Con il film del 1964 Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba, Stanley Kubrick è ormai uscito dalla fase iniziale della sua carriera cinematografica e si sta avviando verso il successo e la maturità. Il film è un’aspra e riuscita critica verso il presente e le derive più irragionevoli e paradossali che la realtà sta prendendo; siamo nel pieno della guerra fredda che vede contrapposti da una parte il capitalismo del mondo occidentale rappresentato dagli Stati Uniti e dall’altro il modello comunista con a capo l’Unione Sovietica. I due schieramenti hanno raggiunto una fragile e apparente stasi dovuta al contrapporsi da entrambe le parti dei possedimenti atomici. Un debole equilibrio che può resistere solo se rimane tale e nessuno dei due paesi prende realmente il sopravvento. Stanley Kubrick ragiona sul suo presente che oggi, a distanza di quasi sessant’anni, appare non così diverso da come vorremmo credere.
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Il dottor Stranamore è la storia di un generale americano che decide autonomamente di attaccare l’Unione Sovietica attuando il “piano R” che non prevede una ritirata se non ordinata dallo stesso generale. Uno dei bombardieri è diretto verso una base missilistica sovietica che, se colpita, farà innescare il cosiddetto Ordigno di fine mondo, un dispositivo che farà esplodere diverse bombe nucleari provocando la fine del mondo, o meglio l’estinzione della vita sulla Terra per circa novant’anni.