Capo militare, acuto stratega, cinico e determinato. Sono solo alcuni degli aspetti con cui è passato alla storia. La sua vita è stata a lungo studiata da storici e letterati, affascinando generazioni di studiosi. Tuttavia l’astro di Napoleone Bonaparte avrebbe brillato dello stesso splendore senza le donne che lo accompagnarono nella sua vita?
Napoleone fu sempre circondato da una famiglia di donne volubili e forti, capaci di grandi slanci e di strategie degne di tenergli testa. Non solo pedine sulla scacchiera del potere, ma complici e alleate. Madri, sorelle, mogli, amanti sono le donne che hanno forgiato il destino di Napoleone Bonaparte.
Testa d’uomo, corpo di donna: Letizia Ramolino Bonaparte
Letizia Ramolino Bonaparte o Madame Mère, come la soprannominò Napoleone, fu la prima donna a godere della sua stima e del suo affetto. Forte, autoritaria e sfrontata la madre del generale corso non si fece mai mettere da parte e fece sempre valere la propria opinione, rendendosi presente nella vita del futuro imperatore.
Rimasta vedova a soli trentacinque anni, si occupò con dedizione degli otto figli per assicurare loro un brillante avvenire. La famiglia Bonaparte, infatti, proveniva da un contesto nobile, ma economicamente precario. Questa situazione di instabilità venne superata solo dalla fermezza di Letizia, come riconobbe il figlio stesso. La sua tempra, la sua forza e integrità nella vedovanza la resero un modello femminile insuperabile per il suo Nabulione, come amava chiamare il figlio Napoleone.
A partire dal 1815, durante gli anni di esilio sull’isola di Sant’Elena ebbe modo di riflettere sull’importanza del ruolo materno sul suo avvenire, definendola un modello incomparabile:
Devo tutto a mia madre; avrebbe potuto governare dei reami. Mia madre è degna di ogni genere di venerazione… era una testa d’uomo su un corpo di donna. […] Ah, dottore che donna! Dove trovarne una uguale?
Lettera di Napoleone al dottor Antommarchi
La donna non si assicurò solo di garantire un’eccellente istruzione ai figli, ma indirizzò il giovane Napoleone verso il collegio militare in Francia, che lo resero l’uomo con lo spirito di rivincita sociale e determinazione che la storia avrebbe conosciuto. Non mancò mai di far sentire la propria opinione sulla vita dei figli. In particolare si espresse apertamente e in modo aspro in merito alla scelta della consorte per il generale. La sua disapprovazione per la futura nuora, Josephine de Beauharnais, fu chiara fin dal principio, definendo la donna una maliarda.
Letizia ebbe sempre a cuore la sorte del figlio e venne ricambiata da un affetto figliale devoto. Negli ultimi anni della sua vita Napoleone molto spesso dedicò pensieri pieni di affetto alla madre, ripensando al peso della sua figura nella sua vita e domandandosi se in realtà non fosse stata l’unica donna che lo avesse amato davvero disinteressatamente.
«Nostra signora dei fronzoli»: Paolina Bonaparte
Croce e delizia, Paolina Borghese fu la sorella più amata. L’affetto che Napoleone provava per lei non era dovuto solo al suo ruolo fondamentale per stabilire alleanze importanti; insieme alla madre, fu una delle poche a restargli vicina e leale dopo la caduta.
Paolina fu una donna sempre piena di contraddizioni e sembra davvero difficile poterla etichettare in modo univoco. Famosa non solo per il suo edonismo e l’amore per i gioielli e i vestiti, ma anche per la sua spregiudicatezza, non temeva di dare scandalo con i suoi atteggiamenti. Secondo i gossip dell’epoca, alla domanda su cosa avesse provato a posare nuda per lo scultore Antonio Canova, lei avrebbe risposto «un po’ di freddo».
