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Immagini di femminilità nella Guerra Fredda: due riviste a confronto

Amerika e USSR/Soviet Life sono state due riviste promosse da Stati Uniti e Unione Sovietica, rivolte ai cittadini dell'altro paese. In particolare, alle donne. Ma quali diversi modelli di femminilità venivano presentati dalle riviste?

9 minuti di lettura

Nel 1956 il governo sovietico e quello statunitense formularono un patto di reciproca informazione ed infiltrazione culturale nei rispettivi paesi. Una situazione di contatto e scambio che si rese possibile soltanto dopo la morte di Iosif Stalin nel 1953, e abbracciata da Nikita Sergeevič Chruščëv e Dwight D. Eisenhower con la stessa intensità. Sebbene la Guerra Fredda fosse all’orizzonte, entrambi i leader tentarono di far conoscere il proprio popolo in un’operazione di familiarizzazione con intenti amichevoli, anche se le basi su cui poggiava non erano sempre veritiere. Attraverso il canale della rivista popolare (gli USA con Amerika, l’URSS con USSR/Soviet Life), vedremo come la campagna si sviluppava e come le donne erano il pubblico prediletto.

Gli Stati Uniti per l’Unione Sovietica: Amerika

USSR Amerika
Copertina di Amerika dedicata al duecentesimo anniversario della costituzione americana (1987)

Nel 1944 venne fondata Amerika, una rivista in lingua russa stampata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e distribuita in Unione Sovietica. La pubblicazione si arrestò nel 1952 per via della censura, per riprendere nel 1956. Si trattava del tentativo americano di infiltrarsi nella vita sovietica per diffondere usi e costumi in una missione di “propaganda gentile”, come venne poi chiamata.

Ogni numero di Amerika conteneva una sessantina di pagine di carta patinata e circa una ventina di articoli su cultura, società, istituzioni, moda: il cosiddetto “American way of life”. Le fotografie erano numerose e colorate perciò diventavano il punto focale dell’intera rivista. Poiché la politica era argomento vietato, pena la stretta della censura sovietica, non esistevano nemmeno gli editoriali. Secondo le parole degli stessi editori, l’obiettivo di una tale pubblicazione era quello di:

Catturare i sentimenti e le aspirazioni degli americani, le loro preoccupazioni e i loro momenti più leggeri di relax. Si cercherà di rappresentare cosa gli americani pensano e fanno, cosa leggono e dicono.

Nonostante questi propositi, il budget di Amerika era limitato, pertanto la redazione riciclava articoli di altre riviste, riproponendoli per il popolo sovietico. La rivista riuscì comunque a configurarsi come il punto culminante di un programma propagandistico, basato su un’informatività cauta e per questo digeribile dalla censura sovietica.   

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Le donne americane secondo Amerika

Le donne e le dinamiche di genere erano al centro della maggior parte degli articoli di Amerika. Una delle preoccupazioni principali degli editori era quella di mostrare le donne americane (le donne del paese “nemico” dal punto di vista dei sovietici) come delle persone realizzate, appagate e benpensanti. Si trattava sempre e immancabilmente di donne bianche, della classe media, sposate e casalinghe. Poiché il governo comunista aveva stravolto l’ideale femminile in tutta l’URSS, predicando l’uguaglianza di genere e promuovendo l’immagine della donna operaia, gli USA dovevano controbattere con immagini idealizzate di donne “tradizionali”. Così, alla russa rozza, mascolina e operaia si contrapponeva l’americana elegante, femminile, dedita alla cura della casa e della famiglia.

Alla luce di ciò, Amerika dipingeva una società in cui la donna, pur libera, sceglieva sempre di diventare moglie e madre, perché insito nella sua stessa natura. Inoltre, l’americana era aiutata nella gestione della casa da una gamma infinita di prodotti ed elettrodomestici che potevano fiorire soltanto in una società tecnologica come quella in cui viveva. Per questo motivo, la rivista era ricca di immagini di elettrodomestici, automobili, ma anche vestiti all’ultima moda, nella speranza di sedurre le lettrici sovietiche, convincendole che negli Stati Uniti si viveva meglio. La propaganda passava anche dal desiderio di escapismo.

