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I Preraffaelliti in una mostra d’eccezione a Palazzo Reale di Milano

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Si è tenuta oggi al Palazzo Reale di Milano la conferenza stampa della mostra Preraffaelliti: amore e desiderio, che sarà aperta al pubblico da domani, 19 giugno, fino al 6 ottobre 2019. Vi raccontiamo in anteprima che cosa vi aspetta.

Un’occasione unica

Domenico Piraina, il direttore del Palazzo Reale, ha definito a ragione questa mostra «un’occasione unica». I visitatori, infatti, avranno la possibilità di ammirare opere preraffaellite prese in prestito dalla prestigiosa Tate Britain, di solito restia a separarsi dai pezzi forti della sua collezione. Anche Andrea Schlieker, la Director of exhibitions and displays della Tate, ha ammesso che sarà difficile spiegare al pubblico londinese come mai per diversi mesi non ci saranno opere come la celebre Ofelia di John Everett Millais (in copertina).

Preraffaelliti milano palazzo reale

Non è però la sola ragione per cui questa mostra è unica. Piraina ha tenuto a sottolineare che è ancora possibile visitare anche quella su Ingres, sempre al Palazzo Reale. Il caso ha voluto che convivessero la mostra sull’artista francese che aveva fatto di Raffaello il suo maestro e quella su un gruppo di giovani londinesi che accusavano il Sanzio di aver dato vita alle costrizioni dell’arte accademica. Bisognava, a loro avviso, riportare l’arte indietro, fino a prima di Raffaello. Da qui il nome Preraffaelliti.

Preraffaelliti: radicali, controversi, contemporanei

Schlieker ha definito i Preraffaelliti «radicali, controversi, contemporanei». Questo gruppo nato nel 1848, anno per eccellenza legato alle rivoluzioni, era contro l’Impero e contro il capitalismo — in breve, contro tutti i valori della Victorian Age – e sperava di cambiare le cose attraverso l’arte.

Perché contemporanei? Perché si trattava di veri e propri progressisti, dal pensiero più simile al nostro che a quello imperante a metà dell’Ottocento. Erano, per esempio, contrari ai matrimoni combinati e favorevoli alla parità fra uomini e donne. Ma non solo. Attraverso le loro opere cercarono di promuovere un ideale di bellezza, soprattutto femminile, che non rispecchiasse necessariamente i canoni. Avevano già capito che la bellezza non deve per forza essere racchiusa in uno schema, anzi.

Preraffaelliti
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882), Il sogno di Dante alla morte di Beatrice, 1856. Acquerello su carta, 48,7×66,2 cm. Tate: Bequeathed by Beresford Rimington Heaton 1940. © Tate, London 2019

L’amore per l’Italia

L’importanza di questa mostra è inoltre legata al grande amore che i Preraffaelliti provavano per l’Italia e la cultura del nostro Paese. Non a caso, troviamo spesso rappresentate nei loro quadri scene di vita di Dante o tratte da episodi della Divina Commedia. Nel suo appassionato intervento la professoressa Maria Teresa Benedetti, tra le più grandi storiche dell’arte in Italia, ha definito «bello e gratificante» il grande interesse dei Preraffaelliti per la cultura italiana. «Questi giovani artisti interpretarono a modo loro la cultura italiana, con un’intelligenza e una creatività stupefacenti» ha aggiunto. La speranza è che questa mostra si riveli una bella occasione per scoprire o riscoprire una corrente spesso oscurata dall’Impressionismo francese, sviluppatosi pochi anni dopo, ma non meno importante.

 

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

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