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Start-Up: una mostra distopica per riflettere sulla tecnologia

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mostra caleidoscopio
Fueled Collective ©

Si è tenuta negli scorsi mesi alla Fueled Collective di New York un’esposizione molto particolare intitolata Start-Up.

L’impressione iniziale del visitatore è quella di entrare in un Apple Store, ma gli articoli “in vendita” sono bizzarri e distopici. L’idea è nata da Evan Desmond Yee, artista ventiquattrenne, che ha deciso di creare una mostra in grado di far riflettere sulla nostra percezione delle nuove tecnologie, ormai presenti nella vita di tutti i giorni.

I prodotti esposti vanno da #NoFilter e #Filters, diverse paia di occhiali stile Ray Ban con o senza lenti di vari colori, al Kaleidogram Pendan, un caleidoscopio da applicare alla fotocamera del cellulare, e l’ iFlip, una cover per il telefono contenente una clessidra la cui polvere proviene da cellulari distrutti. O anche Hello, una scultura molto alta che, con la voce di Siri, cerca di farci una terapia, e Chasing Eternity, composta invece da un’immagine rappresentante l’icona di caricamento del pc che continua a girare all’infinito.

mostra iphossil
Fueled Collective ©

Abbiamo poi iPhossil, composto da una colonna in cui è custodito un Iphone coperto di resina. Si tratta di un’opera aperta a più interpretazioni: può rappresentare gli anni prima e dopo l’Iphone, così come i giorni, le settimane o i mesi in cui si aspetta l’uscita di un nuovo modello. The App App poi è in contrasto con le applicazioni che ogni giorno utilizziamo: è una scultura di alluminio solida, pesante, che occupa molto spazio ma non serve a nulla, imitando la forma delle applicazioni per cellulare. Una contrapposizione su cui Evan Desmon Yee ha giocato spesso: le opere esposte sono prevalentemente in metallo, creando così un ironico contrasto coi prodotti Apple, solitamente sempre più leggeri di modello in modello.

Lo scopo – o forse uno dei tanti scopi, dato che le interpretazioni possono essere molteplici – dell’esposizione è quello di mostrarci la natura effimera della tecnologia a cui siamo tanto legati e come il progresso tecnologico potrà cambiare ulteriormente le nostre vite, forse in bene, o forse in male. La domanda fondamentale che Evan si pone è se la tecnologia stia veramente portando da qualche parte il genere umano o stia soltanto creando un “culto della distrazione” fine a se stesso.

Come ha spiegato l’artista, «Start-Up è una ricerca sull’idea che la popolazione ha del futuro. Penso che tutti siano di nuovo ottimisti, probabilmente grazie alle nuove tecnologie […] Ho dovuto fare molte ricerche su quali tecnologie sono nuove, quali vanno più di moda, quali stupide applicazioni la gente sta comprando ultimamente. È anche una satira verso me stesso come consumatore medio».

Pur non volendo fare ad ogni costo della critica sociale ed essendo più un esperimento di osservazione che di giudizio, la mostra trova le sue radici satiriche nei romanzi distopici Il mondo nuovo di Aldous Huxley e Piano Meccanico di  Kurt Vonnegut.

mostra caricamento
Fueled Collective ©