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ius scholae

Cosa prevede la proposta di legge sullo ius scholae?

Il dibattito sulla riforma della cittadinanza è tornato ad accendere il dibattito politico in Italia. Ma che cos'è e cosa prevede lo ius scholae?

7 minuti di lettura

La questione cittadinanza è tornata al centro delle discussioni politiche. Il 29 giugno alla Camera ha preso vita l’argomentazione del testo di riforma della legge 91 del 1992 sulla sua acquisizione. Dopo mesi di rinvii e tentativi di ostruzionismo, dunque, è finalmente arrivato in aula lo ius scholae. Questa proposta di legge, che ha come relatore il deputato Giuseppe Brescia (M5S), prevede la richiesta di cittadinanza italiana da parte di minori stranieri che sono nati in Italia o che hanno compiuto almeno 12 anni di età e portato a compimento un ciclo scolastico di 5 anni.

Due sono i punti centrali della riforma della cittadinanza, che ha lo scopo di ottimizzare, regolamentare e migliorare la vita dei figli di stranieri che nascono e vivono nel nostro paese.

Cosa cambierebbe per la cittadinanza con lo ius scholae

Il primo punto modifica la legge del 5 febbraio del 1992 n. 91. Con l’eventuale entrata in vigore dello ius scholae, si prevede che al minore straniero vada la cittadinanza italiana se nato in Italia, oppure se vi ha fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età, risiedendo legalmente e senza interruzioni. Infine che abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni, uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione.

La cittadinanza si otterrebbe quindi a seguito di una dichiarazione di volontà, resa entro il compimento della maggiore età dell’interessato. Può avvenire da un genitore legalmente residente in Italia o da chi esercita la responsabilità genitoriale. Tutto questo va presentato all’ufficiale dello stato civile del comune di residenza del minore. Tuttavia, se il genitore non ha fatto richiesta, la domanda potrà comunque essere presentata dall’interessato entro i due anni dalla maggiore età. Gli ufficiali addetti all’anagrafe sono tenuti ad informare, entro i sei mesi dal compimento dell’età adulta di cittadini stranieri, le modalità d’acquisto della cittadinanza.

Il secondo punto, invece, modifica altre due leggi, una del 2013 e un’altra del 1988.

La modifica del decreto legge del 21 giugno 2013 ha lo scopo di risolvere i problemi della prassi applicativa. Attualmente il cittadino straniero deve presentare ogni documento possibile che sia legale e attesti la sua permanenza in Italia per poter fare domanda. Questo però ha spesso comportato dei problemi poiché non tutti conoscono il testo normativo. Per questa ragione non hanno presentato domanda e sono rimasti esclusi dalla procedura. Da qui l’obiettivo della nuova proposta che obbliga il comune ad informare i propri cittadini delle scadenze in questione.

La modifica della legge n. 400 del 23 agosto del 1988, invece, prevede di ordinare e organizzare in un unico fascicolo i documenti. Essi servono per agevolare la domanda di cittadinanza e farla ottenere nei primi 30 giorni anziché 45.

Lo ius scholae al centro del dibattito politico

La proposta sullo ius scholae è portata avanti in particolare da M5S e PD, che l’hanno definita una “prova di fiducia”. Questa è rivolta sia agli stranieri che vogliono l’integrazione dei loro figli, ma anche alla facoltà di inclusione e comprensione dei dirigenti e collaboratori scolastici.

Tuttavia è arrivato subito il blocco da parte della Lega che ha definito lo ius scholae come uno «ius soli mascherato». Mentre il centrosinistra è perfettamente allineato sul fronte che difende la proposta e si sta impegnando affinché venga approvata, la destra è più frammentaria. Forza Italia, infatti, ha deciso di appoggiare la legge staccandosi così dalle posizioni di Fratelli d’Italia e Lega. Nel pomeriggio del 29 giugno, però, quando è iniziata la discussione alla Camera, non tutti i membri di FI hanno votato a favore: ad esempio la deputata forzista Annagrazia Calabria ha votato contro.

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L’attenzione riservata alla proposta di ius scholae dà dignità e integrità a circa 900mila studenti stranieri che sono in Italia. Tutti loro vivono nell’anonimato di una società che fatica a prendere le loro parti per proteggerli. In attesa dei prossimi sviluppi, Save The Children ha commentato che la legge deve «assicurare loro la piena integrazione nella comunità è fondamentale per garantire una piena condivisione dei diritti e delle opportunità dei loro coetanei».

La situazione attuale

Il tema della cittadinanza è fortemente discusso e divide da sempre le opinioni di politici e cittadini. Nel nostro paese vige lo ius sanguinis per l’ottenimento della cittadinanza, ovvero basta avere almeno uno dei genitori di nazionalità italiana per riceverla automaticamente. Se si è nati in Italia da genitori stranieri, bisogna attendere i 18 anni di età e la residenza permanente e legale sul territorio per poterla richiedere.

Tuttavia uno dei nodi dolenti degli ultimi anni è il famoso ius soli, che significa che l’acquisizione della cittadinanza in un paese è conseguenza del fatto di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla posizione giuridica dei genitori. In Italia è previsto solo in rari casi come figli d’ignoti, apolidi o di impossibilità di trasmissione della cittadinanza.

Nelle ultime settimane le piazze sono state inondate da studenti, professori e sostenitori della nuova proposta di legge sullo ius scholae. Cercano di far sentire la propria voce, ma anche di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa tematica. Appoggiare la promulgazione di una legge come questa significherebbe proteggere gli altri e noi stessi. Come ci ricorda la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti.»  Da qui dobbiamo partire, come ricordava sempre Gino Strada, e da qui dobbiamo aiutarci e rispettarci.

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Alessandra Ferrara

Nata nella provincia di Caserta e laureata in lingue straniere all'università Orientale e cultrice dei diritti umani presso La Sapienza. Sostenitrice della libertà e protezione dei più deboli, amo viaggiare scrivere e leggere e nel tempo libero sono una serie tv addicted.

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