fbpx

La fioritura dell’Impero Ottomano: l’Era dei Tulipani

Nel corso del XVIII secolo, una quantità smisurata di tulipani colorò la Turchia e divenne simbolo di un periodo di rinascita sociale, politica e culturale per l'Impero Ottomano. Ma non mancarono le contraddizioni

10 minuti di lettura

Se un viaggiatore della prima metà del XVIII secolo fosse approdato a Costantinopoli, sarebbe rimasto a bocca aperta di fronte al mare di colori che invadeva i giardini della capitale. Tra il 1718 e il 1730, sotto la guida del sultano Ahmed III e del visir Ibrahim Pasha, l’Impero Ottomano visse un periodo relativamente pacifico e di apertura verso l’Europa. Durante questo periodo una quantità smisurata di tulipani di ogni varietà e sfumatura colorò la Turchia per diventare il simbolo di un periodo di rinascita sociale, politica e culturale che avrebbe preso il nome di Era dei Tulipani.

Impero Ottomano Era dei Tulipani
Un disegno di un tulipano realizzato da un artista ottomano durante l’Era dei Tulipani

Il seme della rinascita: il Trattato di Passarowitz

La fine dello storico conflitto del 1714-178 tra l’Impero Ottomano e la Repubblica di Venezia fu l’inizio del cambiamento. In questa guerra la Serenissima difese strenuamente Corfù e nel 1716 si avvalse dell’aiuto dell’Austria per riportare le vittorie a Temesvàr e Belgrado. Gli Ottomani, fortemente fiaccati dalle sconfitte su più fronti dalle due forze nemiche dovettero firmare la pace.

Nel Trattato di Passarowitz, l’Austria ottenne il Banato, la Serbia settentrionale e una striscia di territori in Bosnia, uscendone favorita. La sconfitta militare della Turchia fu solo apparente. Infatti, l’Impero Ottomano ricevette da Venezia molti territori delle Isole Ionie e la Dalmazia, confermando il suo controllo sulla Grecia. Sebbene avesse riportato vittorie sul campo, per la Serenissima questo momento fu l’inizio del tramonto della sua potenza in Europa.

Il bocciolo del cambiamento: le nuove riforme e l’apertura verso l’Europa

Nel 1720, sotto la guida del sultano Ahmed III e con l’aiuto del visir Ibrahim Pasha, l’Impero Ottomano conobbe un periodo di relativa stabilità interna. Vennero intraprese nuove politiche e programmi di promozione del commercio per aumentare le entrate. Numerosi ambasciatori turchi vennero mandati nelle corti di tutta Europa per ampliare la rete di contatti e favorire rapporti di scambio solidi.

Non solo, fu un cambiamento anche a livello culturale. Si favorirono gli scambi e i viaggi per gli intellettuali per apprendere nuove conoscenze scientifiche e favorire l’arricchimento dell’Impero. Nel 1727 anche la stampa varcò i confini e giunse in Turchia con l’avvento della tipografia, vietata fino a quel momento.

Impero Ottomano Era dei Tulipani
“Udienza del sultano Ahmed III il 10 ottobre 1724” – J.B Van Mour (XVIII secolo)

Il tulipano, un simbolo di rinascita

Con questo vento di cambiamenti, il sultano e il visir introdussero anche la loro grande passione per i tulipani. In breve la mania per i bulbi dilagò nella corte imperiale e i giardini si riempirono di onde di colore di questo fiore. La passione del visir Pasha per i tulipani era così forte che chiese ai suoi giardinieri di provare nuovi incroci per creare nuove varietà e colorazioni.

Questa tulipanomania è descritta dai viaggiatori europei molto vividamente ed in modo evocativo.

Si celebra il fiore imperiale con feste suntuose al chiaro di luna, in giardini ove rastrelliere piene di vasi di tulipani si alternano a bocce di cristallo lucenti di liquidi colorati. Anche gli ospiti che passeggiano sotto centinaia di lampadari per ascoltare gli uccelli chiusi in gabbie […] sono pregati di vestire con colori intonati alla fioritura.

M. T. Giavieri – Lady Montagu e il dragomanno, Neri pozza, 2021

In poco tempo il tulipano divenne il simbolo di questa nuova stagione culturale, una celebrazione della fioritura dell’arte e della cultura. Venne scelto dall’élite come simbolo della nobiltà e del privilegio sociale. Non solo i giardini, le case nobiliari e i mercati si riempirono di tulipani, ma divenne anche un motivo ricorrente nei tessuti, nelle sete e negli elementi architettonici. L’arte classica islamica si fuse con il Barocco europeo e il fiore entrò come decorazione prediletta e dominante.

