fbpx
August Aiden in una delle sequenze di "The Village". Fotogramma del videoclip

The Village: una poesia audiovisiva contro l’omotransfobia

///
6 minuti di lettura

Oggi è la giornata mondiale contro omofobia, bifobia e transfobia, in ricordo dell’eliminazione ufficiale dell’omosessualità dalla lista delle malattie psichiche, avvenuta il 17 maggio 1990.

Si tratta di tematiche di cui negli ultimi anni si sta parlando sempre di più, complice il ruolo chiave giocato dal cinema e dalla letteratura. Ovviamente, questo ha comportato una sempre maggior sensibilizzazione del grande pubblico, anche e soprattutto delle persone che, non toccate in prima persona, non si erano mai soffermate su queste problematiche.

Se la musica racconta storie

Anche la musica ha fatto la sua parte. Viviamo in un’epoca in cui la musica non solo si ascolta: ormai viene anche guardata, grazie ai videoclip di YouTube. Non si ama una canzone solo per il suo arrangiamento musicale o il suo testo, ma anche per la storia raccontata dalle immagini che la accompagnano.

Se si parla di musica e denuncia dell’omofobia, probabilmente a chiunque verrà subito in mente il videoclip della meravigliosa Take Me To Church di Hozier: sebbene la canzone parli di tutt’altro, il cantante irlandese ha scelto di raccontare nel video le drammatiche vicissitudini di una coppia gay in Russia. È altrettanto probabile che chiunque ricordi la sensazione di profonda inquietudine provocata dalle sequenze crude di quel video.

The Village, la poesia audiovisiva di Wrabel

È possibile parlare in modo delicato di tematiche così serie, che rappresentano un vero e proprio dramma per chi le vive in prima persona? Ci è riuscito l’americano Wrabel, che poco meno di un anno fa ha regalato al mondo un pezzo toccante come The Village. Un pezzo completo: bello l’intreccio delle note, poetico il testo, commovente il videoclip. La canzone racconta, sia nel testo sia nel video, la storia di un adolescente americano trans FtM (interpretato da August Aiden), cresciuto lontano dalle megalopoli del Paese, in cui senz’altro vi è più apertura verso ciò che appare fuori dall’ordinario.

Il video si apre con la frase «In nature, a flock will attack any bird that is more colorful than the others because being different is seen as a threat» (In natura, uno stormo tende ad attaccare qualunque uccello sia più colorato degli altri perché essere diversi è visto come una minaccia). Man mano che la canzone si sviluppa, il giovane protagonista fa coming out, mettendo la sua famiglia di fronte al fatto compiuto, e allo spettatore viene data la possibilità di scoprire il più grande talento di questo ragazzo: la pittura. In diverse scene, infatti, lo si vede alle prese con un dipinto cui sembra dedicarsi con moltissimo impegno.

Tutto quell’impegno non è casuale: il dipinto, che colpisce chiunque lo guardi, ha un messaggio profondo. Fino alla fine del video, lo spettatore non sa di preciso di che cosa si tratti. Deve accontentarsi della reazione di chi, nel video, osserva il dipinto. Solo in ultimo, quando il protagonista fugge da tutto ciò che lo opprimeva, lo spettatore scopre che il quadro rappresenta una serie di uccelli piccoli e tutti molto simili tra loro, che volano accanto a un uccello molto più grande e molto più colorato degli altri. Nella scena finale del video è il protagonista a incarnare la metafora dell’uccello colorato, andando a scuola con la faccia dipinta di diversi colori. La storia si chiude con la scritta «Dedicated to all the colorful birds» (Dedicato a tutti gli uccelli colorati).

The Village
August Aiden in una delle sequenze di The Village.

«Dedicated to all the colorful birds»

Anche il nostro augurio per questo 17 maggio va a tutti gli uccelli colorati che ci sono al mondo. La poesia visiva messa in musica da Wrabel non è solo una presa di posizione a favore dei diritti delle persone LGBT (particolarmente bella e significativa, a questo proposito, la ripetizione, nel testo della canzone, della frase «there’s nothing wrong with you», ovvero «non c’è nulla di sbagliato in te»). The Village ci ricorda anche che tutti noi potremmo essere additati come diversi, per qualunque motivo. Ci scalda il cuore perché ci ricorda che siamo tutti a nostro modo uccelli colorati, e che è proprio ciò che ci rende unici a renderci anche bellissimi.

 

Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.