo amore agli altri.
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Queste due donne, così diverse, unite dall’amore per Ivanhoe, rovesceranno il mito del cavaliere e della fanciulla in difficoltà, poiché saranno loro a combattere per l’uomo che amano. Sarà Rowena che per anni si opporrà a un matrimonio indesiderato serbando nel cuore il ricordo del suo amato compagno di giochi, sarà Rebecca a curargli le ferite, a rimanere al suo fianco a un passo dalla morte e sarà lei che, con grande coraggio, rinuncerà a lui.
Walter Scott ci ha offerto uno dei più bei romanzi della storia della letteratura. Con grande maestria ha fatto combattere Riccardo Cuor di Leone al fianco di Robin Hood, e l’ha fatto azzuffare con Frate Tuck, ma soprattutto ci ha donato due splendidi personaggi femminili, emblema della rivoluzione romantica, due donne che hanno saputo lottare per se stesse e soprattutto contro i pregiudizi, due personaggi la cui grandezza è immortale.
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