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«Arrivederci professore»: sbagliate, fatelo con coraggio!

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3 minuti di lettura

È uscito lo scorso 20 giugno Arrivederci professore, film che vede l’amato Johnny Depp come protagonista. Nel giro di pochi giorni è già balzato in vetta alle classifiche del box office: ha al momento incassato quasi 85mila euro. Non male, visto che troppo spesso le pellicole di qualità vengono snobbate dal grande pubblico.

Non sprecare nessun momento

Il film si apre con quella che è una vera e propria batosta per Richard, uno stimato professore di letteratura: gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni non curabile. Se decidesse di seguire una terapia, potrebbe sperare di vivere al massimo per un anno. Senza terapie la sua aspettativa di vita scenderebbe a sei mesi. Dopo l’ovvio sconforto iniziale, Richard decide di non fare nessuna terapia e di vivere al massimo i pochi giorni che ha ancora a disposizione.

Arrivederci professore

Comincia un periodo in cui Richard fa tutto quello che gli va di fare – che per tutta la vita non aveva mai fatto, per un motivo o per un altro – e in cui spinge anche la figlia e gli studenti a vivere con intensità ogni momento. Non dice a nessuno, tranne al suo migliore amico, della sua malattia, ma dedica tutti gli ultimi mesi a lasciare il proprio testamento spirituale a chi verrà dopo di lui. La morte imminente sarà per Richard anche la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, con la consapevolezza di non avere nulla da perdere.

Arrivederci professore

Sbagliate, fatelo con coraggio

Tra gli insegnamenti più importanti che Richard lascia agli studenti c’è l’idea che vivere (e non limitarsi a esistere) implichi anche commettere degli errori, a dispetto di un mondo che ci vuole tutti infallibili. Accettare una vita mediocre, spiega Richard, è un torto fatto a sé stessi e agli altri. Ciò che conta davvero è far capire agli altri quanto si vale e non lasciare che nessuno metta mai in discussione questo valore.

Arrivederci professore : una commedia drammatica

Arrivederci professore è stato definito, a ragione, una commedia drammatica. Si ride, si piange, si riflette. Non rientra a pieno titolo né in una categoria né in un’altra, ed è giusto così. Forse il regista Wayne Roberts ha voluto darci una metafora della vita, in cui nulla è mai totalmente bianco o nero. Vivere è anche andare oltre le categorie preconfezionate che ci vengono proposte, se non imposte: non a caso, in una bellissima scena Richard dà il massimo dei voti all’unica studentessa che, alla sua richiesta di descrivere con una parola un libro appena letto, sceglie di usarne due.

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Francesca Cerutti

Classe 1997, laureata in Lingue per l'impresa e specializzata in Traduzione. Sempre alla ricerca di storie che meritino di essere raccontate. Nel 2020 è stato pubblicato il suo romanzo d'esordio, «Noi quattro nel mondo».

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