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Quali sono state le dieci migliori mostre del 2022, secondo noi

Nel 2022 la vita culturale è tornata a splendere e i musei italiani hanno organizzato grandi mostre di respiro internazionale. Come ormai di consueto, ecco la nostra classifica delle migliori mostre dell'anno.

26 minuti di lettura

Il ritorno del turismo di massa, dei weekend fuoriporta e delle grandi città come poli di attrazione nel 2022 hanno segnato un ritorno senza precedenti nei musei, pubblici e privati, caratterizzato dalla definitiva caduta delle norme sanitarie per la prevenzione del contagio da COVID-19, come la prenotazione obbligatoria, il distanziamento, l’esibizione del Green Pass. Ad oggi, si vedono ormai poche mascherine nei musei, anche negli spazi più affollati. Inoltre, sono tornate esperienze come i Musei in Musica, le domeniche gratuite sono un tema molto caldo per il neoministro Sangiuliano e i musei italiani e stranieri sono finalmente tornati a dialogare per organizzare insieme grandi mostre di respiro internazionale, molto spesso itineranti, così da creare un orizzonte artistico e culturale comune. In chiusura dell’anno – come ormai di consueto – abbiamo elaborato la classifica di quelle che sono state le migliori mostre del 2022, a nostro insindacabile giudizio.

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10. «Bosch e un altro Rinascimento» – Palazzo Reale, Milano

Bosch Trittico dell'Adorazione dei magi
Hieronymus Bosch, Trittico dell’Adorazione dei Magi, 1485-1500, olio su tavola, Museo del Prado, Madrid © Hieronymus Bosch, Public domain, via Wikimedia Commons

Non c’è classifica senza una mostra di Palazzo Reale. Anche quest’anno la storica sede museale (ma non solo!) milanese non ha deluso le aspettative con una serie di progetti che hanno reso il capoluogo lombardo una delle città più interessanti per chi si intende di arte. Tra tutte, in questo 2022 spicca la mostra Bosch e un altro Rinascimento (9 novembre 2022 – 12 marzo 2023), realizzata sotto la direzione artistica di Palazzo Reale, con la curatela di Bernard Aikema, Fernando Checa Cremades e Claudio Salsi. Il percorso espositivo presenta un centinaio di opere d’arte tra dipinti, sculture, arazzi, incisioni, bronzetti e volumi antichi, inclusi una trentina di oggetti rari e preziosi provenienti da wunderkammern. Non una monografia convenzionale, ma un dialogo di capolavori tradizionalmente attribuiti al Maestro con importanti opere di altri maestri fiamminghi, italiani e spagnoli, in un confronto che ha l’intento di spiegare al visitatore quello che viene più banalmente definito l'”altro” Rinascimento – non solo italiano e non solo boschiano – che successivamente influenzerà grandi artisti come Tiziano, Raffaello, Gerolamo Savoldo, Dosso Dossi, El Greco e molti altri. Secondo i curatori, infatti, è proprio Hieronymus Bosch (‘s-Hertogenbosch, 2 ottobre 1453 – ‘s-Hertogenbosch, 9 agosto 1516), l’emblema di un Rinascimento “alternativo”, lontano dal Rinascimento governato dal mito della classicità, e prova dell’esistenza di una pluralità di Rinascimenti, con centri artistici diffusi in tutta Europa. 

Tra le opere di Bosch presenti a Milano ritroviamo prestiti importanti, come il Trittico del Giudizio Finale (1486) proveniente dal Groeningemuseum di Bruges, il Trittico degli Eremiti (1493) delle Gallerie dell’Academia di Venezia, il San Giovanni Battista in meditazione (1489) del Museo Lázaro Galdiano e i quattro arazzi boschiani dell’Escorial messi a confronto con un cartone per il quinto arazzo andato perduto e riconosciuto nelle collezioni delle Gallerie degli Uffizi. Un’occasione unica che val bene una tappa nella città meneghina.

9. «Cinzia says…» – MACRO, Roma

Cinzia Ruggeri, Stivali Italia, 1986 © Valentina Cognini. Tutti i diritti sono riservati.

