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Cercami

Dopo CMBYN, André Aciman presenta «Cercami»

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Dal 13 al 17 novembre scorsi Milano è stata protagonista di Bookcity, una vera e propria festa per gli amanti della lettura. Per cinque giorni si sono tenuti eventi di ogni genere e tipo da un angolo all’altro della città, e il programma era talmente ricco che c’era l’imbarazzo della scelta.

Cercami
La locandina di Bookcity 2019.

Abbiamo deciso di partecipare all’incontro con André Aciman. L’autore del celeberrimo Chiamami col tuo nome ha infatti incontrato i lettori nel pomeriggio di domenica 17 al Castello Sforzesco. In questa occasione ha presentato Cercami, il suo ultimo romanzo, in cui ritroveremo i personaggi che abbiamo già conosciuto e amato in Chiamami col tuo nome.

Un grande amore per l’Italia

Non si può non rimanere colpiti dall’immenso amore di André Aciman per il nostro Paese, di cui conosce molto bene non solo la cultura, ma anche la lingua: nel corso del suo intervento, infatti, lo scrittore americano non ha nemmeno avuto bisogno di un interprete. Questo amore per l’Italia traspare anche dalle sue opere: Chiamami col mio nome è infatti ambientato quasi interamente in Liguria, con una parentesi a Roma (nella sua trasposizione cinematografica il regista Luca Guadagnino ha invece preferito ambientare la storia sempre in Italia, ma nel cremonese). Anche la prima parte di Cercami si svolge in Italia, di nuovo a Roma.

Non chiamatelo sequel

Parlando di questo nuovo romanzo, Aciman ha voluto sottolineare che non lo considera un vero sequel di Chiamami col tuo nome, anche se molti personaggi sono gli stessi. Nel corso degli ultimi anni ha ricevuto dai lettori diverse fanfiction con protagonisti Elio e Oliver e per discostarsene il più possibile ha voluto scrivere una storia in cui i due compaiono ma non si incontrano: ritroviamo infatti Elio nella seconda parte del romanzo, a Parigi, e Oliver nella terza, nel New England. Ci sono tutti gli elementi per immaginare un colloquio solo telepatico tra due anime che, come lascia intuire il titolo del romanzo, non hanno ancora smesso di cercarsi.

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A sorpresa, inoltre, ha un ruolo centrale in questo libro il padre di Elio, Samuel, che a sessant’anni vive un’infatuazione quasi adolescenziale.

Cercami
André Aciman e la copertina di Cercami.

Scrivere del colpo di fulmine

L’autore ha rivelato che il concetto di infatuazione gli è particolarmente caro, forse anche più di quello di amore. Non a caso, in Chiamami col tuo nome Elio era alle prese con un vero e proprio colpo di fulmine nei confronti di Oliver. André Aciman, però, non condivide l’opinione diffusa secondo la quale il colpo di fulmine è prerogativa degli adolescenti. Secondo lui ci si può infatuare a qualsiasi età, anzi, ci si deve infatuare, perché è sinonimo di essere vivi. Non per niente, in Cercami fa vivere le palpitazioni del colpo di fulmine proprio a una persona matura come il padre di Elio.

Sempre a proposito di infatuazione e sentimenti, nel corso dell’incontro un lettore ha affermato che, in Chiamami col tuo nome, il grande merito di André Aciman non è stato soltanto raccontare il batticuore della prima cotta, ma donarci una storia quasi idilliaca di un amore omosessuale non turbato né dall’omofobia né dalle malattie. Ci sentiamo di condividere in pieno la sua opinione. Chiamami col tuo nome è un romanzo rivoluzionario nel panorama della letteratura queer proprio per il senso di serenità che lo pervade dalla prima pagina all’ultima.

E il film?

Sorge spontanea una domanda: anche da Cercami verrà tratto un film? Aciman ha spiegato che fino a un annetto fa Luca Guadagnino, Timothée Chalamet, Armie Hammer e tutti i componenti del cast di Chiamami col tuo nome si erano detti disponibili ad abbandonare qualunque progetto per dedicarsi al seguito del film candidato a quattro Oscar nel 2018. Al momento non se n’è fatto nulla. Ma mai dire mai…

Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».