La sua bellezza, i capricci sentimentali e la vanità le fecero guadagnare il titolo di «Venere dell’Impero», dal fratello, invece, l’appellativo affettuoso di «Nostra signora dei fronzoli». Legati profondamente, nonostante la differenza d’età, Paolina fu per Napoleone una confidente e un’alleata per mettere in atto i suoi desideri di gloria. Infedele con tutti i suoi uomini, fu fedele solo all’imperatore suo fratello. La sua dedizione fu ben ripagata: mandata in sposa al principe Camillo Borghese a Roma, poté sempre godere di grande libertà, grazie agli incarichi ufficiali che Napoleone affidava al marito per tenerlo lontano da lei.
Bisogna riconoscere che la propaganda dei detrattori dei Bonaparte abbia giocato un ruolo fondamentale nella creazione del mito in negativo di questa donna. La realtà risulta molto più complessa: Paolina fu certamente una donna vanitosa ed egocentrica, ma fu anche in grado di grandi slanci di generosità e di partecipazione emotiva verso gli affetti più cari.
La più amata: Josephine de Beauharnais
Le donne di Napoleone sembrano avere molti caratteri comuni che le lega. Forti e determinate, a tratti volubili e civettuole, disinvolte e manipolatrici: sembrano legate da un unico fil rouge che ha plasmato il loro rapporto con l’imperatore.
Nonostante Josephine de Beauharnais non godesse della stima della famiglia Bonaparte, tanto da essere soprannominata «la vecchia» per la differenza d’età di sei con Napoleone, decise di sposarla comunque. All’altezza della cerimonia, celebrata nel 1796, lui era ancora solo un ambizioso militare di «cappa e spada», lei una vedova in cerca di protezione, scampata per miracolo alle esecuzioni del periodo del Terrore francese.
Non particolarmente bella, ma affascinante ed esotica, Josephine accettò il matrimonio per necessità economica, quasi con fastidio. Al contrario Napoleone se ne innamorò alla follia. Il sentimento ardente del militare era spesso accompagnato da sfuriate di gelosia per gli atteggiamenti lascivi di Josephine, che amava l’attenzione degli uomini ed ebbe più di un amante durante il matrimonio con Napoleone. Le notti di passione, erano seguite da lettere ardenti di desiderio per colei che definiva «l’anima della sua vita».
Ogni istante mi allontana da te. Sei l’oggetto perenne dei miei desideri, la mia mente si sfinisce ad immaginare che cosa stai facendo. Se ti senti triste il mio cuore si lacera e il mio dolore aumenta. Se sei gaia e felice […] ti rimprovero di aver subito dimenticato la dolorosa separazione che dura già da tre giorni.
Lettera di Napoleone all’amata Josephine
Il loro matrimonio ebbe costantemente riavvicinamenti passionali e freddi allontanamenti. Tuttavia sarebbe riduttivo ridurlo solo ad un’altalena di sentimenti tra l’amo et odi. Josephine fu innegabilmente una buona moglie per Napoleone: ben inserita nell’ambiente parigino, spianò la strada per Napoleone negli ambienti politici di rilievo. Il militare, infatti, era isolano e la Corsica era diventata francese da poco, il solo valore militare non gli avrebbe permesso di legittimare la sua posizione ai piani alti.
Josephine era stata anche l’amante di Paul Barras, capo del Direttorio. Fu proprio lui a consigliare ad entrambi di sposarsi, con una certa lungimiranza. Diede a Josephine ciò che voleva: un marito, stabilità economica e sociale, ma anche una certa libertà a causa delle campagne militari che impegnavano il marito. A Napoleone garantì un’alleata e un’ottima consigliera politica con cui condividere i sogni di gloria.
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Moglie e poi imperatrice al suo fianco, tutto sarebbe stato perfetto, se solo gli avesse dato l’erede maschio tanto sperato. Napoleone dovette mettere il cuore in secondo piano e far valere la ragion di stato. Il matrimonio venne annullato nel 1810 e lui si risposò con Maria Luisa d’Austria dal quale ebbe un figlio.
Secondo le cronache, quando il 5 maggio 1821 Napoleone spirò, il suo ultimo pensiero fu rivolto proprio alla prima moglie. Rimasero in buoni rapporti anche dopo la fine del matrimonio e la considerò sempre la donna che amò più profondamente nella vita.
