Un vortice di pagine che si innalza dal terreno del Piccolo Teatro Studio Melato accoglie gli spettatori per la rappresentazione di «Ivan» interpretato da Fausto Russo Alesi.
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Una spirale senza fine
L’Ivan di Fausto Russo Alesi è il secondo dei fratelli Karamazov. Il rapporto col padre per tutti e tre i figli è molto complicato e per Ivan diventerà fatale. Racconta la sua storia e attraverso di essa la sua visione del mondo, in particolar modo con la Leggenda del grande inquisitore.
Una storia immaginata dal ragazzo all’età di soli ventitré anni: Gesù è tornato sulla terra, compie miracoli, è amato. Ma il grande inquisitore lo vede, lo fa arrestare e gli chiede perché sia venuto a disturbare il lavoro dell’Inquisizione. Il racconto di Ivan è cinico, disilluso, riconosce che gli uomini si sono creati il loro destino.
Fausto Russo Alesi in Ivan
Il giovane ricorda i suoi scritti ora che è un’anima in un mondo di ombre e ricorda un discorso che aveva fatto al fratello minore parlando delle bruttezze del mondo. In particolare Ivan, che si scaglia contro i fatti orribili che coinvolgono bambini. Lui non punisce soltanto gli esecutori, ma anche quel Dio che dovrebbe esistere e dovrebbe proteggere quegli innocenti.
Ivan non si rassegna al fatto che Dio possa esistere e lasciare che queste cose accadano. Lui non ci crede, lui sa che quando gli uomini muoiono diventano polvere, cibo per i vermi. Tutta questa sua razionalità e incapacità di accettare la trascendenza lo renderanno schiavo del malanno che si porta dentro.
«Il diavolo esiste…»
«…e sono stati gli uomini a crearlo a loro immagine e somiglianza». Così dice Ivan e sa che c’è qualcosa di vero nelle sue parole.
La costante angoscia di essere responsabile del proprio fratello maggiore e della morte del padre lo stanno consumando dentro. Lotta da anni con una malattia che però esplode in lui in un turbine di angosce, di voci e di ricordi che lo rendono sempre più debole e incapace di reagire. Ivan si è creato da solo il suo diavolo, la sua malattia e il suo rifiuto costante del trascendentale lo portano al punto di arrivare a delirare e ad avere allucinazioni sentendo di avere dentro di sé il diavolo stesso che lo condanna.
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L’Inquisizione
Lo spettacolo è circolare e ci riporta alla situazione iniziale perché così è interpretato il giudizio sugli esseri umani. Non possiamo sfuggire alla vita dopo la morte, e nemmeno possiamo sfuggire ai nostri stessi demoni se continuiamo a rinnegarli.
«Ivan» di Fausto Russo Alesi è un monologo intenso, filosofico e impegnativo, ed è capace di trasmettere e di attivare nello spettatore un immaginario vivido e intenso come pochi altri spettacoli riescono a fare.