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«Domanda alle stelle» di Karl Wilhelm Diefenbach: inquietudini e misticismo al tramonto di un secolo

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4 minuti di lettura

Nel tragico e struggente momento di passaggio dai valori della società borghese del XIX secolo all’inquietante e oscuro Novecento, il controverso artista e utopista tedesco Karl Wilhelm Diefenbach (1851 – 1913) dipinge Domanda alle stelle (1901), capolavoro indiscusso del simbolismo pittorico, oggi conservato a Vienna nell’ambito della Collezione privata Schmetz

La vita tormentata di Diefenbach è la perfetta sintesi di un momento storico tragico in cui si assiste al crollo dei modelli e delle certezze della civiltà tradizionale, incalzata dall’irrompere del progresso, dei nazionalismi, dell’instabilità sociale e politica e dai venti di guerra che soffiano sempre più minacciosi. Nato a Hadamar, nel land tedesco di Assia, l’artista conduce una vita in continua lotta con i vincoli e le contraddizioni della società borghese del suo Paese natale, diventando uno dei principali rappresentanti del nudismo, del vegetarianismo e del naturismo in un’incessante ricerca di una religiosità primitiva e primigenia, volta a riscoprire l’arcaico rapporto tra uomo e Natura. La sua filosofia di vita anticonvenzionale sarà poi modello per la costituzione nei primi anni del Novecento della comunità di Monte Verità ad Ascona, nel Canton Ticino (Svizzera), dove intellettuali e artisti di tutta Europa condividevano un stile di vita lontano dal contesto politico e sociale del tempo, che permetteva di vivere una libertà spirituale e intellettuale in perfetta armonia con la natura.

K. W. Diefenbach, Domanda alle stelle, olio su tela (1901), collezione privata Schmetz, Vienna
K. W. Diefenbach, Domanda alle stelle, olio su tela (1901), Collezione privata Schmetz, Vienna

Dopo numerosi viaggi attraverso l’Italia e l’Egitto, nel 1900 Diefenbach approda a Capri, dove trascorre gli ultimi 13 anni della sua vita, trovando nell’isola partenopea un’inesauribile fonte d’ispirazione per quella sua inguaribile condizione di esule intellettuale: «Capri mi basterà per tutta la vita con queste aspre rupi che adoro, con questo mare tremendo e bellissimo benché, in verità, io soffra il martirio del boicottaggio dei miei connazionali che venendo qui muovono contro di me vergognose accuse di immoralità ed empietà».

E proprio una Capri inedita, dirompente e tenebrosa, lontana dalla solarità mediterranea, fa da sfondo alla visione mistica rappresentata da Diefenbach in Domanda alle stelle. Il mare burrascoso nella tela diventa paesaggio allegorico che rappresenta aspetti inesplorati della sensibilità umana, cari all’artista che mostra una grande attenzione per lo studio dell’inconscio, in linea con il crescente interesse culturale del XX secolo per la psicoanalisi teorizzata da Sigmund Freud. Il confronto dell’essere umano, rappresentato da una diafana figura femminile con lo sguardo rivolto verso un inquietante cielo grigio, con la Natura rappresenta l’incessante ricerca di risposte di fronte all’inevitabile declino di un epoca e all’irrompere di una modernità sconosciuta e “tempestosa”, in una propensione mistica verso il cosmico e l’indefinito. Gli eventi naturali trasposti sulla tela diventano proiezione delle aspirazioni e delle paure dell’uomo, ed esprimono un senso di vertigine che si rifà ancora alla forte suggestione artistica del Romanticismo di fine Ottocento.

La luce lunare, che amplifica il carattere mistico della scena, nasce dalla spuma del mare che si abbatte sul faraglione, è simbolo di una rivelazione della sapienza cosmica sospesa tra sogno e incubo che letteralmente “travolge” il passato e mostra all’uomo l’orizzonte di un nuovo secolo.

Per rendere omaggio all’illustre concittadino, nel 1974 Capri ha dedicato a Karl Wilhelm Diefenbach uno spazio espositivo permanente presso il Museo della Certosa di San Giacomo, il monastero più antico dell’isola, dove sono conservate 31 tele, cinque sculture in gesso e un ritratto del pittore tedesco dipinto dall’artista Ettore Ximenes.

Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

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