In questo momento, al Palazzo Reale di Milano, si sta svolgendo una delle più grandi e importanti retrospettive dedicate al grande artista Marc Chagall. Con oltre 220 opere, la mostra propone un percorso artistico ed esistenziale attraverso l’analisi di temi cari all’artista, quali la guerra, l’amore, la religione ebraica, il teatro.
Grazie all’efficace suddivisione in sezioni, ognuna delle quali rappresenta un particolare periodo della vita di Chagall, lo spettatore può osservare non solo i suoi magnifici capolavori, ma anche l’evoluzione umana ed artistica del grande pittore. Colori vivaci e brillanti, figure sospese, cieli intensi e profondi popolano queste sale impregnate di una forte carica simbolica, di una soffusa e delicata poesia. E si ha come l’impressione che le opere rifulgano di vita propria, e che ci parlino sottovoce, trasmettendoci il loro messaggio universale. Per quante parole si possano spendere sul loro creatore, niente potrà mai eguagliare la forza comunicativa dei suoi colori e delle sue forme. Come poter descrivere esaustivamente “La Passeggiata”, “Gli amanti in blu” o “Il Compleanno”?
Attraversare quelle stanze è come addentrarsi in un sogno, e naturalmente i sogni generano sensazioni soggettive in ognuno di noi. Per questo l’unico sogno da tenere in considerazione per descrivere la mostra è quello di Marc Chagall.
1) Tra Russia e Francia: il sogno del viaggio
In molte delle sezioni in cui è suddivisa la mostra si fa riferimento a due dei più importanti Paesi della vita dell’artista: la Russia, sua terra natia, e la Francia, terra d’adozione. Per quanto i dipinti “russi” siano un forte richiamo alla tradizione e all’atmosfera russe, a fredde giornate invernali e cieli grigi , i quadri “francesi” fondono la sorprendente avanguardia e modernità della realtà parigina alla delicatezza e vivacità della Provenza, ed è come se emanassero un dolce profumo di terra calda, sole, e vento nei campi. La plumbea città di Vitebsk giace silenziosa nei dipinti “Nudo sopra Vitebsk” e “L’uomo – gallo sopra Vitebsk”, in cui la grigia e immobile città è sovrastata da enormi figure,: un nudo femminile, roseo e morbido che contrasta con la ferrosa durezza del paesaggio, e una strana figura con il corpo da uomo e la testa da gallo. Per quanto riguarda la Francia, Chagall sceglie di rappresentare in modo diverso i vari luoghi da lui visitati. Parigi, per esempio, è una città rossa e passionale, sovrastata dai due “Amanti sopra Saint Paul” e dalle parole di Apollinaire, mentre la campagna è tenue, tranquilla e delicata, è un paesaggio da ammirare dalla “Finestra con vista sul giardino”, che trasmette una profonda serenità e la sensazione di una leggera brezza che passa fra le tende.
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2) Bella Chagall: il sogno dell’amore
Come ogni artista, anche Chagall dipingeva e venerava una musa: sua moglie Bella. Un amore profondo e felice, anche se breve (Bella morì infatti a soli 49 anni), è quello che il pittore fa scorrere come linfa dal suo cuore ai suoi colori, che si fanno testimoni delle varie fasi della vita amorosa. Ci sono i toni accesi e vivaci della celebre “Passeggiata”, in cui i due innamorati spensieratamente camminano nella loro realtà sospesa fra cielo e terra, simbolo del primo innamoramento che eleva lo spirito e rallegra il cuore, e quelli più intensi e maturi degli “Amanti in blu”, simbolo di un amore passionale, sincero e forte. Veicoli di sentimenti e sensazioni, questi dipinti sono intensi e vivi come l’amore che legava Marc a Bella,; sono eterni testimoni delle loro promesse.
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3) Musica e teatro: il sogno della bellezza
Oltre che un grande pittore, Chagall era anche un grande appassionato di musica e teatro. Suoi sono infatti alcuni splendidi costumi di scena, e suoi sono i disegni che ornano la cupola dell’Opera Garnier di Parigi. Tra le opere da lui ammirate e omaggiate, troviamo “L’Uccello di Fuoco” di Igor Stravinsky, di cui raffigurò alcune scene. E la musica è anche una componente fondamentale dei suoi dipinti. Sono armonici e diretti, come una melodia, e i colori come note si diffondono nell’aria e arrivano ai nostri sensi, coinvolgendoli ed eccitandoli.
Molti altri temi sono presenti nell’arte di Chagall: di grande spessore e importanza sono infatti i dipinti raffiguranti il tema dell’ebraismo, spesso legato al paesaggio russo, come “L’ebreo in rosa”, oppure le tele sul tema della guerra, dai colori accesi e sanguigni, dai toni apparentemente malati, ma velati di speranza. Si può quindi affermare che questa incredibile retrospettiva sia un’esperienza in parte sensoriale e in parte mistica, poiché accende i nostri sensi arrivando al pubblico come una soffusa melodia, un colore vivo, un profumo delicato, e richiama il nostro spirito al suo istinto primordiale: elevarsi al di sopra della realtà alla ricerca di un sogno eterno ed universale.
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«Lo stile non è importante. Esprimersi lo è. La pittura deve avere un contenuto psicologico. Io stronco sul nascere ogni mio impulso decorativo. Attenuo il bianco, amalgamo il blu con mille pensieri. La psiche deve trovare la propria via nei dipinti. Bisogna lavorare sul quadro pensando che qualcosa della propria anima entrerà a farne parte e gli darà sostanza. Un quadro deve fiorire come qualcosa di vivo. Deve afferrare qualcosa di inafferrabile: il fascino e il profondo significato di quello che ci sta a cuore».
Marc Chagall
[…] stata proprio la mostra Marc Chagall. Una retrospettiva 1908 – 1985, allestita nelle sale del Palazzo Reale di Milano, ad aprire un 2015 all’insegna della cultura e […]