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La nascita del femminismo medievale con Maria di Francia 

Come spesso accade, i nomi che la Storia rende celebri sono esclusivamente maschili, e quelli femminili vengono dimenticati: è il caso di Maria di Francia, figura importantissima del Medioevo che lottò per la libertà sentimentale e sessuale delle donne

11 minuti di lettura

Si pensa, erroneamente, che il femminismo sia un dibattito legato alla contemporaneità. Invece, come dimostrano le fonti, ci sono state donne, anche in un passato remoto, che hanno dato il loro contributo alla loro progressiva liberazione dagli stigmi del patriarcato. Una di queste è stata Maria di Francia, come racconta Chiara Mercuri nel saggio La nascita del femminismo medievale – Maria di Francia e la rivolta dell’amore cortese. Il testo, estremamente scorrevole, chiaro e interessante, fa luce su una figura, quella di Maria di Francia appunto, dimenticata dai libri di storia, la cui conoscenza è stata ostacolata dai canoni storici e letterari, come è troppo spesso avvenuto con le donne

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Femminismo e sessualità: la visione di Maria di Francia

Come sostiene l’autrice nella premessa:

La nuova era – l’era «cortese» – che Maria immaginava chiedeva un ripensamento generale della società e non un semplice scambio dei ruoli.
I Romantici, pertanto, ci hanno fuorviato. Ci hanno raccontato l’amore cortese come un passatempo di corte, un amore platonico, un gioco simbolico. Maria, invece, non giocava affatto, e l’amore di cui parlò era fatto di baci, di saliva e di sudore, ma stavolta secondo il desiderio delle donne. 

Maria immagina una rivoluzione nelle relazioni amorose, dove la donna appare centrale, non sottomessa all’uomo e soprattutto soggetto e non oggetto di desiderio

Per comprendere però in che contesto vive e scrive Maria, si deve analizzare innanzitutto il periodo storico di riferimento. 

Siamo nella Francia della fine del 1100, all’inizio di quello che dagli storici viene definito il Basso Medioevo

L’Europa, dopo l’anno Mille, stava conoscendo un’ondata di rinascita; il ruolo delle donne e della sessualità resta comunque relegato e totalmente dipendente dal potere e dal volere maschile.

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Senza dubbio l’estrazione sociale di Maria l’aiuta nel suo percorso rivoluzionario: è figlia del re di Francia Luigi VII e successivamente moglie del conte Enrico II signore della Champagne, un territorio molto prospero della Francia di quel tempo. 

Prima di tutto però, Maria è una scrittrice, una donna consapevole e tenace che, durante il corso della sua vita, ha un’attività di scrittura molto prolifica, occupandosi essenzialmente dei temi dell’amore e della sessualità, con l’obiettivo di svincolarli dai pregiudizi di una società patriarcale e cattolica, volendo liberare l’amore dall’oppressione dell’istituzione matrimoniale e la donna dal controllo coercitivo dell’uomo. Ovviamente la sua scrittura nasce e cresce in volgare, per rendere le sue opere leggibili ai più. Maria desiderava fortemente che le sue idee circolassero, per distruggere le catene che avevano legato le donne per troppo tempo, impedendo loro di vivere in maniera serena la propria vita e, prima di tutto, la propria vita sessuale.

L’influenza di Eleonora d’Aquitania nel progresso femminista medievale 

Maria è figlia di una donna che segna la sua epoca con i suoi atteggiamenti poco ortodossi, ovviamente in relazione alla sua posizione. 

Eleonora d’Aquitania, infatti, lascia il marito, ovvero il padre di Maria, per trasferirsi in Inghilterra e sposare Enrico II, re d’Inghilterra, anche se dopo tanti anni verrà rinchiusa nella torre di Winchester perché suo marito era diventato troppo geloso e opprimente.

È questo che fa intuire a Maria che l’amore coniugale è la gabbia del matrimonio, che lì, tra mille obblighi e divieti, l’amore stesso muore. 

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Questa vicenda segnerà il pensiero e la scrittura di Maria. Come infatti ricorda l’autrice:

L’amore coniugale, infatti, è regolato dal «debito» e oppresso dalla gelosia, feroce gendarme e zelante ghigliottinatrice di ogni libertà. Le leggi matrimoniali istigano alla gelosia, ammettendola come diritto legittimo del coniuge. La sorveglianza sull’anima e sul corpo dell’amata, però, fa fallire ogni unione. L’amore può essere infatti elargito solo con atto spontaneo, non soggetto ad alcuna legge. 

