In quel tempo da cui oggi si pesca il vintage, turismo e vacanze erano segnati dalla calura di spiagge affollate. Si viaggiava per fuggire, dal lavoro, dalla famiglia, dallo stress del vivere quotidiano. Allora si anelava all’annullamento, all’evaporazione totale sotto un sole cocente e vicino a una bibita gelata, con le orecchie ronzanti di motivetti banali. Oggi il viaggio si nutre di linfa diversa, che fa onore ai turisti desiderosi di crescere in consapevolezza. Tanto si parla di turismo esperienziale, che coinvolga il girovago in tour e soste consapevoli nei paesi di soggiorno. Si nutre della voglia di sperimentazione, che accende gli spiriti e non è mai indolente. La sperimentazione si contamina di contesti differenti, e stimola le sensazioni più varie.
Guide si nasce o si cresce, e sempre si evolve
All’evolversi della domanda devono far fronte agenzie e tour operator, che si giocano la competitività sull’originalità, al passo con i tempi. Viator è un contenitore per aspiranti fornitori: si fregia dell’apprezzamento di TripAdvisor e propone all’utente più di 100.000 diverse esperienze dislocate all-over. Si stuzzicano le papille gustative, mirando a colpo sicuro alle iniziative enogastronomiche. Dalle degustazioni di birra e cioccolato nel Nord Europa, alle esperienze gastronomiche a Venezia e in Toscana, dalle cene a teatro ai tour di caffè e the. Per chi si muove con voluttà tra le bancarelle del cibo da strada e per chi preferisce l’atmosfera intima del ristorante in cantina, operatori grandi e piccoli si ardimentano per trovare l’esperienza cucita su misura.
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Grazie a portali collettori di offerte variegate diventa quasi altrettanto facile per il singolo volenteroso e per l’agenzia strutturata accaparrarsi coppie o gruppi di turisti curiosi. Per Venezia si muovono giovani appassionati, dalla r più o meno arrotolata, che guidano folle di occhi a mandorla per vicoletti stretti e osterie incavate, un tempo varcate solo dai locali. Sono turisti affamati di percorsi alternativi, di mondi diversi, di volti che spingano un po’ più in là il confine del loro orizzonte. A vincere sono le proposte “esclusive”, quelle per pochi, che fanno sentire eletti, scelti per un “fare” che non a tutti è dato di raccontare. È lo sperimentare pratico, quello che torna alle radici, alla storia, alla tradizione dei locali, ad andare per la maggiore. In un presente sradicato e uniforme, la vita vera passa attraverso il recupero di quello che si è stati.
«Crediamoin un modo gentile di viaggiare»
C’è un maggiore senso di responsabilità e rispetto tra le pieghe di questa nuova veste indossata dal turismo. Si aprono spazi che possono essere meritatamente occupati anche da cooperative sociali e associazioni, che offrono generalmente un’organizzazione più empatica e consapevole, frutto di documentazioni attente ed esperienze vissute in prima persona. Le loro finalità sociali solitamente le guidano ad avvalersi della società civile senza scopi di lucro, aprendo strade per fonti di guadagno aggiuntive e spesso importanti. ViaggieMiraggi è la rete del turismo responsabile, che coinvolge in progetti di sviluppo. Gli operatori si insinuano tra i ranghi serrati degli astanti alle feste locali, come il carnevale tra Marmilla e Barbagia, tra i templi, la savana e l’oceano, tra i festival e i villaggi berberi, spesso in compagnia di Radio Popolare.
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«Crediamo in un modo gentile di viaggiare, profondo e responsabile, attento alla cultura locale e alla sostenibilità, passo dopo passo». (Dalla pagina di ViaggieMiraggi)
Tra le polemiche sullo scadere della società, sempre più bieca, opportunista, votata al denaro, scolorita dalla globalizzazione, resa atona e afona dalla gabbia del virtuale, va doverosamente reso atto di queste pratiche in controtendenza, di queste forme di resistenza, resilienza agli urti di un’umanità che cambia.
Fonte dell’immagine di copertina: sabinaviezzoli.com
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