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Have we met

Have we met?, la mostra che propone un nuovo modello ecologico

La ventitreesima Triennale di Milano presenta la mostra Have we met? Humans and non-humans on common ground, dal 15 luglio all’11 dicembre 2022

6 minuti di lettura

Antispecismo e sensibilizzazione ambientale si incontrano all’interno della mostra Have we met? Humans and non-humans on common ground, basata sul progetto Zoöp dell’Het Nieuwe Instituut dei Paesi Bassi. Aperta al pubblico lo scorso 15 luglio, l’esposizione sarà visitabile alla Triennale di Milano fino all’11 dicembre 2022, affiancata da un programma collaterale realizzato con il sostegno dell’Ambasciata e del Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia.

Have we met?: possibili relazioni interspecie

 Logo ufficiale di Have we met? (dal sito ufficiale del Modello Zoöp)

Ricalcolare gli spazi, ricalibrare l’attenzione: l’esibizione si propone di indagare la relazione tra esseri umani e non umani. Oggi più che mai si rivela necessario concepire la Terra come spazio condiviso. Il nostro pianeta è solo in prestito, da spartire con piante e altri animali: non esiste in funzione delle nostre esigenze. Per questo occorre educarsi a un nuovo tipo di rispetto, meno antropocentrico.

Have We Met? propone al visitatore della mostra una serie di innovazioni, progetti e strumenti utilizzabili nella scienza come nel design, in campo agricolo e perfino nel mondo dell’arte per rivalutare la cooperazione fra gli abitanti del nostro pianeta. Il padiglione nazionale dei Paesi Bassi, di cui l’esposizione fa parte, è stato anche insignito del premio Golden Bee durante l’inaugurazione della Triennale.

Fattorie, isolati urbani e anche piattaforme petrolifere in mezzo al mare diventano quindi i mezzi di cui si serve il progetto Zoöp per sviluppare una dialettica interspecie che potrebbe essere la chiave della nostra salvezza futura.

Il Modello Zoöp

Come si è detto, Have we met? prende le mosse dal cosiddetto Modello Zoöp (abbreviazione di zoöperation risultante dall’unione di zoé, in greco “vita”, e cooperation), un progetto volto alla collaborazione virtuosa tra forme di vita umane e non (animali, piante, insetti…) che privilegia la prospettiva delle seconde. Si tratta, insomma, di un modello politico alternativo che punta alla rigenerazione ecologica, conscio del fatto che la crisi climatica mondiale e la devastazione ecologica dipendono da un sistema economico che ha sempre messo al primo posto gli interessi degli esseri umani.

Ciò che distingue questo piano d’azione è il fatto che non serva nessuna aggiunta o modifica sul piano legislativo affinché possa essere messo in pratica; pertanto, è possibile seguirlo sin da subito.

Grafico esplicativo del Modello Zoöp (dal sito ufficiale)

Il Modello si compone di tre entità fondamentali: lo Zoönomic Institute, composto da esperti che rappresentano le voci non umane (i cosiddetti Speakers for the Living); la Zoönomic Foundation, che supporta il network di zoöp e produce le licenze necessarie a dichiarare lo status di zoöp di un’organizzazione; e gli zoöp stessi, ovvero organismi che offrono un seggio di osservatore (board observer seat) al già citato speaker for the living, permettendogli di farsi portavoce degli interessi non umani e quindi di influenzare le decisioni dello zoöp.

Ogni zoöp segue inoltre un ciclo annuale, il cosiddetto Zoönomic Annual Cycle, formato da quattro step. Il primo, chiamato demarcazione, consiste nel considerare l’ambiente che circoscrive lo zoöp in termini naturali e artificiali, oltre ai limiti legali ed economici. Segue l’osservazione, ovvero il guardare al modo in cui le componenti dello zoöp, appunto le forme di vita umane e non, si percepiscono, effettivamente o potenzialmente, a vicenda. Con l’etichettamento, poi, si punta a comprendere come le citate componenti si supportano, ostruiscono o ignorano vicendevolmente, con l’obiettivo di analizzare l’integrità ecologica dell’intero zoöp. Infine, l’intervento, che come suggerisce il nome è la fase cruciale di messa in pratica dei cambiamenti – poi verificati dalla Zoönomic Foundation.

Mäusebunker, un proto-zoöp a Berlino (foto di Georg Fischer, dal sito ufficiale)

Il 22 aprile 2022, ultima Giornata della Terra, l’Het Nieuwe Instituut di Rotterdam è stato dichiarato primo zoöp al mondo. Ad oggi circa 20 organizzazioni, denominate proto-zoöp, sono in fase di approvazione e si trovano in Italia, Germania, Belgio, Slovenia e Paesi Bassi.

È possibile seguire l’evolversi del progetto sul sito del Modello Zoöp (completo di workshop, interviste e letture proposte), che si apre con un’immagine della Terra modificabile col cursore per renderla più verde, più vitale, sogno di un futuro migliore e reminder che per poterci arrivare si può e deve agire adesso.

In copertina: una foto dalla mostra Have we met?, dal sito ufficiale della Triennale di Milano

Christian Montedoro

Classe 1999, pugliese fuorisede a Bologna per studiare al DAMS. Cose che amo: l’estetica neon di Refn, la discografia di Britney Spears e i dipinti di Munch. Cose che odio: il fatto che ci siano ancora persone nel mondo che non hanno visto Mean Girls.

Floriana Bria

Classe 1996, laureata in Filosofia.
Aspirante filosofa e scrittrice, nel frattempo sognatrice e amante di serie tv, soprattutto comedy e d'animazione. Analizzo tutto ciò che guardo e cerco sempre il lato più profondo delle cose. Adoro i thriller psicologici e i film dalla trama complessa, ma non disdegno anche quelli romantici e strappalacrime.
Pessimista cronica e amante del dramma.

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