Per Maria l’amore è un fatto spontaneo, come è spontaneo l’atto sessuale nel rapporto amoroso. Fu questa esigenza di rifondare la relazione d’amore che spinse Maria a commissionare ad Andrea Cappellano la divenuta celebre opera De Amore. L’opera, che risultò ovviamente particolarmente invisa a governanti ed ecclesiastici, divenne invece un punto di riferimento letterario e di pensiero per gli intellettuali, i filosofi e i letterati del tempo e non solo: Dante e Boccaccio, ad esempio, ne furono molto influenzati.

La libertà di Maria è quella di tutte le donne 

Sfruttando la sua condizione di privilegio, Maria non si limitò a vivere una vita più libera di quanto fosse concesso alle donne di quel tempo, ma cercò di diffondere le sue idee e le sue visioni anche oltre i confini della sua casa e della sua cerchia di amici. 

Vivere una condizione più libera come donna, sia da un punto di vista relazionale che sessuale, diede una forte spinta alle corti di Francia. 

Dopo la caduta dell’Impero Romano, infatti, l’Europa era caduta sotto il controllo dei Germani, che imposero alle donne di diventare, sostanzialmente, merce di scambio nei contratti matrimoniali e familiari. L’obiettivo era quello di proteggere non i singoli, ma i clan e i rapporti di sangue, in quanto erano gli unici effettivamente validi per potare avanti le stirpi barbariche. 

Le donne diventano così, progressivamente, dei “contenitori” di figli e il matrimonio il baluardo di sicurezza per le famiglie. 

In una società così fatta non c’è spazio per il sesso libero e per l’amore passionale, intesi come distrazione dagli impegni socio-familiari. 

A farne le spese maggiori, ovviamente, le donne e i loro corpi

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Quello promosso da Maria è un amore libero dalle costrizioni, un amore che si fonda su una scelta quotidiana, sul rispetto reciproco, dove ogni limite è sospeso alla luce della libertà individuale che incontra quella dell’altro. 

In quest’ottica anche il sesso ne giova, non più relegato solo alla procreazione e alla conservazione della stirpe, ma come atto di puro piacere per entrambi i soggetti coinvolti.

La rivoluzione dell’amore cortese nel pensiero di Maria di Francia

Una rivoluzione femminista e sessuale a quei tempi non poteva comunque non contemplare la presenza dell’uomo. La conquista dell’auto-determinazione tutta femminile è ancora lontana, anche se vite e pensieri come quelli di Maria di Francia ne rappresentano albori interessanti. 

È per questo che, nelle opere di amor cortese, il cavaliere appare centrale. L’uomo, il cavaliere cortese, come sostiene l’autrice del saggio: 

è quello che non commette abuso, molestia o pressione sessuale, né sulle “proprie” donne né sulle donne altrui. Il cavaliere cortese è quello che sventa lo stupro e la soperchieria ai danni di una donna, senza chiederle in cambio alcuna corvée o sottomissione sessuale. Proprio a questo serve la figura di Lancillotto, a proporre un modello di uomo e di armato che noi definiamo «cavaliere» – che antepone al proprio vantaggio la difesa delle donne. 

Oltre ad una nuova femminilità, quindi, anche una nuova mascolinità lontana dai modelli tossici di coercizione, gelosia e possesso, ed è solo per questi uomini nuovi che la donna può provare amore.

Questo modello di uomo sarà quello a caratterizzare la Francia degli anni successivi, smuovendo così le coscienze da una cultura patriarcale nociva verso una cultura dell’eros più libera, fondata su modelli di comportamento più che su una discendenza di sangue, contribuendo a fare della Francia il Paese dai costumi sessuali e amorosi altamente evoluti, come lo conosciamo ancora oggi

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Quella di Maria fu una grande rivoluzione, i cui riverberi si sono fatti strada nella storia per giungere fino a noi. Parlare e fare luce sulla sua figura è, quindi, un dovere morale di tutti, ma soprattutto di tutte le donne, perché ha stabilito un tassello importante in un percorso ancora in fieri, quello della libertà

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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.

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