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Pierre Soulages e il potere del nero, infinita libertà dell’uomo

5 minuti di lettura

Pierre Soulages è uno dei più celebri pittori dell’epoca contemporanea: ha realizzato innumerevoli tele utilizzando solo ed esclusivamente il colore nero.

Con tale premessa ci aspetteremmo di osservare tele cupe, spente, malinconiche e oscure, ma così non è. Pierre Soulages realizza, infatti, quadri in grado di coinvolgere lo spettatore, di dargli l’occasione di vivere un’esperienza estetica pregnante e totalizzante, dinamica e libera. Il nero di Soulages è un mezzo espressivo che l’artista utilizza per sradicare la dicotomia tradizionale tra nero e malinconia, tristezza, desolazione. Il nero diventa potente e comunicativo, si mostra nelle sue infinite possibilità, muovendo l’immaginazione dello spettatore. Il nero è custode di una luminosità intima e segreta. Soulages riesce a dare dinamicità al nero, lo mette in rapporto con la luce, lo fa emergere in quanto colore, in quanto materia e, persino, in quanto concetto. Il nero non ha alcuna limitazione, non concettuale, non materiale; disteso sulla tela con precisione e meticolosità, rivoluziona le classiche associazioni del nero con la negatività.

In nero in Pierre Soulages
Pierre Soulages, 1963, Photo © Centre Pompidou, MNAM CCI, Dist. RMNGrand, Palais – © Philippe MIGEAT Soulages Pierre © ADAGP, Paris ©2018, ProLitteris, Zurich

Il nero di Soulages e lo spettatore

Lo spettatore può percepire il potere del nero. Può sentire la sua potenza comunicativa, si può lasciar guidare in un libero viaggio dell’immaginazione, a partire dalla semplice contemplazione. Lo spettatore diventa parte del dipinto, lo completa e lo caratterizza, e si trova con esso in un triplice rapporto. Infatti, l’opera d’arte coinvolge l’artista, lo spettatore e il quadro, garantendo un’esperienza plurivalente. Ogni volta che guardiamo la tela sperimentiamo infatti qualcosa di originale e nuovo: vediamo un quadro diverso, un nero diverso, un outrenoir (“oltre-nero”).

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Le infinite possibilità del nero corrispondono a un’infinita libertà dell’uomo. L’uomo può scegliere di goderne, liberandosi delle catene di preconcetti sociali, o rifuggirla, dicendo per esempio “potevo farlo anche io, è solo nero”. L’esperienza estetica deve essere una scelta cosciente, è necessario accettare la libertà, che può terrorizzare o spaventare, ma, allo stesso tempo, può avvicinarci verso noi stessi. Serve coraggio per accettare di lanciarsi in una scoperta di sé. Serve decisione per reggere il potere della libertà che si dischiuderebbe davanti ai nostri occhi e all’interno della nostra mente. La posta in gioco è alta. Proiettando il nostro sguardo verso l’esterno, verso una tela nera, potremmo scoprire qualcosa della nostra interiorità, potremmo entrare in contatto con noi stessi, sentire la nostra umanità, leggerezza e potenza, potremmo renderci conto di poter scegliere: scegliere cosa vedere, cosa pensare, cosa provare.

Conclusioni

L’esperienza che ci offre la tela nera di Soulages (per ulteriori approfondimenti visita il sito ufficiale) è una scoperta delle forme, dei colori e dei materiali, è un piacere estetico che trascende tutte le categorie di conoscenza e di riferimento al mondo epistemologico. Lo spettatore è coinvolto in un quadro che non si riferisce ad “altro”, non rimanda a una nozione, non vuole comunicare un messaggio morale, politico o sociale. Il quadro esiste ed è potente in quanto creato, in quanto osservato e in quanto causa di un possibile piacere. Osservando la tela possiamo scegliere di vedere un volto, di sentire un’emozione passata, di immaginare un futuro angosciante o di trovare un po’ di speranza. Il piacere che proviamo di fronte all’opera di Soulages è un piacere dinamico, irrazionale e privato, un piacere che può scuotere e terrorizzare: un piacere sublime.

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Sofia Di Gravio

Classe 99, laureata in filosofia alla Sapienza e volata a Parigi per studiare la filosofia dell’arte. Amante della cultura e della vita... specialmente quando ci regalano una chiacchierata davanti ad un bicchiere di vino!

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