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«Il bacio» di Klimt, l’eleganza del desiderio

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4 minuti di lettura

Un uomo e una donna si abbracciano, si stringono, si baciano in un luogo sospeso, fuori dal tempo e dello spazio, fatta eccezione per un prato fiorito che correda la scena. Difficile per chi si fa strada tra le sale della Österreichische Galerie Belvedere di Vienna non soffermarsi su Il bacio (1907-1908) di Gustav Klimt, olio su tela di imponenti dimensioni che resta ancora oggi una delle opere più evocative ed emozionanti della storia dell’arte. Il motivo?

«Il bacio» di Gustav Klimt: analisi dell’opera

Partendo da un soggetto estremamente umano, Klimt arricchisce il quadro di numerose referenze storico-artistiche che trasformano i due amanti nel manifesto per eccellenza dell’arte secessionista viennese.

L’oro applicato a foglia, elemento decorativo prediletto dallo Stile Liberty, è qui un motivo chiave che annovera l’opera tra i capolavori del cosiddetto periodo aureo del pittore. L’ispirazione viene dai mosaici bizantini della Basilica di San Vitale di Ravenna che Klimt visitò cinque anni prima durante il suo viaggio in Italia.

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Bacio di Klimt
Gustav Klimt, Il bacio, 1907-1908, olio su tela, 180 cm x 180 cm, Österreichische Galerie Belvedere, Vienna – fonte: Pixabay

Per dare profondità alla composizione, Klimt gioca con i contrasti di toni e di colore, insieme a un esasperato uso di motivi geometrici e floreali. Mentre l’uomo indossa una tunica in oro su cui sono applicati rettangoli bianchi e neri, la veste della donna è adornata di spirali e cerchi colorati. Forme complementari denotano sesso e personalità opposte che si incontrano e si completano proprio nel momento del bacio.

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Interessante notare che per quest’opera Klimt sceglie un formato perfettamente quadrato, 180 cm x 180 cm, sicuramente inusuale, che mette in risalto la centralità dei due protagonisti e del loro amore.

La vita che sboccia intorno alla coppia, simboleggiato dal manto erboso particolarmente colorato e rigoglioso e, l’estasi fisica e spirituale, che qui si trasforma in una nuvola d’oro, sono gli indizi di un quadro che si fa specchio della passione e dell’idillio nel momento dell’innamoramento, fisico ed emotivo, in cui i due amanti diventano un corpo unico.

Mentre intravediamo solo il profilo e la nuca dell’uomo, della giovane donna possiamo ammirare i tratti dolci e le mani sottili ma delicate, mentre i suoi occhi si chiudono, per esprimere il trasporto del sentimento e la potenza del contatto fisico. Per Klimt è infatti la donna punto cardine della coppia, è lei che dialoga con l’osservatore perché rappresenta il legame con la vita, la depositaria del mistero dell’amore capace di generare altra vita.

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Non è però solo passione quella che traspare dalla tela del pittore viennese. Come era stato per Il bacio (1859) di Francesco Hayez, Il bacio di Klimt è entrato nell’immaginario collettivo, diventando icona della cultura pop, proprio perché capace di raccontare con estrema delicatezza e un velo di tenerezza un sentimento amoroso che non ha tempo e confini e che esprime tutta la sua intensità nella gestualità dei suoi protagonisti per ricordarci che l’amore è sentimento ma è anche corpo, fisicità, incontro.

 


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Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.