fbpx

American Gods : Gigantomachia tra Vecchio e Nuovo

//
8 minuti di lettura

Fuga degli dei o dei in esilio? Forse fu questa la domanda che si pose Neil Gaiman prima di iniziare a scrivere il suo libro American Gods (2001). O forse piuttosto si chiese : come mai la divinità non è più presente nella quotidianità dell’uomo moderno? Tutt’altro che una domanda inedita. La risposta di Gaiman la troviamo messa in scena nell’audiovisivo seriale American Gods (sì, come il romanzo) prodotta da Starz e distribuita nel mondo da Amazon Video, la prima stagione della serie si è conclusa la settimana passata con l’uscita dell’ultimo episodio, l’ottavo.

E noi? Ce la siamo mai posta questa domanda? Se sì, allora guardare la serie o/e leggere il libro può aiutarci a rispondere meglio, qualora avessimo già trovato, per conto nostro, una risposta. Se invece è una domanda che, da buoni figli dei nostri atei tempi, non ci siamo mai posti, ebbene guardare American Gods, o leggere American Gods, è un ottimo modo per porsela. Gli dei. Sono gli dei ad essere i protagonisti di American Gods. Abbastanza ovvio già dal titolo. Non è ovvio di quali dei si tratta, però, quando leggiamo il titolo “American Gods”.

Se abbiamo un po’ di cultura o ci ricordiamo quattro cose apprese per sbaglio alla scuola media, sappiamo che gli dei sono quelli greco-romani. I più, conoscono quei dei. Apollo, dio del Sole e del Limite. Afrodite, dea dell’Amore e della Passione. Eolo, dio dei Venti e del Cambiamento. Ares, dio della Guerra e del Conflitto. Tellus, dea della Terra e madre di Cerere, dea della Fertilità e dei buoni Raccolti. E via di seguito.

Se poi abbiamo visto la saga dei Vendicatori Marvel allora conosciamo anche altri dei. Gli dei della mitologia nordica: i norreni. Odino, detto Felice-della-Guerra il dio del Tutto, della Guerra e del Controllo che regola e non è regolato (noto in Germania con il nomignolo di Ganz Andere – l’assolutamente altro). Ostara, dea dell’Alba e della Rinascita delle cose che crescono. Loki, dio dell’Inganno e del Nascondimento. Thor, dio del Tempo Atmosferico.

Se qualcuno di noi poi ha buona memoria e da piccolo ha visto il cartone animato Papirus o ha visitato l’Egitto oppure ha visto qualche cartolina con delle costruzioni a forma di piramide, Le Piramidi; allora avrà scoperto esistette un popolo, sorto, si dice, intorno al 4000 a.C. nella Valle del Nilo : gli Egizi. Loro pure veneravano un pantheon di dei. Anubi, dio custode dei morti. Ash, dio del Deserto e delle Oasi. Ra, il dio del Sole. Thot, dio della Conoscenza e della Scrittura. Horus, il dio del Saggio Potere.

Oltre a queste divinità, ne esistono poi anche altre interne agli stessi Monoteismi, cioè alle Tre Religioni del Libro. Soprattutto la religione Islamica venera molti demoni. Se abbiamo visto l’Aladdin Disney, abbiamo incontrato una rappresentazione del demone musulmano Jinn, la Potenza di Fuoco. Se abbiamo conosciuto Spider Man è anche grazie a una divinità venerata nella mitologia africana, Anansi; dio dell’Inganno e dell’Immolazione Eroica, nonché della Pioggia.

Questa ricostruzione abbastanza rozza vale chiaramente da cenno, ne esistono molti altri di panthea divini, basti pensare all’Induismo o al Serpente Piumato venerato e temuto dai Maya, per dire.
Sappiamo, avendolo imparato come scherno nei loro confronti e per riaffermare ancora una volta la loro origine, che gli Dei Americani, non esistono. Gli americani non hanno una mitologia; gli americani sono giovani e, con la Scoperta del Nuovo Mondo, abbastanza in fretta hanno cancellato la cultura indiana nativa che li precedeva sul suolo del continente e che teneva in gran conto la Forza Cosmica. Anche qui si pensi allo Sciamano e ai vari riti demoniaci da invasati che facevano i Sioux o al Mito della Terra Madre nell’animismo sciamanico dei Cheyenne.

bing.com/images/

Nel libro di Gaiman e nella serie tv con America si intende, come si sarà capito, gli USA. Noi europei, sappiamo che gli americani sono dei nostri, è dal Vecchio Continente che si è originato il Nuovo Mondo. Ora, sapendo questo, sappiamo anche che leggono l’Iliade e l’Odissea a scuola cioè che studiano la mitologia che noi chiamiamo classica, la stessa che studiamo noi, che attualmente sono per lo più Cristiani Cattolici e Protestanti, che amano i fast food, proprio come noi, che hanno le villette a schiera coi giardini curati che si dispongono uno affianco all’altro raggruppandosi in lunghissimi Boulevards alberati, proprio come quelli che noi non abbiamo.

E allora, perché Gaiman (che è inglese) ha scelto questo titolo? Per prendersi gioco o fare sarcasmo sulla fittizia superiorità degli Stati Uniti? No. Cosa vuol dire gli Dei di chi non ha Dei? Vuol dire, forse, gli Dei che non-ci-sono? Forse. E se intendiamo alla lettera la domanda precedente, sarebbe una domanda retorica o vuota. Chi sarebbero questi Vecchi e Nuovi menzionati nel titolo di questo scritto? E in generale, che trama avrebbero il libro e la serie se trattassero di Dei che, letteralmente, sono gli Dei che non-ci-sono? È probabile che si tratti di un non esserci particolare, sia per i Nuovi, che per i Vecchi. benché siano due modalità del non-esserci decisamente diverse, una caratterizzata dalla presenza nel mondo ma dall’assenza nelle menti delle persone, che credono in loro ciecamente senza considerarli come veri e propri Dei, ma anzi come il superamento della divinità. L’altra invece è proprio la presenza che si va dissolvendo, l’oblio della divinità dal Mondo e la sua cancellazione dalle vite degli uomini. La fine di ogni credenza che si riconosca come tale.

Se non basta ad incuriosire, ecco una citazione tratta dalla serie:

«Chi sono gli Dei? Esistono? La gente crede a una grande quantità di cose; e con ciò esse esistono. Quindi possiamo dire che anche gli Dei esistono. La domanda è : esistono per primi le persone che ci credono o gli Dei in cui credono
«Credere significa vedere. Gli Dei esistono se c’è qualcuno che crede in loro
«La gente dà vita alla divinità quando si interroga sul motivo del perché qualcosa accade»
«I tempi stanno cambiando… e tu non puoi combattere il progresso».

 

Lorenzo Pampanini

Classe 1994. Laureato in Scienze Filosofiche all'Università La Sapienza di Roma.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.