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Niccolò Fabi al Teatro Romano:
poche parole, tanta nuova musica

5 minuti di lettura

Tra le luci del tramonto su Verona si è tenuto l’ottavo concerto del tour di Niccolò Fabi, ospite quasi fisso e molto amato che torna spesso a suonare nella città scaligera. Questa volta, al Teatro Romano sulla collina del centro storico, presenta l’ultimo album, Una Somma di Piccole Cose, uscito questo Aprile. Il disco è frutto di un periodo di isolamento e intimità, tre mesi in una casa immersa nel verde delle colline laziali, strumenti di registrazioni al limite dell’essenziale e una band “reclutata” durante un concerto a Roma del cantautore Bianco.

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Copyright @ Andrea Brunelli

Un cambio di stile, di band e anche di genere forse, un lavoro che ha portato aria di novità e maturità nelle corde del cantautore romano. A partire dalla copertina, scattata con un cellulare, ai suoni che caratterizzano il disco, semplici e profondi. Le canzoni suonano quell’esperienza di vita che all’alba dei cinquant’anni una persona ha immagazzinato nel profondo, riflessioni e punti di vista di un mondo in cambiamento che cambia anche le persone al suo interno.

Una menzione deve essere fatta a Wrongonyou, anche lui romano classe 1990, una chitarra, voce ed effetti. Voce potente e profondamente indie/folk, incanalata in un paio di pezzi da un vocoder automatico che prende l’influenza di artisti come Bon Iver e i Weeknd. Forse il pubblico non è ancora pronto per quella tipologia di suono, sintetico e piuttosto deciso, specialmente se è lo stesso pubblico che è in attesa di Niccolò Fabi, musicista che questi effetti non li sfiora lontanamente.

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Copyright @ Andrea Brunelli

L’inizio è una carrellata di pezzi dell’ultimo disco, in perfetto ordine e nella più assoluta astensione da qualsiasi commento o presentazione. Le canzoni una dietro l’altra con la sola intermittenza sui cambi di strumenti. Una somma di piccole cose, Ha perso la città, Facciamo finta, Filosofia Agricola e poi lo stacco per tornare a qualche vecchio pezzo come Il negozio di antiquariato e Sedici modi di dire verde.
La nuova band suona bene ma manca di interazione, elementi isolati che suonano insieme, quasi fossero in cuffia, con sguardi bassi con poche o quasi nulle parole scambiate. Tuttavia, la cosa migliora con l’andare della serata, ribaltandosi completamente quando Niccolò lascia cantare a Bianco una sua canzone, Aeroplano, mostrando che quella è la band di Bianco e non di Niccolò: l’armonia umana rinasce e i quattro amici sembrano prendere nuova vita, mentre Fabi accompagna al piano.

Molte canzoni, specialmente i pezzi vecchi, sono accelerati e ri-arrangiati abbastanza profondamente, lasciando il pubblico davanti a qualcosa di nuovo che non è chiaro se convinca seccamente o meno. I musicisti sono pochi così come gli strumenti intrecciati: fanno capolino, ogni tanto, qualche arco sintetico dalle tastiere e una chitarra davvero “cicciona” a fare il compito che prima d’ora faceva Roberto Angelini con la sua slide guitar. Una versione reggae di Offeso e Ostinatamente (canzone che è stata sentita dal vivo poche volte), una versione più rock di Lasciarsi un giorno a Roma e una completamente acustica piano-voce di Il negozio di antiquariato.

Non si può non menzionare il fatto che, almeno in questa data, è stata sentita una forte mancanza di pathos con il pubblico, caratteristica peculiare di Niccolò che l’ha accompagnato in molti anni di concerti. Poche parole, pochissime spiegazioni e introduzioni nonostante fosse un live per la presentazione di un nuovo disco di natura intima, il quale necessita di un contatto con l’artista per poterne assaporare fino in fondo il contesto e il significato.

Le serate al Teatro Romano sono comunque una location suggestiva per ogni cantautore e anche per il pubblico, dalla quale difficilmente si può uscire senza il sorriso. Un cambio di stile musicale ed anche umano ha caratterizzato Niccolò Fabi in questa tournee di concerti, lasciando i fan, anche quelli più affezionati, davanti ad una nuova prospettiva della sua musica.

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Andrea Brunelli

Studente di ingegneria a Trento con la passione per la musica, quella vera. Cercatore di verità oltre il muro grigio.

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