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Uomini e topi
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«Uomini e Topi» di John Steinbeck: storia di un’amicizia

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5 minuti di lettura

Uomini e Topi è un romanzo breve dello scrittore statunitense John Steinbeck,vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1962.  Pubblicato nel 1937, Uomini e Topi è uno dei capisaldi della letteratura americana e mondiale ed è ancora oggi, insieme a Furore, l’opera di Steinbeck più venduta al mondo.

Un’amicizia complicata

California, anni ’30. George e Lennie sono due amici che lavorano insieme come braccianti passando di fattoria in fattoria. L’uno è minuto e intelligente, l’altro grande e grosso, ma stupido. Nonostante il ritardo mentale di Lennie che porta ai due solo guai, George si prende cura del suo amico e cerca di sistemare sempre la situazione, non senza lamentarsi:

«Santiddio! Se ero solo vivevo così bene! Potevo avere un lavoro e un impiego senza problemi. […] Sei buono solo a farmi tribolare su e giù per tutta la regione. E non è il peggio: è che crei problemi. Fai disastri e io devo tirartene fuori.»

Ad unirli in questa strana amicizia vi è un sogno comune: avere finalmente un giorno la loro fattoria. Ma la vita è dura per due poveri braccianti e il sogno è in realtà un miraggio che si allontana sempre più e scompare definitamente dopo una tragedia che li rovinerà per sempre.

La solitudine

I temi in questo romanzo sono molti: l’illusione del sogno americano, il razzismo dell’America del sud, una società crudele e scossa dalla Grande Depressione, e, soprattutto la solitudine.

Tutti i personaggi del libro sono soli: Candy, un vecchio senza mano che teme di essere soppresso come il suo povero cane ormai diventato inutile quanto lui,

«Mi licenzieranno presto, appena non sarò più in grado di spazzare i dormitori mi mandano a spasso».

Crooks uno stalliere di colore che viene evitato da tutti. Subisce gli sfoghi del suo padrone e vive da solo in una cuccetta in compagnia dei suoi libri:

«I libri non servono a niente. Un uomo ha bisogno…di qualcuno vicino» gemette. «Un uomo diventa pazzo se non ha nessuno. […] te lo dico io che a rimanere soli si finisce con l’impazzire».

La moglie di Curley è forse il personaggio più triste del romanzo. È una donna sola che cerca un qualunque tipo di dialogo e di contatto umano. Viene evitata da tutti perché moglie del rissoso figlio del capo e nessuno vuole passare dei guai. Intrappolata in un matrimonio senza amore, rimpiange un passato di speranza in cui sognava di diventare una diva del cinema.

«Mi sento sola […] Tu puoi parlare con la gente, ma io non posso parlare con nessuno all’infuori di Curley, altrimenti lui si infuria. Ti piacerebbe non parlare con nessuno?».

Personaggi simbolo di una società crudele ed egoista che discrimina vecchi, uomini di colore e donne. Vige la legge del più forte.

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Nessuna speranza

Solo George e Lennie sembrano scampare alla solitudine:

«I tipi come noi […] sono le persone più sole al mondo. […] Noi invece è diverso […] perché io ho te che mi stai dietro, e tu hai me per star dietro a te […]»

Per questo ilfinale del romanzo renderà tutto ancora più struggente. Ancora una volta l’uomodovrà piegarsi di fronte al suo destino e smettere di sognare.

Un capolavoro indiscusso quello di Steinbeck che con il suo stile fresco e scorrevole ci butta addosso tutta la pesantezza del mondo. Come un topo, l’uomo è destinato ad una vita di sofferenza dove i propri piani vanno in fumo e le scelte da prendere ti straziano l’anima.

Ed è così che uomini e topi si confondono. Come nella poesia di Robert Burns, da cui lo scrittore prende ispirazione per il titolo del suo romanzo:

«Ma topolino, non sei il solo, / A comprovar che la previdenza può esser vana: / I migliori piani dei topi e degli uomini, / Van spesso di traverso, / E non ci lascian che dolore e pena, / Invece della gioia promessa!»

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Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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