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I maestri: «Quer pasticciaccio brutto de via Merulana» di Luca Ronconi su RaiPlay

Lo spettacolo «Quer pasticciaccio brutto de via Merulana» (1996) di Luca Ronconi, ispirato all'omonimo romanzo di Claudio Emilio Gadda, approda su RaiPlay e continua a essere uno dei must watch del teatro italiano.

6 minuti di lettura

Il romanzo Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, che dà il nome all’omonimo spettacolo di Luca Ronconi, è di Carlo Emilio Gadda e uscì per la prima volta nel 1946 a puntate nella rivista Letteratura. Nel 1957 venne riveduto e ampliato per Garzanti. L’autore aveva intenzione di scrivere un secondo volume, ciò non avvenne e la storia rimase incompleta.

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Adattare un romanzo

Lo spettacolo andò in scena per la prima volta al Teatro Argentina nel 1996. È di quell’anno l’intervista di Leonetta Bentivoglio in cui il regista dichiara che il testo non sia stato modificato, ma solo tagliato. Lo spettacolo mantiene quindi quel linguaggio «barocco», come lo definisce Luca Ronconi, ma «vivo, passionale».

Per questo motivo i protagonisti non solo interpretano i dialoghi, ma anche le descrizioni e gli avvenimenti come narrati nel libro. È interessante come gli attori siano in grado di dare un’intenzione anche a ciò che è prettamente narrativo, una prerogativa di molti spettacoli di Luca Ronconi. Il regista, infatti, poneva moltissima attenzione sulla singola parola. Non solo, ma è evidente la sua passione per la messa in scena di testi non strettamente teatrali, di cui è un esempio anche il suo famosissimo Orlando Furioso.

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La storia

La scena si apre con un gruppo di giovani che fanno una danza rigorosa, un accenno all’epoca del romanzo: i primi anni del fascismo? Forse, ma non è ciò che interessa a Luca Ronconi. La storia del Pasticciaccio è sempre attuale – sostiene il regista – e dunque racconta una fauna che ancora oggi è presente nel nostro paese.

Il pastìccio, certo, è attualissimo. Ma anche eterno: antropologico o costituzionale in un paese dominato dal perenne intrigo plautino di servi e parassiti. A Roma in particolare, la mia città, la stessa del romanzo, la tendenza all’imbroglio e al sotterfugio è permanente.

Luca Ronconi (La Repubblica 17 febbraio 1996)

Il romanzo in sé e per sé è un giallo. Il commissario Ingravallo, detto don Ciccio (Franco Graziosi), deve indagare dapprima su un furto subìto dalla vedova Menegazzi (Paola Bacci) e poi sull’omicidio di Liliana Balducci (Ilaria Occhini), entrambi delitti avvenuti al civico 219 di via Merulana.

Da quello che i personaggi raccontano e vivono sulla scena, però, si evince come il focus di Carlo Emilio Gadda non sia tanto la detective story, quanto tutto il suo contorno e ciò che scaturisce da ogni nuovo evento.

Foto di Marcello Norberth
Fonte: Lucaronconi.it

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Un effetto a cascata

Lunga parte della messa in scena è dedicata al mostrare le relazioni che intercorrono fra i vari personaggi. Tali premesse vengono poste sia per rivelare poi snodi di trama fondamentali, sia per mostrare un diramarsi di sottotrame che non si legano strettamente al delitto. A Carlo Emilio Gadda interessa questo: i sotterfugi, i misfatti, i personaggi che non sono mai pienamente positivi, nessuno di loro lo è.

Se in un poliziesco l’omicidio è di solito l’inizio della storia, in questo caso è il centro. La prima fase, più lenta, racconta l’ambiente di Roma e di quel palazzo in via Merulana. L’omicidio apre la seconda parte in cui il ritmo diventa incalzante e le rivelazioni si susseguono a valanga fino ad arrivare al possibile riconoscimento del colpevole.

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La regia

Già si è parlato dello stile recitativo degli interpreti. La scena che più incuriosisce, guardandola, è quella della cena tra il commissario e la famiglia Balducci: i commensali si accomodano su sedie a rotelle elettriche. Sebbene possa sembrare una scelta particolare, questa scelta permette ai personaggi di esprimere pensieri e riflessioni senza cambiare stato fisico. Insomma, mantenendo gli attori seduti rende chiaro che siano ancora a tavola, ma allo stesso tempo le sedie elettriche permettono di astrarre la scena. In questo modo i protagonisti viaggiano tra la realtà e l’osservazione di essa.

Quer pasticciaccio brutto di via Merulana, ora disponibile su RaiPlay, è un must watch del teatro italiano, sia per la trama, sia per la risonanza che ancora oggi ha. Infatti, guardando lo spettacolo si vede la grande influenza che esso ha avuto nel lavoro di Claudio Longhi per Ho paura torero, anch’esso tratto da un romanzo. Si noti che Claudio Longhi ha lavorato con Luca Ronconi in qualità di regista-assistente per la regia del «pasticciaccio».

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Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021

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