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La Fornarina: l’ode all’amore di Raffaello

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3 minuti di lettura

Tra i ritratti più intensi e raffinati della storia dell’arte, La Fornarina di Raffaello costituisce un mistero pari a quello dell’enigmatica Gioconda di Leonardo, poiché anch’essa cela, dietro il suo placido sorriso, i segreti più intimi del grande artista italiano.

La tecnica

Dipinto tra il 1518 e il 1519, La Fornarina rappresenta una splendida donna, in una semi nudità ostentata e non celata, sintomo di uno stretto rapporto della musa con il pittore. Il gesto della donna, che mollemente porta un velo al seno nudo, non sembra infatti volto a coprire il corpo, ma bensì a mantenere una posa per essere ritratta. La pelle della donna è resa con sublime maestria, accentuando le discromie cutanee dovute che vanno dal tenue verde rame del sottotono al rossore delle guance. Altrettanto meravigliosi sono il velo diafano che la fornarina poggia su di sé, e che par suggerire l’impalpabilità del tessuto, e il vivace turbante dai toni gialli e verdi, facendo risaltare il colorito pallido della pelle e il nero intenso della capigliatura. Lo sguardo e il mezzo sorriso costituiscono i dettagli più sorprendenti del dipinto, ricchi di un’impareggiabile intensità, messaggeri di un forte sentimento custodito negli occhi languidi della Fornarina.

La Fornarina di raffaello

Il simbolismo nella Fornarina di Raffaello

Il simbolismo di questo dipinto è uno dei tratti che lo rendono così speciale e amato. È infatti noto che Raffaello amasse immensamente questo quadro, tanto da conservarlo gelosamente nel suo studio fino alla morte. Al tempo stesso, la firma del pittore è riportata all’interno di un bracciale che la donna porta sul braccio sinistro, lato del cuore e dei legami d’amore. Infine, il nome stesso racchiude in sé una grande ambiguità. Sebbene il termine “fornarina” suggerisca un mestiere o una condizione sociale della donna, appunto quella di popolana dedita alla panificazione, esso ha in realtà origini molto antiche risalenti ad Anacreonte (VI secolo a.C.), dove pane e forno sono sinonimi dell’atto sessuale. La connotazione emotiva e sensuale è dunque innegabile, ed è proprio la passionalità con cui Raffaello ha dipinto questa donna ad averne reso il ritratto uno dei più splendidi esempi di ritrattistica femminile mai realizzati.

La Fornarina

Sebbene la donna dietro il dipinto sia tutt’oggi sconosciuta, essa resta enigmatica e di sublime bellezza. La Fornarina è dunque la storia di un amore, la storia di un pittore magnifico quale fu Raffaello, ed è la testimonianza di come l’unione fra passione e talento sia la combinazione perfetta per creare la meraviglia.

Anna Maria Giano

Mi chiamo Giano Anna Maria, nata a Milano il 4 marzo 1993. Laureata Lingue e Letterature Straniere presso l'Università degli Studi di Milano, mi sto specializzando in Letterature Comparate presso il Trinity College di Dublino.Fin da bambina ho sempre amato la musica, il colore, la forza profonda di ciò che è bello. Crescendo, ho voluto trasformare dei semplici sentimenti infantili in qualcosa di concreto, e ho cercato di far evolvere il semplice piacere in pura passione. Grazie ai libri, ho potuto conoscere mondi sempre nuovi e modi sempre più travolgenti di apprezzare l'arte in tutte le sue forme. E più conoscevo, più amavo questo mondo meraviglioso e potente. Finchè un giorno, la mia vita si trasformò grazie ad un incontro speciale, un incontro che ha reso l'arte il vero scopo della mia esistenza... quello con John Keats. Le sue parole hanno trasformato il mio modo di pensare e mi hanno aiutata a superare molti momenti difficili. Quindi, posso dire che l'arte in tutte le sue espressioni è la ragione per cui mi sveglio ogni mattina, è ciò che guida i miei passi e che motiva le mie scelte. E' il fine a cui ho scelto di dedicare tutti i miei sforzi, ed è il vero amore della mia vita.

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