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Ius Soli: 10 motivi per cui la legge è da approvare subito

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6 minuti di lettura

Si avvicina la fine della XVII legislatura e si parla sempre più insistentemente della legge sullo Ius Soli, argomento che spacca in due l’opinione pubblica ma su cui c’è anche molta confusione. Proviamo a capire di che cosa si tratta precisamente, chi ne beneficerebbe e soprattutto perché è auspicabile che questa legge venga approvata entro la fine della legislatura.

1) È uno Ius Soli temperato

I figli degli stranieri non diventerebbero cittadini italiani solo perché sono nati in Italia: almeno un genitore dovrà vivere in Italia almeno da cinque anni. In caso di stranieri provenienti da Paesi fuori dall’UE, inoltre, il genitore dovrà: avere un reddito almeno pari all’importo annuo dell’assegno sociale, avere un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge e superare un test di conoscenza dell’italiano.

2) Allo Ius Soli verrebbe affiancato lo Ius Culturae

Possono richiedere la cittadinanza italiana i bambini (nati in Italia o arrivati qui entro i dodici anni) che abbiano frequentato la scuola nel nostro Paese per almeno cinque anni, completando almeno un ciclo scolastico (le elementari o le medie). Malgrado quello che spesso si crede, quindi, conoscere lingua e cultura italiane sarebbe imprescindibile per poter richiedere la cittadinanza.

3) 800.000 minori vedrebbero riconosciuta la propria identità

Ad oggi, tutti questi minori, italiani per cultura ma non per legge, finiscono con il sentirsi stranieri non solo nel Paese dei loro genitori, ma anche in un’Italia che non li riconosce. Se si desse loro la cittadinanza, avrebbero finalmente una vera e propria identità e non si sentirebbero più diversi dai loro compagni.

4) Non si aspetterebbe più la maggiore età

Qualcuno pensa che non ci sia davvero bisogno di questa legge perché i figli degli stranieri hanno già la possibilità di richiedere la cittadinanza italiana. Effettivamente al momento possono sì richiederla, ma devono aspettare di compiere diciotto anni. Con l’approvazione della legge, potrebbero diventare cittadini italiani anche da minorenni.

5) I minori sarebbero sganciati dalla situazione dei genitori

Oggi come oggi, i figli degli stranieri sono inevitabilmente legati alla situazione dei genitori: perciò, se per qualsiasi motivo la famiglia di uno di questi ragazzi dovesse tornare nel Paese d’origine, i figli sarebbero obbligati a seguirla e abbandonare i loro studi già avviati qui in Italia.

Ius Soli
Fonte: www.huffingtonpost.it

6) La naturalizzazione per gli adulti rimarrebbe invariata

Questa legge punta anzitutto a tutelare i minori figli di stranieri. Questo significa che l’iter per la naturalizzazione degli adulti non cambierebbe, nonostante quel che alcuni sostengono: questi dovrebbero ancora risiedere e lavorare stabilmente e legalmente in Italia per almeno dieci anni (due nel caso di matrimonio con un cittadino italiano).

7) Basta differenze tra i discendenti degli italiani all’estero e gli immigrati in Italia

Nel 1992 è stata introdotta la legge sullo Ius Sanguinis (“diritto del sangue”), secondo la quale si può essere considerati italiani se lo è almeno un genitore. Questo ha permesso ai cittadini stranieri figli di italiani di ottenere anche la cittadinanza italiana, creando delle disparità tra loro e i figli di stranieri residenti da tempo in Italia.

8) Saremmo più simili agli altri Paesi europei

L’approvazione di questa legge avvicinerebbe l’Italia ad altri Stati dell’UE dove già sono in vigore leggi simili, come la Francia e la Germania.

9) Si potenzierebbe l’integrazione

Essere cittadini di uno Stato significa godere di una serie di diritti, ma anche essere soggetti a dei doveri. La parità di trattamento rispetto alle persone nate in Italia aumenterebbe il senso di responsabilità e coinvolgimento da parte degli stranieri di seconda generazione, e faciliterebbe l’integrazione.

10) Si eviterebbe di ripartire da zero alla prossima legislatura

La legge sullo Ius Soli, proposta dal PD, è stata approvata dalla Camera dei Deputati nel 2015, ma da allora è ferma in Senato, complici gli emendamenti dei partiti contrari e la necessità di raggiungere maggioranze più elevate. Se la legge non venisse approvata entro la fine della legislatura, bisognerebbe ripartire da zero alla prossima, vanificando tutto il lavoro fatto in questa.

In breve, questa legge non toglierebbe nulla a chi è già cittadino italiano, ma migliorerebbe sensibilmente la vita di chi da due anni sta aspettando che venga approvata. La speranza è che alla fine trionfi il buon senso.

Francesca Cerutti

 

Foto in copertina: www.dolvecitaonline.it

 

Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

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