L’Unione Sovietica per gli Stati Uniti: USSR

USSR Amerika
Un articolo dedicato all’agricoltura nel numero di agosto 1956 di USSR

Il corrispettivo sovietico di Amerika era la rivista USSR (successivamente chiamata Soviet Life), nata nel 1956 e soppressa nel 1991. Il primo numero era costituito da una sessantina di pagine, con articoli in inglese sul modo di vivere russo e riguardanti la descrizione del popolo. Tuttavia, il suo elemento più importante era una lettera del segretario generale del Partito Comunista, Nikita Sergeevič Chruščëv, indirizzata agli “amici americani”. Nel testo (riportato sia in russo, sia in inglese), si leggeva:

Il popolo sovietico desidera sinceramente un’amicizia tra le nostre due nazioni. Ciò può essere facilitato conoscendoci meglio l’un l’altro. Lo scopo della rivista USSR è quello di diffondere informazioni veritiere sulla vita del popolo sovietico. […] Essendo una persona ottimista, credo che arriverà il tempo in cui i nostri popoli saranno veri amici ed insieme con altri popoli vivremo tutti in un mondo senza guerre, senza eserciti e senza armi.

Pur lodevoli che fossero le parole di Chruščëv, è ovvio che USSR, allo stesso modo di Amerika, era una dimostrazione di superiorità da parte del governo, in questo caso sovietico: al capitalismo si opponeva il comunismo, che aveva portato ad ogni membro dell’Unione benessere, progresso scientifico, assistenza sanitaria e cultura. Era essenziale, per gli editori della rivista, presentare soprattutto un riquadro dei sovietici come lavoratori infaticabili, umili, ma non per questo meno raggianti degli americani. Il loro scopo era dimostrare l’inutilità dei lussi occidentali: la felicità si poteva raggiungere con molto meno.

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Le donne sovietiche secondo USSR

Poiché USSR è il correlativo sovietico di Amerika, le donne sono il pubblico prescelto anche di questa rivista. Al centro di questa campagna di propaganda c’erano in particolare i vantaggi portati dalla Rivoluzione russa che iniziò nel 1917, grazie alla quale le donne in tutti gli stati dell’URSS, avevano guadagnato libertà ed uguaglianza. Infatti, erano presenti immagini che ritraevano: lavoratrici instancabili che lavoravano a fianco degli uomini in fattoria o in fabbrica, scienziate e ricercatrici protagoniste delle più recenti scoperte, funzionarie pubbliche con incarichi nella capitale. Ciò che gli editori volevano far emergere era la concezione di un tipo diverso di donna, più diligente, più acculturata e più indipendente.

Una divergenza piuttosto rilevante tra Amerika e USSR era che quest’ultima non dedicava la stessa attenzione della prima alla moda. Il guardaroba della donna sovietica non doveva essere femminile, ma pratico – del resto, i vestiti smanicati a gonna larga reclamizzati dagli americani, erano inutili in molti paesi dell’Unione Sovietica, dove faceva troppo freddo. Dato che il partito incoraggiava a riparare e riciclare gli abiti prodotti dalla manodopera socialista, i capi all’ultima moda erano pressoché inutili per le donne sovietiche.

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Caterina Cantoni

Classe 1998, ho studiato Lingue e Letterature Straniere all'Università Statale di Milano. Ammaliata da quella tragicità che solo la letteratura russa sa toccare, ho dato il mio cuore a Dostoevskij e a Majakovskij. Viale del tramonto, La finestra sul cortile e Ritorno al futuro sono tra i miei film preferiti, ma ho anche un debole per l'animazione. A volte mi rattristo perché so che non mi basterebbero cento vite per imparare tutto ciò che vorrei.

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