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I grandiosi Quattro Atti dei Fast Animals and Slow Kids

I Fast Animals and Slow Kids sono tornati in tour e noi li abbiamo sentiti a Padova al Teatro Geox il 16 aprile.

7 minuti di lettura

I Fast Animals and Slow Kids, abbreviato in Fask, sono una band formatasi nel 2008 e costituita da Aimone Romizi (voce, chitarra, percussioni), Alessio Mingoli (batteria, seconda voce), Jacopo Gigliotti (basso) e Alessandro Guercini (chitarre). Sono tornati in tour dopo il 2021 con una formazione a cui si aggiunge una piccola orchestra adatta all’ambiente dei teatri dove il tour ha luogo.

Come degli animali notturni (titolo di un loro album corredato dalla title track, prima canzone della scaletta quest’anno) si muovono all’interno della dimensione palco con classe e discrezione. Li abbiamo sentiti a Padova al Teatro Geox il 16 aprile.

Chi sono i Fast Animals and Slow Kids

«Siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia», è da ormai anni la prima frase che il frontman pronuncia quando il primo grido del pubblico li accoglie. I Fask hanno un repertorio vario e particolare. Le loro canzoni trattano tematiche diverse come lo smarrimento della gioventù, la maturità, il lavoro, l’amore. Quest’ultimo trattato sempre con un sottofondo di vulnerabilità e richiesta di aiuto all’altro. Non esiste posto per il machismo in un contesto di autocritica ed elaborazione personale che appartiene alle storie raccontate.

Quanto al genere, li associamo all’indie per il timido inizio che li porta a non essere la band italiana più famosa e ascoltata, che comunque ha registrato diverse date sold out, ma abbracciano principalmente il rock alternativo. Il ritmo di certe melodie non deve ingannarci: i Fask sono una band riflessiva, autoironica come si mostra Aimone Romizi di fronte al pubblico.

Non è più inverno per noi
Ma dammi un’altra coperta
Non è più inverno per noi
Ma dammi un’altra coperta

Come ho fatto a non capire?
Qui ormai è sopravvivenza
È solo privazione
Nel nome di un orgoglio

È una mano che si tende
Ma disprezza ciò che stringe

Abbracci ed esistenzialismo
Senza averne bisogno.

Coperta

Quattro atti con tematiche diverse

Lo spettacolo è organizzato in quattro, la cui scaletta è così composta: Atto 1: Animali notturni, Come un animale, Stupida canzone, A cosa ci serve, Troia. Atto 2: Vita sperduta, Tenera età, Cosa ci direbbe, Lago ad alta quota. Atto 3: Il vincente, Fratello mio, Coperta, Annabelle, Senza deluderti. Atto 4: Novecento, Canzoni tristi, Dritto al cuore, Non potrei mai, Forse non è la felicità.

Hanno dichiarato a Rockol: «Quello che ha portato alla definizione della set list è stato un lavoro molto particolare in cui abbiamo riascoltato e sezionato tutta la nostra discografia».

Le tematiche assegnate riassumono bene il senso delle canzoni affiancate a ogni atto, come l’amicizia, il buio, il viaggiare grazie alla musica e l’amore. Al centro di questa evoluzione teatrale c’è un’evidente elaborazione formale e musicale. I Fask parlano al pubblico con un linguaggio chiaro, con testi introspettivi, ma mai astrusi. Le parole della band sanno far sentire compreso chi ne ha bisogno, ma anche sperimentare nuove sensazioni a chi non si è ancora messo in dubbio del tutto.

Mi guardo allo specchio, non vedo il riflesso
Ognuno ha il suo posto e allora il mio dov’è?
Uno la mia voce, due le mie parole
Tre sono le note di una stupida canzone
Uno cosa voglio, due cosa mi aspetto
Tre stringimi forte che non so che fine faccio.

Stupida canzone

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Un grande esempio di semplicità

L’aspetto più interessante del concerto è sicuramente un’atmosfera amichevole, costituita dal fatto che in primis Aimone Romizi non voglia prendersi troppo sul serio. Si bagna continuamente i capelli lunghi al suono di «Fa caldo», ricorda un modus operandis tipico dei concerti senza grande pubblico. Trema quando deve parlare anziché cantare, palesa la sua emozione come se non fosse in scena dal 2008.

Cambiami se puoi
Ora son pronto e forse è proprio quello che vorrei
Cambiami se puoi
Strappo i poster degli artisti che non sarò mai
Ma dimmi che è giusto
Almeno dimmi questo.

Novecento

La sintonia con gli altri compagni è evidente, come anche la gioia di avere per sé una piccola orchestra, che spesso dirige con poetica enfasi. Quando durante l’ultima canzone un ragazzo fa per salire sul palco, frenato d’ala sicurezza, Aimone Romizi fa cenno di lasciarlo passare. I Fask non hanno spazio per differenze e barriere fra band e pubblico. Il centro delle loro canzoni sono i problemi quotidiani e il modo in cui si passa dalla giovane età alla vita adulta.

Del resto, anche loro sono cresciuti, Aimone Romizi dedica ai genitori Stupida canzone, mentre dedica a chiunque abbia bisogno di aiuto per stare meglio Fratello mio, in un mix fra musica ed empatia che funziona benissimo.

Forse non mangi perché vuoi pensare
Forse non pensi che dovrai mangiare
Restano chiusi dentro le tue scarpe
I piedi si muovono tu non fai niente
E non ci fai più caso a dove andare
La macchina ti culla e glielo lasci fare
Alzi la musica finché fa male
Ogni strada che percorri ti allontana dal dolore
Vorrei per te la vita più lieve
Comunque andrà saremo qua insieme.

Fratello mio

Le ultime date dei Fast Animals and Slow Kids

Se si vuole scoprire questo spettacolo dal vivo, sono ancora disponibili biglietti per le date estive. I Fask saranno il 22 luglio a Pavaglione, Lugo (RA) e il 30 luglio a Cividale del Friuli (UD).

Le rimanenti date primaverili di Perugia e Bologna sono invece andate sold out.

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Foto in copertina di Massimiliano Lord Lorenzin

Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. È docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale e critica musicale. Ha pubblicato un saggio su Oscar Wilde e la raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

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