Nonostante il panorama museale internazionale ne sia ormai costellato, organizzare una mostra di moda in Italia è un’impresa sempre più difficile. Non parliamo poi dello sforzo che può richiedere una mostra su una personalità di rottura e anticonvenzionale come Cinzia Ruggeri (1955-2019), artista, performer e stilista che ha rivoluzionato gli anni Settanta e Ottanta. Il museo MACRO di Roma quest’anno ha organizzato la prima grande antologica dedicata alla designer italiana intitolata Cinzia says… (14 aprile – 28 agosto 2022) con un progetto espositivo che ha offerto una visione il più possibile estesa e completa del suo percorso. Curata da Luca Lo Pinto e realizzata in collaborazione con l’Archivio Cinzia Ruggeri di Milano, la mostra si offre come perfetto laboratorio di sperimentazione museale che si merita un posto nella nostra classifica dei progetti più interessanti dell’anno.

Tra le numerose opere esposte, i capi appartenenti alle collezioni Bloom, Cinzia Ruggeri eCinzio Ruggeri, restaurati ed esposti per la prima volta dopo l’uscita in passerella più cinquant’anni fa. Accanto alle opere e ai capi esposti secondo diversi supporti e installazioni, sono ricostruiti due progetti ambientali. La règle du jeu? è l’ultima mostra dell’artista, allestita pochi mesi prima della sua scomparsa nel 2019, mentre La leggerezza del peso fu presentata nel 1989 ad Abitare il Tempo, la fiera di design che si teneva a Verona, a cura di Ugo La Pietra.

Poi presentata anche al Goldsmiths Centre for Contemporary Art di Londra, la mostra su Cinzia Ruggeri al MACRO di Roma rappresenta un’importante testimonianza su cosa significa esporre l’arte contemporanea oggi, lontano dal business delle grandi mostre “acchiappa-pubblico”.

8. «Progetto Superbarocco» – Scuderie del Quirinale e Palazzo Ducale, Roma e Genova

Van Dyck Superbarocco
Anthony van Dyck, Ritratto di Elena Grimaldi Cattaneo, 1623, olio su tela, National Gallery of Art, Washington DC © Anthony van Dyck, Public domain, via Wikimedia Commons

Con il Progetto Superbarocco, nel 2022 Genova ha reso omaggio a uno dei periodi di maggiore splendore della sua storia, quando tra Sei e Settecento la Repubblica conobbe un momento di grande vivacità, culturale e artistica. 

Realizzato in collaborazione con la mostra Arte a Genova da Rubens a Magnasco, allestita in contemporanea alle Scuderie del Quirinale, a Roma, e organizzata con la National Gallery of Art di Washington e la speciale collaborazione dei Musei di Genova, l’evento è stato coronato dalla mostra La forma della meraviglia. Capolavori a Genova tra 1600 e 1750 (27 marzo – 10 luglio 2022), a Palazzo Ducale. Curata da Jonathan Bober, Piero Boccardo e Franco Bogger, la rassegna ha celebrato con ben 50 capolavori una straordinaria e ancora sottovalutata stagione artistica, in cui il concorso di celebri artisti stranieri come Rubens, Van Dyck, Puget e talenti locali come Bernardo Strozzi, Valerio Castello e Gregorio De Ferrari valse a dar vita a un’espressione del Barocco quanto mai dinamica, esuberante e innovativa. Ad completare il brillante progetto, la rassegna di mostre diffuse in tutta la città I Protagonisti. Capolavori a Genova 1600 – 1750.

7. «Giovane Donna» di Pablo Picasso – Rhinoceros Gallery, Roma

Pablo Picasso, Giovane Donna, 1909, olio su tela, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo © Lluís Ribes Mateu, https://www.flickr.com/photos/lluisribes/12995432154, via Flickr.com

Da anni la Rhinoceros Gallery, brillante spazio espositivo nel cuore di Roma – più precisamente l’area del Velabro – curato e gestito dalla Fondazione Alda Fendi Esperimenti si distingue per l’interessante proposta artistica ispirata dai classici e arricchita da un importante sguardo sulla contemporaneità. Lo spazio, un palazzo del Seicento sapientemente riprogettato dall’archistar francese Jean Nouvel e diretto da Raffaele Curi, propone una selezione di iniziative che mettono in dialogo musica, danza, arte e teatro per esaltare le contaminazioni e le connessioni che uniscono le forme d’arte, ognuna a suo modo espressione di bellezza e armonia. Nel contesto di un ambizioso progetto di divulgazione artistica, negli ultimi anni la Fondazione ha aperto al pubblico la visita di opere di grande pregio come L’Adolescente di Michelangelo e il dipinto dei Santi Pietro e Paolo di El Greco. 

