Ci sono strade che costeggiano i laghi, e li guardano dall’alto, oppure li accarezzano dal bordo, toccandoli quasi, e correndo spalla a spalla. I piccoli laghi spesso sciacquano i piedi delle montagne, e raccolgono la pioggia che scivola dalla cima. A volte le strade non chiudono il percorso che fa da collana ai laghi, ma si bloccano all’improvviso, perché alcune gallerie in quelle montagne sono troppo difficili da scavare.
Il lago d’Iseo è abbracciato dalla provincia bresciana e da quella bergamasca, affollato da turisti tedeschi che si gingillano tra vini della Franciacorta e agriturismi dalla cucina raffinata, spalancando la vista tra il lago, la pianura e le montagne sornione, le prealpi orobiche. Accanto alla strada che fiancheggia la costa, si aprono tratti di itinerari ciclopedonali con vista, recentemente inaugurati per cavalcare l’onda buona della diffusione di questa passione.
Breve carrellata aneddotica
I paesini sulla sponda bergamasca, tra Sarnico e Lovere, sono piccoli e quasi disabitati. Sembrano i vecchi borghi dei pescatori, appesi sulla parete scoscesa della montagna, che su questo lato si butta diritta e spaventosa nelle acque del lago. Sono gli orridi: maestose rocce disposte a lastroni verticali a picco sull’acqua. Sarnico e Paratico si guardano in faccia, dalle estremità opposte di un ponte che cuce le due province rivali.
Festival di musica indie e di arte da strada, sagre dei sapori tipici di quelle terre, danze e feste popolari, sfruttano una cornice pacifica, ma suggestiva, che agli angoli degli occhi è chiusa dalle montagne e dalle rive paludose della vicina Clusane, sulla sponda bresciana. Iseo è più turistica, e l’acqua è sporca, nonostante spesso i nordici non ci facciano caso, o non se ne curino. Si passeggia tranquillamente sulla riva chiacchierata, tra il ticchettio dei bicchieri dell’aperitivo, piccoli sciami di bambini urlanti, e gelati appiccicosi che si sciolgono sotto il sole.
Da Iseo si raggiunge Monte Isola, in traghetto, una gobba verde in mezzo al lago, con un santuario bianco appoggiato sulla cima. Monte Isola è patria del trekking, e come Sulzano la sua fama è stata gonfiata considerevolmente dal progetto The floating piers di Christo. Il ponte arancio ha galleggiato sulle acque del lago nel 2016, ma positivi strascichi di fama se ne avvertono ancora adesso, frutto dell’ingresso dell’evento tra i beniamini della “memoria perenne”.
Lovere è un piccolo paese sulla sponda bergamasca, e arrivando da Brescia si incontra dopo Sulzano, Sale Marasino e Pisogne. È sulla lista dei borghi più belli d’Italia, molto popolata ma che rimane comunque un’indicazione. C’è un lungolago moderno che ritraccia le sue sponde, occupato dalle presenze importanti di Lady Mary Wortley Montagu, che definiva Lovere «il posto più romantico che abbia mai visto» e dalle poesie scolpite su un libro massiccio bloccato per sempre sulle stesse due pagine.
Il borgo si arrampica su per vie irte sul rilievo alle sue spalle. Anche qui in estate le strade si animano di sagre e feste culinarie, accogliendo anche la moda dello street food, che forse non stride in contemporanea alla sagra del pesce di lago. La chiesa di Santa Maria di Valvendra merita una visita, anche da parte dei non amanti del turismo religioso. Un vecchietto dagli occhiali spessi, educato, acculturato e sollecito invita a seguirlo lungo il percorso, e raccoglie adepti nel corso del tour, con la sua voce morbida e i sorrisi genuini. La sua spiegazione aneddotica culla anche i viaggiatori più scettici.
Planata veloce sulle tappe da non saltare
Nonostante la valorizzazione turistica delle sue sponde, la natura libera continua a occupare una parte importante di alcune rive e del relativo entroterra. Le Torbiere del Sebino, le Piramidi di Zone e la Valle del Freddo sono tre riserve naturali da attraversare. Sempre a piedi si conquista l’antica Via Valeriana, a ripercorrere le strade dei pastori che un tempo accompagnavano la transumanza, per quell’unica via che portava alla Valle Camonica.
Sul fronte artistico, meritano una visita l’Accademia Tadini di Lovere, ricca galleria con un piano superiore dedicata all’arte moderna e contemporanea, e la Pinacoteca Gianni Bellini, con le oltre 150 opere donate da Don Gianni Bellini alla collettività. Sarnico è punteggiata anche di ville in stile Liberty, firmate dall’architetto Giuseppe Sommaruga. Bellezze sparse del Romanico punteggiano le colline morbide, da scoprire nel saliscendi sul lago.