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L’«Albero della Vita» di Klimt: tra solitudine e riconciliazione

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4 minuti di lettura

Palazzo Stoclet, una residenza privata appena costruita a Bruxelles dall’architetto Joef Hoffmann, nel 1905 succede qualcosa di incredibile. Il palazzo è considerato un capolavoro, il suo interno dunque viene affidato alle mani abili di artisti incaricati di fondere l’arte con la vita. Uno di loro è Gustav Klimt. All’artista viene affidata la sala da pranzo, in questa creerà così un’opera di rara bellezza, composta da tre pannelli: un maestoso mosaico di pietre dure, coralli e marmi, l’Albero della Vita.

Tre opere, dunque, lunghe circa sette metri che si fondono per crearne una unica, maestosa, e vogliono raccontarci una storia.

«Albero della Vita» di Gustav Klimt: significato e analisi dell’opera

Al centro dell’Albero della Vita di Gustav Klimt spicca un albero d’oro dai mille rami, che si intersecano andando a formare figure geometriche somiglianti a nuvole e onde. Al di là del preciso messaggio che l’artista vuole trasmettere attraverso la composizione dell’opera, questo albero ha da sempre una significato simbolico preciso, che si ripete in molte culture fin dalla nascita dell’arte: l’albero è conoscenza, l’albero è vita.

Sul pannello di sinistra si presenta sulla scena una figura femminile con il capo volto a destra. Questa parte dell’opera, di splendente impatto e bellezza anche presa singolarmente, è chiamata L’attesa. L’innaturale posizione della donna, la sua acconciatura, i suoi abiti e la sua bellezza orientale, ci rimandano subito al mondo egizio e allo stile figurativo di quel mondo lontano. La ragazza è una danzatrice, il suo corpo non ha dimensione ed è ricoperto di gioielli e di colori.

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Nel pannello di destra troviamo invece la struggente realizza…

Redazione

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