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«Blu(e) notte» di Roberto Vecchioni è uno straordinario tributo a Sandro Penna

Scavando nei recessi dell'anima, la sinergia poetica di Roberto Vecchioni e Sandro Penna in «Blu(e) Notte», si trasforma in un'intima armonia che incanta e intreccia i fili dell'immaginazione e della melodia, trasportando l'ascoltatore in un viaggio emozionale senza tempo

6 minuti di lettura

Cantautorato e letteratura sovente si uniscono. La presenza dei brani, ad esempio, di Fabrizio De André nelle antologie ne è la prova. Roberto Vecchioni ha rappresentato questo legame diverse volte, specie in una poco conosciuta ma comunque poetica canzone dal titolo Blu(e) notte.

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Roberto Vecchioni: il prof cantautore

Roberto Vecchioni è forse uno dei cantautori italiani che più marcatamente ha unito musica e letteratura.

Prima di essere un cantante, infatti, Vecchioni è un professore di latino e greco. Nelle sue canzoni si evincono diverse citazioni letterarie, in particolare nell’album Samarcanda. Uno dei brani, Blu(e) Notte racconta la storia di un incontro con l’autore Sandro Penna, naturalmente immaginario. Un modo per conoscere dal punto di vista di un grande cantautore un poeta fondamentale per la storia del Novecento.

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Sandro Penna e la linea sabiana

Sandro Penna è uno dei tre poeti della “linea antinovecentesca” o “sabiana”, di cui, insieme con Attilio Bertolucci e Giorgio Caproni, è stato il massimo esponente. L’espressione “linea sabiana” è stata coniata da Pier Paolo Pasolini per identificare la tendenza di questi poeti a non aderire all’Ermetismo e a rifiutare il Simbolismo.

Le poesie di Sandro Penna, così come quelle degli altri poeti di questa corrente, sono caratterizzate da un linguaggio semplice e chiaro, per una volontà di esprimere cose oneste e vere. Questa tendenza fu propria anche di Saba: per questo Pasolini parla proprio di “linea sabiana”.

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La tematica omosessuale

Nel caso specifico di Penna, le sue poesie vertono in particolar modo sul tema dell‘omosessualità. Il contributo eccezionale che Sandro Penna diede nel Novecento fu proprio quello di far emergere questa tematica, prima mostrata solamente in modo velato. Un esempio sono i romanzi di Aldo Palazzeschi. Sandro Penna e Pier Paolo Pasolini (che peraltro erano intimi amici) fanno invece dell’omosessualità un tema centrale, come anche Umberto Saba con il suo romanzo Ernesto e velatamente nelle poesie del Canzoniere.

Felice chi è diverso
essendo egli diverso.
Ma guai a chi è diverso
essendo egli comune.

Sandro Penna ha una poesia monotematica, in quanto di fatto si dedica “sempre a fanciulli”, come dice lui stesso in una delle sue più celebri poesie.

Samarcanda

Roberto Vecchioni ha dedicato a Sandro Penna una canzone molto particolare, tratta dall’album che lo ha fatto conoscere al grande pubblico: Samarcanda.

L’album è un manifesto della poetica di Vecchioni, in quanto ha come tema centrale la poesia e la letteratura. Tralasciando la canzone dedicata a Sandro Penna, infatti, la stessa Samarcanda si ispira a una favola orientale presente nell’incipit del romanzo Appuntamento a Samarra di John Henry O’Hara e nelle Storie di Maghrebinia di Gregor von Rezzori, come Vecchioni spiegò a Vincenzo Mollica.

Inoltre, in Canzone per Sergio, dedicata al fratello di Vecchioni, troviamo riferimenti a Bob Dylan, ma anche a Moby Dick di Herman Meville.

Il ladro di cavalli non era lui,
ma fu impiccato per comodità
e l'uomo di profilo non si bastò
partì cercando l'altra sua metà
il capitano Achab non torna più
dal viaggio contro l'impossibile.

Blu(e) notte

E il vecchio con gli occhiali di tartaruga
Mi regalò sei sigarette e mi disse:
"Guarda, ho tante porte indietro,
Tante porte davanti,
Ma è sempre la stessa cosa.
I bar sono tutti uguali"
E il barman si toccò l'orecchio
Come per dirmi "Non ci faccia caso, è pazzo"
E io, io gli avrei preso la testa
E gli avrei fatto mangiare il banco...
E il vecchio capì e mi disse:
"Perché te la prendi tanto?
Uscito di qui, tornerai a casa come tutti;
Non dirmi che non hai anche tu una
Una bella famiglia che ti aspetta e quello che
In fondo vale, e una figlia, e un po'
Di stima per il mondo normale..."

La canzone di Roberto Vecchioni narra di un incontro tra l’autore e Sandro Penna, immaginario quanto poetico. La dedica è ancora più speciale se consideriamo che la canzone è uscita nel 1977, ed a gennaio di quell’anno Sandro Penna perse la vita.

Vecchioni allora immagina di dialogare con lui all’interno di un bar molto particolare, con clienti di ogni tipo. Vecchioni, di fatto, qui più che altro recita e non canta, anche grazie al fatto che cita diversi versi di Penna.

Un aspetto davvero interessante della canzone è che, oltre a rappresentare questo dialogo con Sandro Penna, recita anche alcuni versi del X Agosto di Giovanni Pascoli.

Poesia e cantautorato si uniscono quindi in una canzone poco conosciuta ma molto interessante.

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Silvia Argento

Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne, una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica e una seconda magistrale in Editoria e scrittura con lode. È docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale e critica musicale. Ha pubblicato un saggio su Oscar Wilde e la raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità».

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