La masturbazione femminile si avvia a non essere più un tabù. Recenti studi riferiscono non solo del se, ma anche del quando e del quanto.
Masturbazione sinonimo di indipendenza
Risale ancora al 2008 uno studio curato da una società indipendente per Gossard Lingerie. Il 92% delle 1000 donne inglesi intervistate, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, dichiara di gioire della masturbazione, con gusto e frequenza: tre volte a settimana per i due terzi delle praticanti. Spesso e insaziabile, perché un buon orgasmo spiana la strada a tanti facili altri subito dopo.
Le giovani oggi si spogliano delle timidezze che qualche decennio fa avevano portato solo il 74% delle donne intervistate nel 1979 e solo il 63% di quelle intervistate nel 1953 a confessare le loro legittime, e appaganti, abitudini.
Il brand leader nel settore inglese della lingerie ha vestito il sondaggio degli abiti sempre ben accolti delle rivendicazioni femminili. La masturbazione inizia ad assumere i tanto agognati tratti dell’indipendenza, del fare solo, e oggi viene quindi dichiarata con più orgoglio, e con meno imbarazzo.
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L’orgoglio del piacere
La riflessione diventa sterile se si esaurisce in una semplice professione di orgoglio. Più interessante è invece la consapevolezza che una maggiore conoscenza del proprio corpo assicura anche in sede di rapporto sessuale con un partner.
La ricerca del piacere massimo è avvantaggiata dalla già esperta cognizione delle corde giuste da sollecitare. Sapere come muoversi e dove andare a parare scioglie inutili tensioni, vivacizza e armonizza l’unione.
L’etichetta dell’indipendenza si riempie di sostanza quando a portarla sono donne consapevoli di sé e dei propri desideri, che non si asserragliano in una squallida e inutile coalizione, ma direzionano la maturità ad accrescere il piacere dello stare, da sole e con gli altri.
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