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Paul Gauguin Paradiso perduto

Dipingere il Paradiso perduto: Paul Gauguin in Polinesia

dalla newsletter n. 37 - marzo 2024

15 minuti di lettura

Mi affaccio sull’orlo dell’abisso. Una terribile smania di ignoto mi fa compiere follie. Quando, finalmente, gli uomini comprenderanno il senso della parola libertà? Voglio fare un’arte semplice, correre, perdere il fiato e morire follemente. Che mi importa della gloria? Sono forte perché faccio ciò che sento dentro di me.

Diario di Paul Gauguin

Il desiderio di partire per terre esotiche e sconosciute è connaturato all’uomo, così come lo è la ricerca di un luogo altro, diverso da tutto quello che si è sempre conosciuto: un luogo dove proiettare il vero sé, spesso soffocato dalla routine quotidiana. Se oggi questo desiderio può essere facilmente soddisfatto grazie alla globalizzazione e ai voli intercontinentali, nell’Ottocento raggiungere una meta lontana equivaleva a compiere una scelta di vita, a lasciarsi alle spalle il mondo conosciuto per addentrarsi in terre inesplorate, abbracciando usi e costumi sconosciuti all’Occidente. Uno dei primi pittori a intraprendere questo «viaggio dell’eroe» è stato il postimpressionista Paul Gauguin (1848-1903), uomo eccentrico e anticonvenzionale, il cui temperamento inquieto fu forza motrice di numerosi viaggi, tra cui il celeberrimo soggiorno in Polinesia, che ha ispirato e nutrito l’arte della sua maturità.

Allontanamento dall’Occidente e dalla pittura impressionista

Il desiderio di fuga da un Occidente corrotto e privo di valori è un topos nell’Europa fin de siècle e accomuna moltissimi artisti, sebbene furono in pochi ad attuarlo con la stessa radicalità di Paul Gauguin. La ricerca, il ritrovamento di un paradiso perduto dove rinfrancare corpo e anima affonda le sue radici nel Primitivismo, corrente di pensiero che celebra il mito del «buon selvaggio», emblema di un’umanità naturalmente mite, protetta dalle brutture della modernità.

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A diciassette anni il giovane Paul Gauguin, dopo aver trascorso l’infanzia a Lima (la madre aveva origini ispano-peruviane), decide di imbarcarsi su una nave mercantile, compiendo una sorta di giro del mondo che lo porta a visitare l’India, il Brasile e infine a ritornare nell’amato Perù. Dopo una giovinezza errabonda, Paul Gauguin mette la testa a posto e accetta un incarico lavorativo stabile. Negli anni Ottanta dell’Ottocento inizia con successo a dipingere e sembra aver abbondato l’irrefrenabile voglia di viaggiare. Il suo primo maestro di pittura è l’impressionista

Arianna Trombaccia

Romana, classe 1996, ha conseguito la laurea magistrale con lode in Storia dell'arte presso l’Università La Sapienza. Appassionata di scrittura creativa, è stata tre volte finalista al Premio letterario Chiara Giovani. Lettrice onnivora e viaggiatrice irrequieta, la sua esistenza è scandita dai film di Woody Allen, dalle canzoni di Francesco Guccini e dalla ricerca di atmosfere gotiche.

Rebecca Sivieri

Classe 1999. Nata e cresciuta nella mia amata Cremona, partita poi alla volta di Venezia per la laurea triennale in Arti Visive e Multimediali. Dato che soffro il mal di mare, per la Magistrale in Arte ho optato per Trento. Scrivere non è forse il mio mestiere, ma mi piace parlare agli altri di ciò che amo.

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