Impero Ottomano Era dei Tulipani
La fontana voluta dal sultano Ahmed III è uno dei simboli dell’architetture del periodo

Una rifioritura apparente: criticità storiche

In realtà gli storici che hanno analizzato questo periodo si trovano profondamente divisi in merito alla reale stabilità dell’Impero Ottomano. Ciò sarebbe lampante sia dal punto di vista della politica estera che di quella interna.

Riguardo alla politica estera, l’Era dei Tulipani fu un periodo di pace apparente. Il Trattato di Passarowitz aveva messo fine solo ai conflitti con le forze europee. In realtà l’Impero Ottomano in quegli anni continuò ad impegnarsi ad espandere i propri territori a Oriente. Nel 1722 mise in atto una conquista sistematica di territori in Georgia, Azerbaijan e Iran. Nel 1730 fu proprio lo sfondamento del fronte iraniano a mettere in crisi i rapporti con la Russia, costringendo l’Impero Ottomano ad intensificare i rapporti con l’Inghilterra.

A livello di politica interna, invece, l’Era dei Tulipani sarebbe invece diventatia il simbolo di una contraddizione storica. Prima di tutto, il benessere portato dall’apertura verso l’Europa sembra essere solo apparente. Solo le élite aristocratiche prosperarono, mentre la larga fascia di popolazione più povera viveva nella povertà assoluta. Inoltre, questo momento di occidentalizzazione dell’Impero non sarebbe corrisposto ad una reale apertura, quanto piuttosto ad una corruzione morale della società e dei valori ottomani.

Impero Ottomano Era dei Tulipani
La rivolta di Patrona Halil – J.B Van Mour (XVIII secolo)

La fine di un decennio felice: la rivolta di Patrona Halil

Tra le tante riforme portate avanti da Ahmed III e il suo visir c’era anche quella che riguardava l’apparato militare. I giannizzeri, il corpo di fanteria privato del sultano, ne fu particolarmente colpito. Il numero dei membri venne drasticamente ridotto e persero progressivamente i privilegi gerarchici e amministrativi di cui godevano nella società ottomana.

Ciò si unì all’aumento della tassazione generale per sostenere le fallimentari guerre di conquista sul fronte iraniano. La notizia di un tentativo di pacificazione con l’Iran e del ritiro delle truppe turche dal fronte senza risultati fu la miccia per incendiare una ribellione.

Leggi anche:
Luogo di culto e bellezza artistica: la Moschea Blu di Istanbul

Il 28 settembre 1730, un popolano albanese di formazione militare, Patrona Halil, con un gruppo di seguaci invase il mercato di Costantinopoli, impose la sharia, la legge islamica, e fece issare la bandiera della ribellione. Con il sostegno di dodicimila giannizzeri, per lo più compatrioti, prese il controllo della città per molte settimane. Il sultano Ahmed III venne destituito e confinato fino alla morte nel suo palazzo. Al suo posto venne dichiarato sultano il nipote, Mahmud I.

In realtà in breve tempo la rivolta venne sedata, grazie all’intervento esterno del Khan della Crimea e degli ufficiali giannizzeri che non si erano rivolti a Patrona Halil. Il ribelle venne condannato a morte insieme ai suoi seguaci.

La fine dell’Era dei Tulipani

Nonostante la ribellione di Patrona Halil, fosse durata due mesi, questo evento rappresentò il tramonto dell’Era dei Tulipani. Il periodo di relativa pace si concluse definitivamente con il ritorno al conflitto in Persia per i successivi sei anni, portando ad una pace che ripristinava lo status quo tra le due parti. Contemporaneamente, l’Impero Ottomano si trovò a dover fronteggiare la Russia a seguito delle tensioni accumulate e anche l’Austria.

La breve parabola dell’Era dei Tulipani però non venne dimenticata. A livello economico, l’Impero Ottomano esportò le varietà di bulbi per tutta Europa, arrivando fino all’Olanda. A livello simbolico invece il tulipano rimase uno dei fiori prediletti, ma divenne la metafora della fragilità dei tempi e del potere dell’élite aristocratica.

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!

Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!

Eleonora Fioletti

Nata tra le nebbie della pianura bresciana, ma con la testa tra le cime delle montagne. Laureata in Filologia moderna, si è appassionata ai manoscritti polverosi e alle fonti storiche. Nel tempo libero colleziona auricolari annodati, segnalibri improbabili, eterni esprit de l’escalier, citazioni nerd e disneyane da usare in caso di necessità.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.