Protagonista del percorso intitolato Picasso va, Picasso arriva, è stata l’esposizione dell’opera Giovane Donna (1909) di Pablo Picasso, proveniente dalla collezione di Sergej Ščukin, in prestito per la prima volta in Italia dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, dal 15 febbraio al 15 maggio 2022. L’opera, esempio chiave della ricerca artistica di Picasso nella fase del Cubismo analitico, ritrae Fernanda Olivier, amante dell’artista per quasi otto anni. Modella e scrittrice, Fernanda, il cui vero nome è Amélie Lang, è stata protagonista di oltre cinquanta ritratti e pare addirittura che una delle Demoiselles d’Avignon fosse ispirata a lei. Il dipinto Giovane Donna è stato anche tristemente protagonista di un incidente diplomatico. Dopo lo scoppio della Guerra in Ucraina, viste le posizioni dell’Italia, l’Ermitage ha reclamato in anticipo la restituzione dell’opera il 29 marzo 2022. Un episodio simbolo di questo anno che fa sicuramente riflettere e a cui i Fendi hanno risposto: «In momenti delicati come questi, dove incertezza, passioni e paura si intrecciano in un simulacro che non vorremmo mai vivere, il potere ancestrale e salvifico della bellezza inizia ad esaurirsi in un dominio angosciante di un futuro, non più futuribile, ma reale. O quasi reale»

6. «Anish Kapoor» – Gallerie dell’Accademia di Venezia

anish kapoor venezia
Anish Kapoor, Symphony for a Beloved Sun, 2013, Stainless steel, wax, conveyor belts, Dimensions variable, Photograph: Dave Morgan
©Anish Kapoor. All rights reserved SIAE, 2021

Venezia, da sempre protagonista della scena artistica internazionale, lascia il suo segno anche nel 2022 con la grande mostra dedicata all’artista britannico Anish Kapoor, alle Gallerie dell’Accademia e presso lo storico Palazzo Manfrin, tenutasi dal 20 aprile al 9 ottobre 2022.

Curata dallo storico dell’arte Taco Dibbits, Direttore del Rijksmuseum di Amsterdam, la mostra ha presentato 60 opere che hanno simboleggiato i momenti chiave della carriera dell’artista, accanto a nuovi lavori inediti. Per la prima volta sono state esposte opere innovative create utilizzando la nanotecnologia del carbonio, così come i recenti dipinti e le sculture che testimoniano la vitalità e la spinta visionaria dell’attuale produzione artistica di Kapoor. Questa interazione tra scienza e arte ha creato opere che si collocano all’interno del secolare linguaggio della pittura, come per esempio Shooting into the Corner (2008-2009). La duplice mostra poi è continuata anche presso il settecentesco Palazzo Manfrin con Mount Moriah at the Gate of the Ghetto (2022) che ha totalmente stravolto l’ingresso della sede espositiva. Il palazzo, ancora in corso di restauro, ha ospitato opere fondamentali della carriera dell’artista come il trittico dipinto Internal Objects in Three Parts (2013-2015) o White Sand, Red Millet, Many Flowers (1982). In perfetto dialogo con le opere d’arte delle Gallerie dell’Accademia, la mostra indaga l’essenza dell’arte nei suoi elementi costitutivi e il legame con Venezia e la sua vocazione per l’arte contemporanea.

5. «Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO» – Palazzo delle Esposizioni, Gallerie Nazionali di Arte Antica, MAXXI, Roma

pasolini teorema
Una scena di Teorema, 1968, di Pier Paolo Pasolini

Sono numerose le mostre e le manifestazioni che in questo 2022 hanno celebrato il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975). Roma, la sua città di adozione, ha dato vita a un grande evento espositivo che riunisce tre massime istituzioni del campo museale e culturale della città. L’Azienda Speciale Palaexpo di Roma, le Gallerie Nazionali di Arte Antica e il MAXXI rendono omaggio alla figura del regista, scrittore e artista, nelle rispettive sedi museali, con un progetto espositivo coordinato e condiviso, articolato in tre mostre distinte dal titolo Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO. Il progetto è concepito e curato collettivamente da Michele Di MonteGiulia FerracciGiuseppe GarreraFlaminia Gennari SantoriHou HanruCesare PietroiustiBartolomeo PietromarchiClara Tosi Pamphili.

