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«Scene da Faust» e il conflitto nell’Io

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Come ad una mostra d’arte, all’ingresso del teatro viene consegnato un opuscolo al cui interno si può leggere il commento del regista (Federico Tiezzi), il testo dello spettacolo e alcune foto con descrizione. Così si presenta Scene da Faust (Teatro Grassi di Milano, fino al 1 marzo): un insieme di quadri che esteticamente sfiorano l’onirico e testualmente seguono la storia assai complessa del Faust di Goethe. Nonostante la (necessaria) divisione secca delle scene, lo spettacolo scorre davanti agli occhi dello spettatore dando assaggi e spunti per l’interpretazione della grandissima tematica dell’uomo, in tutte le sue debolezze, in rapporto con l’ultraterreno.

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Oltre l’ultraterreno

Tiezzi non si ferma qui. Faust non è più solo l’uomo che vende la sua anima al diavolo per quel suo anelito (Streben) che lo rende sempre insoddisfatto e lo spinge a desiderare sempre di più, ma è l’uomo, l’intellettuale, che si spacca in due tra il mondo in cui vive e quello in cui vorrebbe vivere, tra quello che non sa e quello che vorrebbe sapere.

Mi piace pensare a Mefistofele come a un doppio di Faust, il suo specchio, il suo inconscio: Mefistofele raddoppia concetti e idee di Faust, ma li devia, li ironizza, li deturpa. L‘io in crisi si rappresenta doppio.

Federico Tiezzi

Il conflitto quindi non è più quello tra umano e ultraterreno, ma tra umano e umano, all’interno dell’uomo stesso. Scenicamente questo tipo di riflessione è stato rappresentato con divisioni di battute e scambi di posto, espedienti sottili che però hanno reso l’idea di come fosse labile la separazione tra Mefistofele e Faust.

Faust
C: Luca Manfrini
https://www.piccoloteatro.org/it/2019-2020/scene-da-faust

L’altra metà

«La seconda metà dei quattordici capitoli totali – ci dice Tiezzi – è dedicata al dramma della ragazza sedotta e abbandonata». Il tema della sessualità viene introdotto con l’entrata in scena di Mefistofele che instilla in Faust il desiderio per una giovane donna, Gretchen, e lo sfrutta per farlo perdere nel suo delirio erotico.

Gretchen è derelitta, sconfitta in questo amore che la porta alla follia. Anche in questo personaggio vediamo un conflitto: tra il dovere verso la famiglia e l’amore per quest’uomo dannato. Seppur somigliante a Faust nella dualità della sua anima, Gretchen esce sconfitta da questa storia.

In un monologo struggente che chiude lo spettacolo vediamo la donna in preda alla sua follia mentre parla da sola, canta, cerca ombre di un ricordo che si è sbiadito e notiamo che si risponde con delle battute che sarebbero di Faust. Quest’ultimo è diventato lo specchio di Gretchen, il suo Mefistofele che la porta alla morte.

Un testo attuale

Scene da Faust è uno spettacolo che con scene scollegate tra loro è comunque capace di raccontare una storia che sfiora il mitico.
Con immagini potenti e bellissime sa comunicare delle riflessioni profonde su tematiche molto ampie che ci toccano ancora oggi: dall’insoddisfazione di se stessi alla volontà di sapere oltre l’umano.

Piccolo Teatro Grassi
dal 18 febbraio all’1 marzo 2020
Scene da Faust
di Johann Wolfgang Goethe
versione italiana Fabrizio Sinisi
regia e drammaturgia Federico Tiezzi
con Sandro Lombardi, Marco Foschi e Leda Kreider 
e con Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Francesca Gabucci, Ivan Graziano, Luca Tanganelli

Marialuce Giardini

Diplomata al liceo classico, decide che la sua strada sarà fare teatro, in qualsiasi forma e modo le sarà possibile.
Segue corsi di regia e laboratori di recitazione tra Milano e Monza.
Si è laureata in Scienze dei Beni Culturali nel 2021