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Kafka a teatro: l’opera di Arthur Pita su «La Metamorfosi»

dalla newsletter n. 40 - giugno 2024

4 minuti di lettura

La letteratura è spesso protagonista delle arti performative. In particolare nel balletto è la norma vedere degli adattamenti da opere letterarie piuttosto che trame create originariamente per una coreografia. In questo caso, non solo si è di fronte a un racconto ballato, ma anche a un racconto difficilmente rappresentabile: La metamorfosi di Franz Kafka.

La trama

Gregor Samsa (Edward Watson) è un commesso viaggiatore che con il proprio lavoro mantiene la famiglia composta da madre (Nina Goldman), Padre (Anton Skrzypiciel) e la sorellina Grete (Laura Day). Un giorno si sveglia tramutato in un enorme insetto. In primis, il giovane pensa di stare solo sognando, ma in fretta i suoi dubbi sono risolti. La famiglia lo chiama ripetutamente, e così anche il suo capo – giunto a casa per chiedere spiegazioni – ma non sentono le sue risposte.

A questo punto Gregor si rende conto della realtà della sua condizione e cerca in tutti i modi di adattarsi a questa vita da insetto. Quando la famiglia lo vede, lo rispedisce in camera malamente, come si farebbe con qualsiasi insetto. La sorella è colei che più compatisce il fratello, e inizia a cibarlo ogni giorno. Gregor più i giorni passano e più si sente a suo agio nel suo nuovo corpo da insetto, tanto da camminare sulle pareti e occupare diversi spazi. Grete però trova un impiego e abbandona il fratello con i genitori, i quali non sono gentili quanto la figlia. Gregor ora è solo, con un padre che vorebbe sbarazzarsi di lui. Il giovane cade in depressione e rifiuta il cibo, fino a morire lentamente, liberando la famiglia della propria presenza.

La metamorfosi in scena

Ovviamente l’elefante nella stanza (o l’insetto, potremmo dire) è come mostrare la metamorfosi di Gregor. Ci sarebbero diverse opzioni, ma ovviamente se si volesse dare un’immagine reale della metamorfosi, si dovrebbe per forza di cose optare per un costume da insetto.

Un video sul rendere il surreale reale

Ciò che Arthur Pita mette in scena, invece, è un lavoro corporeo mostruoso – con il senso etimologico di divino e prodigioso – agito dal primo ballerino del Royal Ballet, Edward Watson. Ciò che il danzatore fa è una metamorfosi reale, seppur dovendo sempre soccombere al simbolico: in scena un insetto nelle sue fattezze non c’è. Edward Watson scolpisce il suo corpo, lo manipola e lo trasforma nel minimo dettaglio per rendere davvero l’immagine di un insetto a zampe all’aria sdraiato sulla schiena.

Il simbolico fisico che manifesta il simbolico letterario

Kafka con il suo racconto ovviamente vuole raccontare un tema; e se nello scritto si può utilizzare un’immagine metaforica come quella dell’insetto, nel balletto si può lavorare di simbolismo andando a toccare quindi il tema più chiaramente. Non vedere un insetto sul palco ci porta a capire che quella che Kafka racconta è sì la storia di Gregor che si sveglia tramutato in insetto, ma è anche la storia di un ragazzo che viene abbandonato ed emarginato dalla sua stessa famiglia.

Nel lavoro di Arthur Pita, Gregor si nutre di un liquido scuro (a rappresentare il cibo in putrefazione servitogli dalla sorella) che poi diventerà un elemento quasi di costume e trucco del protagonista. Il liquido, infatti, finisce col ricoprire il corpo del danzatore da capo a piedi. Non solo…

Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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