La prima mostra, al Palazzo delle Esposizioni, Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO. Il corpo poetico, è stata inaugurata il 19 ottobre 2022 e sarà visitabile fino al 26 febbraio 2023. Presenta un’accurata selezione di oltre 700 pezzi che vanno a comporre un ritratto “corporeo” e inedito del grande intellettuale italiano, e oltre 100 costumi e abiti di scena. Un’esposizione che, in ogni sua parte, parla di amore per le cose e i corpi, nel nome della santità del reale.

La mostra delle Gallerie Nazionali, a Palazzo Barberini, Il corpo veggente (28 ottobre 2022 – 12 febbraio 2023), esplora il ruolo determinante dell’ispirazione della tradizione artistica nel cinema e nell’immaginario figurativo pasoliniano, dai Primitivi al Barocco, dall’arcaismo ieratico dei pittori giotteschi al realismo sovversivo di Caravaggio.

Al MAXXI la chiave di lettura dell’opera pasoliniana invece è restituita attraverso la mostra Il corpo politico (16 novembre 2022 – 12 marzo 2023) con le voci di artisti contemporanei, le cui opere evocano l’impegno politico dell’autore e l’analisi dei contenuti sociali ispirati dalle sue opere.

4. «Recycling Beauty» – Fondazione Prada, Milano

fondazione prada milano

Dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023 la Fondazione Prada presenta la mostra Recycling Beauty, a cura di Salvatore Settis con Anna Anguissola e Denise La Monica. Si tratta del terzo capitolo della ricerca della Fondazione sull’antico dopo una prima sperimentazione nel 2015 quando vennero presentate contemporaneamente negli spazi di Milano e Venezia Serial Classic Portable Classic, due esposizioni curate sempre da Salvatore Settis, con Anna Anguissola a Milano e con Davide Gasparotto a Venezia.

Leggi la nostra recensione della mostra:
L’arte classica protagonista in Fondazione Prada

Per l’occasione dell’ultima mostra sono stati utilizzati gli spazi del Podium e della Cisterna, che ospitano più di cinquanta opere d’arte classica in prestito dai più grandi musei italiani ed europei, quali il Louvre di Parigi, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, la Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, i Musei Vaticani e la Galleria Borghese di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’allestimento è ideato da Rem Koolhaas/OMA. Il tema centrale su cui affonda le radici Recycling Beauty è quello del riuso delle antichità greco-latine in contesti post-antichi. Un allestimento poco pop, sobrio e didascalico, invita il visitatore ad una fruizione ragionata, allo studio dell’opera come dentro ad un «laboratorio» dimostrando che essa è in grado di ritornare, riciclata, in epoche successive grazie alla sua estrema chiarezza. È quello che si può dire del resto anche dell’alta letteratura, che dura nel tempo proprio in quanto portatrice di un messaggio di validità universale.

3. Biennale d’Arte di Venezia 2022

Simone Leigh (Stati Uniti), Brick House, 1967, Biennale Arte 2022 Ph. Jean-Pierre Dalbéra, https://www.flickr.com/photos/dalbera/52099601234, Via Flickr.

Tra i grandi protagonisti del 2022 non può mancare la Biennale d’Arte di Venezia 2022, intitolata Il latte dei sogni, giunta alla sua cinquantanovesima edizione, la prima a essere diretta da una donna, Cecilia Alemani, già responsabile e capo curatore di High Line Art, nonché già curatrice del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2017. Tenutasi dal 23 aprile al 27 novembre 2022, l’ultima edizione della più importante mostra italiana di arte contemporanea deve il nome, come spiega Alemani, a una raccolta omonima di favole illustrate dal tono onirico, grottesco e surrealista dell’artista britannica Leonora Carrington  (1917-2011). I tanti artisti presenti – 213 provenienti da 58 Paesi – hanno dato vita e interpretato i temi principali che hanno caratterizzato la rassegna: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra individui e tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. A fare da guida a questa edizione alcuni interrogativi emersi dal dialogo con gli artisti: come sta cambiando la definizione di umano? Quali sono le differenze che separano il vegetale, l’animale, l’umano e il non-umano? Quali sono le nostre responsabilità nei confronti dei nostri simili, delle altre forme di vita e del pianeta che abitiamo? E come sarebbe la vita senza di noi?

