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La Lega ha un problema con le donne

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Si fanno le sparate, poi si ritratta, poi ci si scusa, poi si passa alle maniere forti e alla fine la bomba si disinnesca e si torna a parlare di altro. Forse non abbiamo il coraggio di dirlo a voce alta ma dovremmo: la Lega, il partito in crescita che guida gran parte delle scelte sociali, politiche, culturali del nostro paese ha un problema serio con le donne.

«C’è una DJ da violentare»

Solo nell’ultima settimana due dirigenti leghisti hanno fatto parlato di loro a causa di gravi affermazioni violente e sessiste nei confronti del genere femminile. Il primo è Kevin Massocco, consigliere comunale di Bolzano, accusato di aver mandato un audio che recitava più o meno così: «vieni allo Juwel, c’è una DJ figa da violentare. Adesso ti faccio una foto porco …».

In un primo momento il consigliere del Carroccio aveva cercato di difendersi affermando che la voce non era la sua, ma che qualcuno lo aveva imitato. Poi la smentita e, coda tra le gambe, la confessione: «ho sbagliato due volte – afferma – e mi dimetto. Era solo una bravata».

Ne sa qualcosa di bravate, tanto che i guai, per lui, potrebbero solo essere all’inizio: l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini – più volte chiamata da una parte dell’opinione pubblica “la regina delle cause perse” – ha deciso di querelarlo per un post pubblicato sul suo profilo Facebook nell’agosto di due anni fa: il giovane leghista si era scattato una foto con mucche al pascolo e aveva scritto nella descrizione: «Selfie con la Boldrini». Che classe.

Lega donne

Aprire i porti? «Faresti bene ad aprire la gambe»

Più recente lo sfogo online di Massimiliano Galli, consigliere comunale della Lega di Amelia, in provincia di Terni, che su Facebook ha indirizzato un messaggio alla cantante Emma Marrone, dopo che quest’ultima durante un suo concerto aveva urlato: «Apriamo i porti». Alla cantante Galli ha scritto: «Faresti bene ad aprire le tue cosce, facendoti pagare per esempio». La Lega umbra non ci sta: Galli espulso e distanza dalle dichiarazioni. Ci hanno messo un po’ però, il consigliere ed ex assessore aveva già sollevato un polverone con un altro status Facebook nel lontano 2017 che lo aveva costretto a lasciare la giunta: «In Siria – aveva scritto – c’è in atto da più di 12 anni una guerra civile tra musulmerde. La differenza la fa il fatto di essere uno sciita o un sunnita. Secondo il mio pensiero si dovrebbero ammazzare tutti fino all’ultimo individuo siriano».

Lega donne

Lo scontro Boldrini-Salvini

Anche se la Lega prende le distanze dalle affermazioni disarmanti dei due consiglieri, non possiamo che domandarci: la mela è davvero caduta lontano dall’albero? Se la risposta potrebbe anche essere soggettiva, affidata alle riflessioni personali di chi legge e alcuni affermano che non si può valutare un partito politico dalle affermazioni di singole teste calde, forse un esercizio di memoria (per noi italiani che abbiamo qualche problemino con la memoria) ci torna utile.

Il 30 novembre 2018 la Parlamentare Laura Boldrini in un fuori onda negli studi televisivi di Sky chiese a Matteo Salvini, leader del Carroccio e già ministro degli Interni, di rimuovere un post riguardante tre minorenni che manifestavano contro il governo giallo-verde. I commenti alla foto (quest’ultima sicuramente offensiva nei confronti del Ministro e di cattivo gusto), erano diventati lo ‘sfogatoio’ dei sostenitori della Lega che, in perfetto stile “leone da tastiera”, avevano augurato alle giovani le peggiori delle cose, dalla morte allo stupro. Nessuno di quei commenti erano stato rimosso, anzi, gli utenti potevano assistere ad una vera e propria guerra di like.

Lega donne
Salvini sul palco con una bambola gonfiabile paragona all’allora Presidente della Camera Laura Boldrini

Le tensioni tra la Lega e l’ex Presidente della Camera vanno avanti da qualche anno, forse il momento più alto (o basso) dello scontro si è toccato nel 2016 quando lo stesso Salvini ha portato sul palco di Soncino una bambola gonfiabile, poi paragonata alla Boldrini.

Anche se non si può ignorare l’episodio avvenuto a gennaio dello scorso anno, quando i giovani padani a Busto Arsizio bruciarono in piazza un fantoccio raffigurante la Boldrini, nemico pubblico numero uno. L’attuale ministro degli Interni liquidò la faccenda con “è una sciocchezza”.

Chi ha problemi con le donne?

Un po’ tutti forse, in modo più o meno nascosto a turno mettiamo tutti la testa sotto la sabbia per non riconoscere il fatto che nel Bel Paese – e non solo nella politica – c’è un grande problema di genere.

«La violenza è semplice; le alternative alla violenza sono complesse», scrisse lo psicologo austriaco Friedrich Hacker. E quando la violenza, l’offesa, lo sbeffeggiamento parte dal Leader di un movimento è presumibile che i suoi non solo lo ascoltino, ma lo prendano come modello. Per quanto siano gravi le parole dei due consiglieri comunali, la responsabilità di quelle affermazioni è loro solo in parte. Parte della colpa è di coloro che, all’interno del partito, da anni portano avanti una battaglia culturale sottile per denigrare donne con posizioni di potere, in vista, che hanno una voce, un corpo e – dulcis in fundo – un’opinione politica.

Non basta prendere le distanze adesso, o meglio: è giusto, ma non ce ne facciamo granché. Perché se davvero esiste un partito alla guida dell’Italia che ha problemi (o paura) delle donne, in qualche modo, anche se è doloroso o incomprensibile, dobbiamo dircelo, senza giri di parole.

Lo step successivo? A voi la palla. 

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Agnese Zappalà

Classe 1993. Ho studiato musica classica, storia e scienze politiche. Oggi sono giornalista pubblicista a Monza. Vicedirettrice di Frammenti Rivista. Aspirante Nora Ephron.

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