Giovedì 28 novembre nel foyer del Piccolo Teatro Studio Melato di Milano è stato presentato il Sogno di una notte di mezza estate (commento continuo) con la regia di Carmelo Rifici. Lo spettacolo sarà in scena fino a domenica 22 dicembre.
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A misura di allievo
La caratteristica principale di questa messa in scena è che vede allievi della scuola del Piccolo Teatro. Questo è il primo punto, e il principale, su cui si soffermano sia Carmelo Rifici che Claudio Longhi. Scrive il direttore del Teatro d’Europa: «Il viaggio nella dimensione onirica e tra le dicotomie del Sogno (femminile/maschile, luce/ombra, città/bosco, giorno/notte, realtà/finzione, verità/menzogna) si rivela una ideale occasione di debutto nel mondo del professionismo attorico».
Chi ascolta le parole di Carmelo Rifici viene colpito molto da quanto la scelta del testo sia una scelta pedagogica: il regista spiega come autori quali William Shakespeare, Anton Checov e i classici (latini e greci) siano il miglior banco di prova per degli allievi attori. I loro testi, infatti, necessitano di grande rigore da parte degli interpreti e un profondo studio e comprensione dell’arte drammatica. Gli allievi arrivano dunque dopo questo lavoro a possedere le basi fondanti del mestiere dell’attore.
Insegnamento umano
Lo studio attoriale non si basa solo sullo scritto del bardo, ma si affida anche alla penna di Riccardo Favaro; il quale crea un «acuto contrappunto al testo originale» – come lo definisce Claudio Longhi – che va a presentare un punto di vista più critico del testo (il commento continuo del sottotitolo). Questo modus operandi è dettato sia dalla necessità di dare parti equamente distribuite tra attrici e attori, sia dal rapporto che Claudio Rifici vuole instaurare col pubblico.
Il regista afferma di voler creare un dialogo personale attraverso il testo, che quindi non è una semplice messa in scena, bensì una sua strumentalizzazione per trattare temi contemporanei. Inoltre in questo caso Carmelo Rifici si è posto come obiettivo la presentazione di tutta la complessità del testo, in modo da mettere attori e spettatori sullo stesso piano.
La scrittura
Catalizzatore di quel dialogo regista-pubblico è il testo originale di Riccardo Favaro. L’autore prima ancora di scrivere si è posto il problema della restituzione del verso shakespeariano (il pentametro giambico). Dunque ha creato un testo che si inserisce nell’originale come apparato critico, mantenendo però la liricità.
La grande forza del testo – secondo Riccardo Favaro – è il suo disequilibrio. Rispettare tale disequilibrio è stato fondamentale per poter restituire il clima latente della storia.
La trappola della comicità
Infatti Carmelo Rifici rende ben presente il fatto che ciò che accade nel testo non è per nulla comico: c’è un grande disequilibrio di poteri, la libertà che i protagonisti sembrano avere è in realtà fittizia. Tutto ciò che accade nel testo è messo in luce attraverso le sue ombre; tutto ritornerà al suo ordine prestabilito e nulla sarà veramente cambiato. Carmelo Rifici definisce tutto ciò come triste.
Le opere di William Shakespeare sono, in effetti, dei trattati sulla natura umana e in questo caso autore e regista hanno raccolto quelle crude istanze che già erano presenti nel testo. L’uscita dalla realtà infatti avviene in una dimensione onirica, non reale, perché nella realtà quelle azioni non possono essere compiute.
In conclusione, il Sogno di una notte di mezza estate sarà un’esplorazione onesta di una condizione esistenziale problematica, che permetterà ai suoi osservatori di guardare alla propria realtà con occhio critico, pur essendoci immersi. Un evento che ha dato ancora più significato a questa esplorazione della condizione esistenziale è stato l’annullamento della prima data per lo sciopero nazionale del 29 Novembre. Il teatro non è estraneo alla sua realtà e gli attori di questo spettacolo l’hanno dimostrato attivamente portando nel loro «bosco» un problema della «città», marchiandone la reciprocità e vicinanza.
Sogno di una notte di mezza estate (commento continuo)
al Piccolo Teatro Strehler dal 29 novembre al 22 dicembre
regia di Carmelo Rifici
testo originale di Riccardo Favaro
con gli allievi e le allieve della Scuola del Piccolo Teatro
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