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Il corpo e la città: Milano Re-Mapped Summer Festival

Il festival organizzato da Pirelli HangarBicocca ha inaugurato la sua seconda edizione, con un programma incentrato sul corpo e la città.

9 minuti di lettura

Il 12 luglio 2023 è stata inaugurata la seconda edizione del Milano Re-Mapped Summer Festival, evento multidisciplinare organizzato da Pirelli HangarBicocca che affida i propri spazi esterni ed alcune zone interne dell’edificio a nuove realtà artistiche e culturali attive sul territorio milanese. La prima sera, il 12 luglio, è stata affidata a ZONA K, spazio culturale nato nel 2011 concentrato soprattutto sull’arte performativa e musicale. Il progetto pensato da ZONA K per il Milano Re-Mapped Summer Festival vuole riflettere proprio sulla cultura urbana e sulla relazione fra la città e l’uomo. spazioSerra, collettivo curatoriale nato nel 2017 che gestisce uno spazio espositivo nella stazione di Milano Lancetti (con una forte attenzione quindi per l’arte pubblica), ha gestito la serata del 13 luglio con un’indagine sul corpo politico, ossia sull’interpretazione delle dinamiche sociali per mezzo del corpo umano. L’evento si chiude con i live set organizzati dalla community-radio nata nel 2015 Fritto FM. Lo scopo di Fritto FM soprattutto a partire dal proprio rilancio nel 2020 durante la pandemia è quello di creare uno spazio di dialogo per personalità artistiche emergenti e non che possano esprimersi e dialogare, raccontando se stesse e la società in cui sono inserite.

La proposta di spazioSERRA

Dopo l’evento performativo Hamelin di Andrea Fiornio e del collettivo Ciao Mare, che riflette sul fascino dell’Altrove e la celebrazione dell’effimero, spazioSERRA recupera la propria indagine sul corpo in una nuova chiave. Nel maggio 2023 infatti la performance di Agnes Questionmark (artista classe 1995 che vive e lavora a New York) CHM13hTERT tramite una fusione fra fantascienza ed ingegneria genetica proponeva allo spettatore la nascita di una nuova specie, un corpo dall’identità indefinibile e dal genere fluido. Per la serata del Re-Mapped Summer Festival gli interventi artistici selezionati da spazioSERRA segnano un percorso che riflette di nuovo sul corpo ma con una declinazione nuova, non solo incentrata sul genere ma anche sul rapporto fra l’individuo e la società, con i suoi standard di accettabilità talvolta dannosi per la salute psico-fisica del singolo e spesso i suoi fenomeni di emarginazione di ciò che prima era utile e poi non lo è stato più.

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Il linguaggio del corpo

Kathy Acker, poetessa e scrittrice esponente dell’Avantpop statunitense, nel 1993 scrive il testo Against Ordinary Language: The Language of the Body. La performer Sara Leghissa lo rielabora, realizzandone un estratto che affigge sotto forma di manifesti alle pareti degli spazi esterni dell’hangar. L’artista si concentra in particolare sul linguaggio del body building, un mondo in cui le parole così come il tempo sono scandite da set e ripetizioni. In questo modo anche i tempi impiegati dall’artista per l’affissione dei manifesti creano un ritmo che ora rallenta, ora accelera molto rapidamente. Questo sussidiario alla grammatica della palestra viene (di)spiegato allo spettatore non solo tramite le parole di Kathy Acker ma anche grazie alla performance aerobica stessa: Sara Leghissa realizza l’affissione come un allenamento, in modo tale che forma e contenuto si legano e il racconto del linguaggio si tramuta in azione stessa. La parola muscles campeggia sulla parete mentre la performer realizza le flessioni muscolari tipiche dei concorsi di body building. Un dubbio emerge però dalle parole di Kathy Acker; nel vocabolario scarno e sintetico di un bodybuilder ci sono squat, ripetizioni, flessioni, set, ma non si parla mai di corpo fuori dalla dimensione della fatica e dello sforzo fisico. Non per nulla la performance di Sara Leghissa si conclude con una domanda: «Is my body a foreign land to me

Il canto dell’emarginazione

Selin Davasse, artista che vive e lavora a Berlino, si esibisce in un monologo dal titolo She-Pigeon, dove impersona un esemplare femminile di piccione che riflette sul proprio ruolo nelle città e sull’ipocrisia dell’uomo, che prima allevava i piccioni per inviare messaggi e ora li considera portatori di sporco e malattie nelle città. L’animale interpretato da Selin Davasse è però tutt’altro che sconfitto, ma anzi animato da uno spirito di rivalsa e disprezzo che lo rende determinato e sicuro di sé. Un aspetto interessante del monologo è la riflessione sul desiderio: l’uomo aspira a ciò che è raro, mentre quello di cui si dispone in abbondanza è scartato. Gli abitanti delle città cercano di rendere le architetture urbane inospitali, se non addirittura trappole mortali per i piccioni, che invece si adattano ugualmente. Quando l’uomo uccide dei piccioni, ne arriveranno altri, perché meno esemplari significa più cibo. Eppure un tempo, i piccioni erano elogiati al pari delle colombe bianche… Ora, ormai inutili all’uomo, sono solo un problema. Il monologo di Selin Davasse porta avanti i temi della ghettizzazione del diverso, dell’ipocrisia della società occidentale che sfrutta fino all’osso qualcosa finché non diventa assolutamente inutile e perfino classificato come nocivo per il benessere comune.

Dirt is just matter out of place.
Pigeon droppings were once valuable, desirable. Desirable, valuable
The world’s best fertilizer. Now you accuse me of polluting habitates dedicated for human use.
Polluting the city.

Società e individuo

Il programma organizzato da spazioSERRA mostra allo spettatore in forme diverse e tramite l’intrattenimento gli aspetti più disparati della gestione del corpo all’interno delle dinamiche sociali. Un corpo che sembra essere gettato in balia di una serie di standard a cui attenersi per essere considerato accettabile, che siano estetici, performativi o legati alla sua utilità pratica ed economica per la società. Gli interventi della serata del 13 luglio del Milano Re-Mapped Summer Festival cercano di riportare il focus sul corpo e sul singolo, astraendolo dal grande magma della società umana e ponendolo in rilievo come unico, singolare. La fatica delle artigiane colombiane ritratte e raccontate dalle pagine del Mulieris Magazine (che presenta il suo ultimo numero The degrees between us) si tramuta nello sforzo fisico di MUSCLES di Sara Leghissa; l’emarginazione di She-Pigeon di Selin Davasse è la stessa della Medea euripidea, portata in scena dalla performance di GianMarco Porru, che dell’eroina tragica sottolinea non l’orgoglio e il bisogno di vendetta quanto più lo stato di ghettizzazione di donna sola in una terra straniera ed ostile. Il corpo è infine ciò che dà voce a chi ne è stato privato, come mostra la performance musicale e coreutica Senza Voce di La Trape, che con le modalità espressive della comunità drag si appropria della scena e utilizza il lypsinc come sistema di riconquista del linguaggio.

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Crediti immagine: Milano Re-Mapped Festival, Pirelli HangarBicocca, Milano, 2023.

Courtesy di Pirelli HangarBicocca, Milano. Foto Iman Salem @imansalem_

Clarissa Virgilio

Studentessa di lingue e letterature europee ed extraeuropee a Milano, classe 2001. Durante gli anni della triennale di lingue, ho seguito un corso presso la NABA sulle pratiche curatoriali. Amo guardare ciò che ha qualcosa da dire, in qualsiasi lingua e forma.

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