fbpx

Una storia senza nome, senza tempo e senza finale

/
1 minuto di lettura

Roberto Andò torna nella sale con Una storia senza nome, film caratterizzato dalla perfetta alternanza di thriller e commedia, presentato fuori concorso nella Selezione Ufficiale del Festival di Venezia 75.

La storia prende spunto da uno dei più grandi e misteriosi furti d’arte del secolo scorso. Tra gli interpreti ci sono Micaela Ramazzati, Alessandro Gassmann, Renato Carpentieri, Laura Morante, Jerzy Skolimowski e Antonio Catania.

Una storia senza nome

Trama

Una storia senza nome inizia con Valeria (Micaela Ramazzati), una giovane segretaria di un produttore cinematografico che scrive, nascosta dietro l’anonimato, per il famoso sceneggiatore Alessandro (Alessandro Gassman).

Un giorno avviene l’incontro con un poliziotto in pensione (Renato Carpentieri) che decide di farle dono di una storia, che si rivela la perfetta trama di un film. Racconta gli avvenimenti accaduti a Palermo nel 1969 riguardanti il furto de La Natività di Caravaggio. Valeria si fa coinvolgere dalle sue ricerche che la trascinano in un vortice implacabile e pericoloso.

una storia senza nome

Palermo, 1969

Quello de La Natività è uno dei furti d’arte più famosi, non solo per la sua importanza, ma soprattutto per l’alone di mistero che lo circonda. Il fascino deriva dalle multiple versioni della storia raccontate da diverse parti in causa. L’esito ancor oggi rimane incerto e non si sa con esattezza cosa sia caduto a Palermo in quel famoso 1969.

Il problema non consiste solo nel conoscere la storia passata, ma anche di scoprire quella futura. Ma Valeria,  in quanto scrittrice, non può permettersi di lasciare la storia incompleta.

una storia senza nome

Storia tra finzione della realtà e realtà della finzione

Il cinema analizza la realtà come un commissario, usando se stesso come strumento investigativo.

In questa storia forti sono i richiami kiarostamiani. Per Kiarostami il cinema non è una semplice pellicola da guardare per il piacere di farlo, ma deve indurre lo spettatore a una riflessione che coinvolga la realtà stessa e la trascenda. E in questo film il cinema è in grado di creare un legame perfetto tra finzione e verità.

Leggi anche:
Immagina la vita: il cinema di Abbas Kiarostami

Silvia Gastaldo

Studentessa di storia, laureata in Management per i beni culturali e con un master in visual merchandising. Viaggi, libri, arte, cinema e moda sono le mie grandi passioni.
Sono sempre alla ricerca di nuove fonti d'ispirazione nel panorama artistico contemporaneo, spinta da un'inarrestabile curiosità.

Vivo tra Parigi e Venezia, e il mio cuore si divide tra una corsa in metro e un tramonto sulla laguna.

1 Comment

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.