fbpx
Antonio Costa

Perché Antonio Costa ha (ri)vinto le elezioni in Portogallo?

In Portogallo alle elezioni del 30 gennaio il Partito Socialista di Antonio Costa si è riconfermato saldamente alla guida dal paese e potrà gestire i fondi in arrivo dall'Europa per consolidare la ripresa. Ma in che cosa consiste, di preciso, il "Modello Costa"?

8 minuti di lettura

Alle elezioni del 30 gennaio 2022 per il rinnovo dell’Assemblea della Repubblica in Portogallo ha vinto la maggioranza assoluta dei seggi il Partito Socialista del premier Antonio Costa. Una vittoria così ampia da essere seconda solo alle elezioni del 2005, dove sempre il Partito Socialista ottenne 121 seggi su 230.

Un risultato inatteso

I risultati sono stati del tutto inaspettati. Quelle che hanno avuto luogo, infatti, sono state elezioni anticipate, avvenute dopo la caduta del governo di minoranza, Costa II, segnate anche da un incredibile aumento di consensi per il partito di estrema destra, che è passato da uno a dodici seggi, diventando la terza forza preferita del paese. La crisi di governo si era aperta in seguito al disaccordo delle forze di maggioranza sulla legge di bilancio per il 2022.

Il precedente governo deteneva 108 dei seggi all’Assemblea, e aveva l’appoggio del Partito Comunista (PCP) e del Blocco di Sinistra (BE), con il sistema della “geringonça“. Il termine, traducibile con l’italiano “marchingegno”, identificava appunto la coalizione grazie alla quale Costa ha governato durante i suoi due mandati. I partiti radicali non hanno però apprezzato la prospettiva di bilancio, presentata a novembre 2021, per l’anno a venire. Considerata troppo poco ambiziosa e senza un aumento sufficiente del salario minimo, delle pensioni, delle retribuzioni ai lavoratori pubblici e l’aiuto al sistema sanitario.

Parlamento Portoghese
Lisbona, Assemblea della Repubblica (Parlamento Portoghese)

Una doppia sfida

Il Portogallo è stato uno dei paesi più colpiti dalla pandemia, e il livello di spesa pubblica è notevolmente aumentato. Il problema iniziale era dovuto proprio al sistema sanitario nazionale, che è uno dei più precari di tutta l’Unione europea. Il Paese sembra però aver evitato il disastro che si era preannunciato nel momento del massimo picco dei contagi. Inoltre, oggi è uno dei paesi con il maggior numero di vaccinati sul totale della popolazione, con il 93.72%, e dunque uno dei primi ad avere riaperto gradualmente alla normalità.

Il modello Costa

Antonio Costa è il segretario del partito socialista dal 2014, e alla guida del paese da quello successivo. Dal 2007 al 2015 ha ricoperto la carica di sindaco di Lisbona. All’apice della crisi economica internazionale, Costa ha vinto le elezioni e ha preso in mano le redini del Portogallo, cercando di risollevare uno dei paesi più poveri, puntando sul settore terziario e specialmente sul turismo. Sotto la sua guida il Pil ha cominciato a crescere annualmente ad una velocità del 7-8%. 

Leggi anche:
Il voto in Portogallo è la vittoria di una sinistra che funziona

Il suo operato lo ha svolto in linea con i principi europei, quelli del mercato e della concorrenza, aumentando il benessere di quei settori e quelle fasce della popolazione, ma i radicali di sinistra gli hanno rimproverato non aver fatto abbastanza.

antonio costa elezioni portogallo 2022

Politica, ma per il paese

All’opposizione, in Portogallo, c’è il partito conservatore di Rui Rio, che ha portato avanti una politica diversa da quella sfrenata e talvolta tossica voglia di primeggiare sull’altro. L’obiettivo per Rui Rio e per Antonio Costa è uno solo: il benessere del proprio paese. Ognuno crede nei propri principi, ma non ha osteggiato l’altro in modo malevolo. La competizione è stata giusta e leale, e alla vittoria di Costa, il suo sfidante ha affermato: «Signor primo ministro, conti sul nostro aiuto, perché la sua fortuna è la nostra fortuna». Un episodio raro di opposizione costruttiva, che fa aprire gli occhi su un modo di fare politica che spesso si dimentica possa ancora esistere.

Rui Rio
Rui Rio

Investimenti per il futuro

Amministrare un’entità locale come la città di Lisbona per otto anni aiuta ad essere a contatto con le persone, a capire quali siano i bisogni della popolazione, a creare fiducia e a distaccarsi dalle sterili e inflessibili posizioni ideologiche, spesso lontane dal legame con la realtà. Passi concreti, costruiti nel tempo e con la fiducia dei suoi cittadini. Fiducia che hanno riposto nella stabilità che sanno di poter ottenere da Antonio Costa. Nonostante il periodo sia segnato dalla crisi sanitaria, inflazione e la possibilità di un freno dell’economia, più importanti sono i grandi investimenti che il premier potrà fare con i 16,6 miliardi di euro del Recovery Fund europeo.

Vecchie tensioni con l’Unione Europea

I fondi europei sono un fattore non poco rilevante, che se ben sfruttato può dare il via ad una ripresa importante, e permettere di continuare il progetto di riforme socialiste per lo sviluppo e la crescita del paese

Leggi anche:
Venezia76. “A Herdade” e il Portogallo tra passato e presente

Questi sono i fondi di un’Europa che nel passato ha guardato con occhi scettici il Portogallo. Quando Costa prese per la prima volta il comando nel 2015, Portogallo e Grecia erano i due paesi per i quali l’Unione Europea aveva previsto i programmi di austerity, ovvero di una politica di bilancio restrittiva utilizzata per tentare di ridurre il debito pubblico. Costa sfidò Bruxelles aumentando deficit e spesa pubblica oltre gli obiettivi stabiliti. La tecnica fu quella giusta, la disoccupazione dimezzò e dopo alcuni anni il deficit rientrò.

Il popolo che sceglie

Grazie agli ottimi risultati ottenuti, il partito socialista di Costa vinse le elezioni in Portogallo anche nel 2019, con una maggioranza ancora più a sinistra della precedente. La sfida più grande arrivò però con il Covid-19: come per tutti, i problemi furono enormi, e soprattutto si sono abbattuti su un Paese che stava cercando di rialzarsi faticosamente dopo anni. Antonio Costa non si tirò però indietro. Alzò la voce con i Paesi Bassi nel momento di massima tensione della discussione con l’Italia, gestì la crisi contenendo la disoccupazione e facendo conoscere un nuovo “Modello Costa”. Modello che ha trovato il sostegno e la fiducia degli elettori, incrementando del 5% il voto verso il partito socialista.

Una lezione silenziosa per la politica e una speranza per i partiti socialisti all’europarlamento. Negli ultimi anni, in Europa, la destra più conservatrice ha iniziato a riprendere le forze. Il Portogallo non fa eccezione certamente, ma dimostra come l’umiltà e l’impegno nei confronti del popolo possano premiare nonostante i venti contrari.

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!

Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!

Ilaria Raggi

20 anni, studentessa di scienze politiche sociali ed internazionali. Nata con il mare sotto i piedi, ora mi accontento dei colli bolognesi. Se mi siedo o mi riposo c'è qualcosa che non va. John Steinbeck, il cinema e la scrittura sono il mio Sacro Graal, per il resto condisco la mia vita un po' di curcuma alla volta. Vivo di sarcasmo e politica internazionale, fortunatamente il periodo in cui sono nata mi permette di non dover mai scegliere l'uno o l'altro.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.