Leggi la nostra recensione della mostra:
La Biennale di Venezia 2022 tra arte e innovazione internazionale

La Mostra è stata affiancata da 80 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono stati 5 i paesi presenti per la prima volta: Repubblica del Camerun, Namibia, Nepal, Sultanato dell’Oman e Uganda. Repubblica del Kazakhstan, Repubblica del Kirghizistan e Repubblica dell’Uzbekistan hanno partecipato per la prima volta con un proprio padiglione.

2. «Van Gogh» – Palazzo Bonaparte, Roma

Vincent Van Gogh, Paesaggio con covoni di grano e luna crescente, 1889, olio su tela, Kröller-Müller Museum, Otterlo, Paesi Bassi.

La seconda classificata è sicuramente la mostra che ha generato più aspettative, code e attese di questo 2022. La retrospettiva Van Gogh a Palazzo Bonaparte a Roma è stata inaugurata lo scorso 8 ottobre ma le lunghe file d’attesa sembrano non cedere. Per i più audaci, c’è tempo fino al 26 marzo 2023 per aggiudicarsi un biglietto per la bella selezione di 50 opere provenienti dal Museo Kröller Müller di Otterlo (Paesi Bassi). Tra le opere più interessanti il celebre Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, oltre a Giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) e Vecchio disperato (1890).

Leggi la nostra recensione della mostra:
Il genio tormentato di Van Gogh in mostra a Roma

Organizzata da Arthemisia Mostre e curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti, la mostra è riuscita a ritracciare il tormentato percorso artistico e personale del pittore originario di Zundert, ricostruendo il filo conduttore che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.

1. «Donatello, Il Rinascimento» – Palazzo Strozzi e Museo del Bargello, Firenze

MatthiasKabel, Donatello, Banchetto di Erode,1423-27. Rilievo in bronzo dorato, cm 60×60. Siena, pannello nel fonte battesimale del Battistero.
CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

Incoronata migliore mostra del 2022 dagli Apollo Awards con una cerimonia tenutasi a Londra il 6 dicembre 2022, Donatello, Il Rinascimento (19 marzo – 31 luglio 2022) è la migliore mostra del 2022 anche secondo noi.

Divisa fra Palazzo Strozzi e il museo del Bargello, a Firenze, la mostra riunisce per la prima volta i più grandi capolavori del maestro del Quattrocento sparsi per il mondo, in un percorso di oltre 130 opere, tra sculture, rilievi, disegni, dipinti, a confronto con capolavori di artisti a lui contemporanei quali Brunelleschi e Masaccio, Mantegna e Giovanni Bellini, ma anche successivi come Raffaello e Michelangelo. Curata da Francesco Caglioti, la mostra ha raggiunto un totale di 150.000 visitatori a Palazzo Strozzi e oltre 117.000 al museo del Bargello. Tra le opere esposte, citiamo il David in marmo e l’Amore-Attis del Bargello, gli Spiritelli del Pergamo del Duomo di Prato, i bronzi dell’altare maggiore della Basilica di Sant’Antonio a Padova, oltre a numerosi prestiti dai più importanti musei internazionali come il Louvre di Parigi o il Metropolitan Museum di New York. 

Leggi la nostra recensione della mostra:
«Donatello, il Rinascimento»: Firenze celebra il maestro

Realizzata in collaborazione con gli Staatliche Museen di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra, Donatello, Il Rinascimento replicherà nei prossimi mesi proprio in queste ultime due città. Quella realizzata dalle quattro istituzioni è la più grande e completa retrospettiva mai realizzata sull’artista, un’occasione storica e irripetibile per ammirare insieme le opere che hanno fatto la storia dell’arte, non solo tardomedievale e rinascimentale, avendo influenzato tutte le generazioni successive.

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Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

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