È il freddo inverno del 1934 quando l’allora venticinquenne Leone Ginzburg si sottrae, insieme ad altri docenti universitari, al giuramento di fedeltà al regime fascista: da questo suo gesto Ginzburg diventerà un militante della Resistenza, pagando la lealtà ai suoi ideali con l’arresto (1943) e una morte solitaria nel carcere di Regina Coeli nel Febbraio 1944, in seguito a torture e ad abusi. Antonio Scurati ripercorre la parabola della vita di questo integerrimo eroe ne Il tempo migliore della nostra vita (che gli è valso la vittoria del Premio Viareggio 2015, nonché la nomina al Premio Campiello 2015): egli si è sempre distinto, fin dalla giovinezza, per le sue qualità letterarie – ha, inoltre, collaborato con la moglie Natalia Ginzburg, Cesare Pavese e Giulio Einaudi nell’omonima casa editrice – e quelle morali, che non sono mai state piegate dall’oppressione del regime fascista.
Durante la sua lotta ha strenuamente partecipato a organizzazioni antifasciste e a iniziative culturali, senza mai diffidare del sincero valore della cultura come mezzo di trasmissione di equità, bontà e giustizia. A queste vicende di un personaggio storico, indagate con una documentazione precisa ed accurata degna di un’inchiesta giornalistica, Scurati intreccia quelle della sua famiglia: in quegli anni tumultuosi hanno, infatti, vissuto anche persone comuni, come i suoi nonni. Per rendere più reale e vicina la Storia, quella dell’Italia della dittatura il cui cielo era sempre in tumulto a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la penna dello scrittore rievoca tra la Milano dei sobborghi industrializzati e la Napoli con i vicoli scuri e pericolosi le esistenze umili di contadini, padri e madri coraggiosi, fino ad arrivare ai giorni nostri e a una sezione autobiografica.
Con una scrittura limpida, scorrevole e abile nel gestire un testo ibrido – che a tratti si presenta come una biografia, poi assume le vesti di una cronaca, ma che si può considerare anche come un racconto – Antonio Scurati riscopre la comunanza tra persone comuni e personaggi storici, ovvero l’aver vissuto il medesimo passato. La vita degli avi, viene dunque riportata da Scurati in parallelo a quella di Ginzburg, affinché si illuminino a vicenda, perché, secondo l’autore, l’unica possibilità che la memoria ha per sopravvivere è il racconto: la vita di un uomo comune e apparentemente insignificante dinnanzi alla storia deve essere narrata al fianco di quella di un personaggio come Leone Ginzburg, affinché la modestia dell’uno evidenzi la gloria dell’altro e viceversa, invitando il lettore a riflettere sugli eventi del suo passato.
Antonio Scurati, Il tempo migliore della nostra vita
Bompiani, 2015
267 pagine
Prezzo di copertina 15 €
Nicole Erbetti
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