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Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione

Fino al 27 marzo 2022 al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano

6 minuti di lettura

Grandi protagonisti di Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione, in scena al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano fino al 27 marzo 2022, sono i dati, e non dati qualsiasi, bensì i risultati di numerose ricerche che hanno portato alla constatazione di quanto il nostro mondo stia andando verso l’estinzione. O meglio, di quanto noi stiamo andando verso l’estinzione.

La storia personale e collettiva

Ai fatti della ricerca si affianca la storia di Noemi (Esther Elisha), nella finzione drammaturga dello spettacolo che si andrà a rappresentare. Tra gli aneddoti di vita del personaggio principale e i dati reali della scienza, il pubblico è accompagnato in un percorso metateatrale verso la consapevolezza del vero e preoccupante stato in cui verte il mondo odierno. Partendo dalla nascita dell’universo, dando particolare attenzione alle cinque grandi estinzioni, la protagonista riflette su quanto tutto in natura sia in realtà collegato, e come i nostri antenati abbiano in realtà influito sulla nostra vita.

A tratti difficile da seguire per la grande quantità di testo, lo spettacolo diventa sempre più toccante per lo spettatore man mano che la storia di Noemi si avvicina alla Storia recente. Giustamente gli uomini sono influenzati più da qualcosa vicino a loro, sia geograficamente che cronologicamente; ecco allora che la drammaturga afferma che tutto è collegato, gli avvenimenti di milioni di anni fa hanno portato a quello che ora siamo e, a maggior ragione, ciò che facciamo ora avrà effetti importanti sul futuro.

Abbiamo quindi una responsabilità grande: far combaciare i tempi delle nostre vite, affamate di cibo e di energia, sulla scala di pochi decenni o secoli, con la cura di un futuro che non conosceremo, ma che sarà anche nostro erede. «In quei giorni, in quei giorni remoti, in quelle notti, in quelle notti lontane, in quegli anni, in quegli anni remoti».

Massimo Sandal, Deep time, dal programma di sala
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Dorothy, il dinosauro giocattolo della protagonista nella locandina dello spettacolo

Sustainable theatre?

Sicuramente l’elemento più affascinante della messa in scena di Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano è la produzione di luci e suoni, o meglio, è il metodo con cui si produce l’elettricità per alimentare luci e suoni. In media uno spettacolo consuma dai 30.000 ai 160.000 Watt, informa Noemi nelle prime battute del suo monologo, dunque si è deciso di illuminare questo spettacolo con la forza di quattro ciclisti su altrettante biciclette.

Il progetto Sustainable theatre? è un nato dall’incontro tra la regista britannica Katie Mitchell e il coreografo francese Jérôme Bel i quali hanno compiuto la scelta di non spostarsi più in aereo per ridurre il loro impatto ambientale. Il progetto si è poi ampliato in una rete di teatri che hanno deciso di aderire a questa iniziativa allestendo gli spettacoli di questo progetto nelle loro sedi sfruttando maestranze locali, cast inclusivi e fonti energetiche autonome e sostenibili, in questo caso le biciclette.

Morire o estinguersi

Nella sua semplicità, Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione non tralascia i grandi temi dell’esperienza umana, anzi, è proprio rinunciando alle grandi macchine, scenografie, musiche, ecc., che porta in scena nuda e cruda la realtà: tutti siamo collegati e tutti dovremo morire prima o poi.

Quello che la protagonista non vuole è l’estinzione, la quale significherebbe completamente chiudere l’esistenza di una specie, la completa scomparsa. La morte è la conclusione naturale dell’esistenza, ma chi muore non smette di esistere, andrà avanti a vivere attraverso i ricordi e le testimonianze della sua vita negli altri individui della sua specie. Chi o cosa si estingue non è potenzialmente mai esistito.
È toccante sentire verso gli ultimi momenti della messa in scena l’elenco degli animali e delle piante a rischio di estinzione oppure completamente estinti.

«Vi auguro una buona morte», dice Noemi al suo pubblico, fa sorridere come augurio, eppure porta in sé una grande speranza: morire senza estinguersi, lasciando una traccia che possa essere positiva per le generazioni a venire.


Uno spettacolo per chi vive in tempi di estinzione
dal 3 al 27 marzo 2022 al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano
testo di Miranda Rose Hall
concept di produzione e regia originale di Katie Mitchell
concept per l’Italia di lacasadargilla
regia Lisa Ferlazzo Natoli

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Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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