Dopo più di 150 anni, l’epistolario di Mary Taylor e Charlotte Brontë approda per la prima volta in Italia tradotto da Sara Grosoli nella raccolta Dal nuovo mondo: lettere a Charlotte Brontë (acquista).
A 14 anni, mentre teneva alta la fama di “bambina ribelle della scuola”, Mary Taylor (tra le prime sostenitrici dei diritti delle donne) e Charlotte Brontë diventano amiche: un legame che durerà per tutta la vita e che ha dato origine a un intenso scambio epistolare rimasto inedito fino ad oggi.
Intervista a Sara Grosoli
Abbiamo intervistato la traduttrice Sara Grosoli, che ha messo a disposizione il suo tempo per far scoprire ai lettori di Frammenti Rivista il suo lavoro intorno all’epistolario di Mary Taylor.
Come è nata la passione per le sorelle Brontë?
«Ho avuto la fortuna di scoprire in età assai precoce le opere delle sorelle Brontë, che hanno influito fortemente sulla mia formazione. Dopo aver conseguito la laurea in Lingue e letterature straniere all’Università di Bologna, ho iniziato a lavorare nel campo dell’editoria come traduttrice e lettrice di manoscritti.
Nel corso della mia attività ho cercato di portare alla luce alcuni aspetti poco noti della produzione brontiana: ho curato un’edizione delle lettere di Charlotte Brontë esclusivamente dedicate al tema della scrittura e dell’analisi letteraria, Ho tentato tre inizi. Lettere 1847- 1853 (acquista); ho riunito le lettere e gli scritti teorici di Anne Brontë, A soul so near divine. Le carte di Anne Brontë (acquista); ho tradotto i saggi che Emily Brontë scrisse in francese durante i suoi studi a Bruxelles Re Harold prima della battaglia e altri scritti (acquista)».
Come hai scoperto Mary Taylor e il suo epistolario e perché hai scelto di tradurlo?
«Leggendo varie biografie di Charlotte, sono stata conquistata dall’originalità e dal carattere volitivo di Mary. Ho cercato di conoscerla meglio, scoprendo una figura davvero poliedrica: scrittrice, viaggiatrice, imprenditrice e attivista femminista. Nelle sue lettere era acuta e pungente come Jane Austen e, come la Austen, descrisse nei dettagli la vita sociale della piccola comunità di coloni inglesi in cui risiedette quando si trasferì in Nuova Zelanda.
Del resto, lo scrittore ottocentesco Thomas de Quincey dichiarò che se si voleva leggere la miglior prosa inglese di quell’epoca, si doveva derubare un postino e fare incetta di tutte le lettere scritte in una grafia femminea.»
Quale aspetto dell’amicizia tra Mary e Charlotte ti ha più colpito?
«Mi hanno colpito la franchezza, la lealtà e l’altissimo rispetto reciproco. Mary non esitava a criticare apertamente taluni comportamenti o idee di Charlotte, ma le riconosceva enorme talento e capacità di abnegazione. Charlotte descrisse Mary con queste parole:
“Non ho speranza di vedere mai in questo mondo un carattere più autenticamente nobile. Darebbe volentieri la vita per la persona di cui fosse innamorata. Il suo intelletto e le sue doti sono di altissima qualità”.»
Cosa può ancora comunicare Mary al 21esimo secolo?
«Nei suoi scritti sulla questione femminile Mary ribadì più volte la necessità per le donne di raggiungere l’indipendenza economica. Per noi donne del XXI secolo la rilevanza di questo concetto è oramai assodata, mentre allora si trattava di una dottrina rivoluzionaria.
Ritengo che questa sia la lezione fondamentale che possiamo trarre dall’esempio di Mary: avere determinazione nel perseguire i propri obiettivi e non lasciarsi influenzare dai giudizi altrui. Mary fu biasimata e persino derisa nel suo tentativo di autoaffermazione, ma non si lasciò scoraggiare dai pregiudizi del suo ambiente sociale. Fu un’antesignana delle lotte per i diritti delle donne che ancora oggi vengono combattute, #metoo in testa».
[…] Ho avuto il piacere di intervistare Sara Grosoli per Frammenti Rivista nell’articolo L’inedito epistolario di Mary Taylor e Charlotte Brontë: intervista alla traduttrice. […]