L’amore disinteressato: Maria Walewska
Nella vita di Napoleone, la figura di Maria Walewska sembra l’eccezione nella schiera di donne ambiziose che lo circondarono. L’innocenza e la grazia dell’amante polacca di Bonaparte hanno catturato nei secoli l’attenzione e l’immaginario artistico, proprio per il suo disinteresse in un tornaconto personale nella relazione con un uomo potente.
Non solo modello di bellezza indiscussa, ma anche di portamento e riservatezza. In una città in cui il pettegolezzo regnava, fu in grado di mantenere molto riserbo in merito ai dettagli della relazione extraconiugale con Napoleone. Già nella cerchia dei più ristretti, il suo affetto profondo e sincero per l’amante potente colpì l’attenzione, tanto da ricevere elogi per la sua condotta:
È una raffinata donna di mondo. Possiede un tatto raro e ha un estremo senso delle convenienze. Ha acquisito maggiore sicurezza in sè stessa, ma è rimasta discreta, una mescolanza non facile da raggiungere nella sua delicata posizione. Consapevole della gelosia dell’imperatrice Maria Luisa, è riuscita a condurre una vita sociale in maniera in cui […] pochi immaginano che sia ancora in stretto contatto con l’imperatore. Non mi sorprende affatto che sia l’unica dei suoi amori ad aver superato la prova del tempo e delle recenti nozze dell’imperatore.
Memorie di Anna Potocka XVIII secolo
Si conobbero in occasione di un ballo nel 1807, quando Napoleone fu accolto dalla nobiltà come liberatore della Polonia. Lui rimase folgorato dalla sua bellezza e cercò di approfondire la conoscenza. Maria in principio rifiutò le attenzioni di Bonaparte, ritenendole sconvenienti in quanto donna sposata, ma alla fine cedette sotto le pressioni del marito che riteneva importante stabilire buoni rapporti con il generale.
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Se all’inizio fu il senso patriottico a spingerla fra le braccia di Napoleone, con il tempo se ne innamorò e venne ricambiata. Trascorsero anche lunghi soggiorni insieme durante le pause dalle campagne militari. Il più celebre fu sicuramente quello all’Isola d’Elba nel 1814, in cui visitò Napoleone con il figlio avuto dalla loro relazione, il piccolo Alessandro Giuseppe Colonna. Fu con l’amato anche durante i giorni prima della partenza per l’ultimo esilio, a Sant’Elena.
Il rapporto con la «mogliettina polacca» fu sempre una parentesi nella vita di Napoleone, ricavato tra gli impegni militari e politici, ma animato dalla gioia e dalla serenità. Il loro legame era basato sull’affetto sincero e disinteressato, la stima e non pressato dalle ragioni di stato. Con lei e il figlio Alessandro, Napoleone visse attimi di felicità che ricordò sempre con nostalgia e portò nel suo cuore.
Le donne di Napoleone: pedine o complici?
Il rapporto che legò Napoleone alle donne durante la sua vita è stato oggetto di studio per molto tempo. Gli storici si dividono tra chi lo definisce un freddo calcolatore e un misogino, che ha utilizzato le donne della sua vita senza curarsi dei loro desideri. Recentemente alcune posizioni sono state riviste: sembra riduttivo vedere le donne che hanno circondato l’imperatore come delle pedine sulla scacchiera politica del tempo. Significa sminuire l’importanza che hanno giocato nella sua vita e relegarle ad un ruolo veramente marginale. Sicuramente fu un abile calcolatore, ma anche un profondo conoscitore della natura delle donne che lo circondavano. Fu in grado di prendere il meglio che ognuna di loro poteva offrirgli e renderle non solo strumento per raggiungere i propri fini, ma condividendo con loro i suoi sogni di gloria.
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Per approfondire:
- A. Necci, Al cuore dell’Impero – Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere, Marsilio, Venezia, 2020
- Storie di Donne nella Storia, Le donne di Casa Bonaparte, con la collaborazione della dott.ssa Ilaria Varotti, podcast, 2021