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Chi erano le Wrens, le crittografe di Bletchley Park

In Gran Bretagna, durante la Seconda Guerra Mondiale, alle donne della Royal Navy fu affidata la supervisione delle Bombe e la decifrazione dei codici nemici

8 minuti di lettura

Se qualcuno avesse chiesto che lavoro facessero, avrebbero dovuto rispondere «scrittrici confidenziali», ovvero un modo piuttosto fantasioso per dire «segretarie». Ma la loro concentrazione granitica, la pazienza immensa e la resistenza agli incarichi più estenuanti facevano di loro delle risorse inestimabili per il loro paese. Siamo ai margini della Seconda guerra mondiale, in Gran Bretagna. Loro sono le Wrens, le donne della Royal Navy che aiutarono a decrittare i codici nemici a Bletchley Park.

La minaccia tedesca e l’ombra nefasta dell’URSS

Nel 1938, l’annessione dell’Austria da parte della Germania scatenò i primi moti di inquietudine in tutta Europa. Ne seguì l’invasione della Cecoslovacchia e, un anno dopo, della Polonia, spartita in seguito con l’URSS. Le due nazioni suggellavano così un patto di non aggressione, il celeberrimo Molotov-Ribbentrop – dai nomi dei ministri degli Esteri sovietico e tedesco, rispettivamente. La Francia e la Gran Bretagna, percepito il pericolo, cominciarono a mobilitarsi, preparandosi a quel conflitto catastrofico che sarebbe stata la Seconda guerra mondiale.

L’angosciante stasi della «guerra finta»

In verità, prima dell’effettiva chiamata alle armi, sul fronte occidentale regnava un opprimente immobilità, definita «guerra finta» o «strana guerra». Hitler aveva in mano Polonia e Cecoslovacchia; l’operazione Weserübung, nell’aprile del 1940, l’avrebbe portato all‘occupazione della Danimarca e della Norvegia. Eppure, la campagna di Francia prese avvio soltanto nel maggio di quello stesso anno. In Gran Bretagna il governo approfittò di questa stasi per reclutare non soltanto i soldati che sarebbero poi andati al fronte, ma anche delle giovani menti che sarebbero rimaste nel paese, a servire la corona direttamente da casa propria – più precisamente, da un piccolo paese sperduto a nord-ovest della capitale: Bletchley.

Bletchley Park e la macchina Enigma

Segretissima sede del Government Code & Cypher School – il vecchio nome del servizio crittografico dell’intelligence britannico – Bletchley Park ospitava le donne e gli uomini più brillanti del paese. Il loro compito principale sarebbe stato quello di intercettare e decifrare i codici nemici, così da anticiparne le mosse ed evitare quanti più danni possibili. I tedeschi, per mascherare le loro comunicazioni, si servivano di Enigma, sofisticata ma sgraziata macchina che codificava e decodificava messaggi grazie a un gruppo di rotori che dovevano essere impostati sulla stessa posizione. Per poter penetrare il significato di questi messaggi, dunque, erano necessarie persone con un pensiero laterale altamente sviluppato, motivo per cui a Bletchley Park iniziò ad arrivare una fiumana di matematici, fisici, ingegneri, linguisti, scacchisti ed esperti di parole crociate.

Macchina Enigma della Marina Militare italiana.
Una macchina Enigma utilizzata dalla Marina Militare italiana, posseduta da Mussolini in persona.
© Caterina Cantoni

Le Wrens – le donne della Royal Navy

L’entrata in scena delle Bombe, nel 1940, ribaltò la situazione. E non ci stiamo riferendo agli ordigni esplosivi, bensì alle macchine calcolatrici ideate da Alan Turing e progettate da Harold Keen per velocizzare la decrittazione dei messaggi Enigma. La loro supervisione fu affidata alle Wrens, le donne della marina militare britannica. Acronimo di Women’s Royal Naval Service, il loro nome veniva pronunciato come wren – una felice coincidenza, giacché wren in inglese significa  «scricciolo». Purtuttavia, viene naturale chiedersi perché ci fosse il bisogno di rivolgersi alla Royal Navy, e dunque a un’istituzione militare, per operare le Bombe: non bastava arruolare dei civili al posto loro?

L’estenuante compito delle Wrens a Bletchley Park

Occuparsi delle Bombe non era affatto semplice. Questi mostri imponenti, posizionati in stanze piccole e poco arieggiate, macinavano un’infinità di possibili combinazioni producendo un fragore senza fine. Le loro budella, composte da grovigli di circuiti, erano in piena vista. Le Wrens dovevano dunque comprenderne il funzionamento, seguirne il lavorio, risolverne i frequenti inceppamenti, nonché collegare e scollegare i fili, modificare le posizioni dei tamburi e registrare, infine, il messaggio decifrato ottenuto. Una volta raggiunto questo traguardo, il testo veniva passato alla squadra dei traduttori, e il compito delle Wrens terminava. La concentrazione e la pazienza erano le loro qualità più preziose: un errore in uno di questi passaggi le avrebbe costrette a ricominciare tutto da capo.

Il retro di una macchina Bomba a Bletchley Park.
Il retro ingarbugliato di una Bomba.
© Caterina Cantoni

Profili di due eminenti Wrens di Bletchley Park

Con il passare del tempo e l’aumento delle Bombe, non solo a Bletchley ma anche in altre sedi, ogni giorno era possibile leggere migliaia di messaggi della Luftwaffe, della Kriegsmarine e della Heer. Il Parco era ormai in continuo fermento, tanto da assomigliare, nelle parole della linguista Sarah Baring, a un «labirinto senza uscita». Il numero delle donne superava di molto quello degli uomini, sebbene fossero questi ultimi a detenere poteri decisionali. Fra le tante, due Wrens in particolare hanno lasciato una testimonianza circostanziata del loro contributo a Bletchley Park.

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La prima è Margaret Cooper, reclutata senza sapere cosa sarebbe andata a fare. Oggi racconta che la segretezza era tale da sfociare nel mistero persino per chi lavorava lì, poiché né lei, né le sue colleghe, conoscevano la macchina Enigma. Cominciò con l’occuparsi delle Bombe, per poi essere trasferita a Stanmore per supervisionare le Bombe sostitutive – una precauzione per evitare la perdita di tutte le macchine nel caso di bombardamento a Bletchley.

La seconda testimonianza è quella di Jean Valentine, che decise di diventare Wren per dovere patriottico. Con ironia ammette che il suo reclutamento deve essere stato uno sbaglio, perché era troppo bassa per gli standard (l’altezza era cruciale per operare i tamburi più elevati delle Bombe). Eppure, riuscì a distinguersi nel suo lavoro, tanto da essere mandata nel Ceylon per decifrare i codici giapponesi. Chiunque oggi decida di visitare il Museo di Bletchley Park, la ritroverà intenta a illustrare le funzionalità della Bomba a un gruppo di turisti incuriositi.

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Bibliografia essenziale:

  • The secret life of Bletchley Park, Sinclair McKay, Aurum Press
  • The female enigmas of Bletchley Park in the 1940s should encourage those of tomorrow, Bryony Norburn, articolo su theconversation.com

Caterina Cantoni

Classe 1998, ho studiato Lingue e Letterature Straniere all'Università Statale di Milano. Ammaliata da quella tragicità che solo la letteratura russa sa toccare, ho dato il mio cuore a Dostoevskij e a Majakovskij. Viale del tramonto, La finestra sul cortile e Ritorno al futuro sono tra i miei film preferiti, ma ho anche un debole per l'animazione. A volte mi rattristo perché so che non mi basterebbero cento vite per imparare tutto ciò che vorrei.

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