Il Lago Maggiore Express, treno sovraccarico di valigie e aspettative, caracolla tra la pianura e la corona di montagne, a nord. Le alture comunicano vertigine, e da lontano e poi più vicine continuano a lacrimare neve. Il tappeto verde tirato tutto intorno trasuda pioggia ma rilascia salute. Domodossola è terra di confine, in cui gli svizzeri si riversano per bere avidamente del caos italiano. Vestiti da trekking fanno hiking per le vie cittadine, gli occhi carezzati dall’eleganza mediterranea che per prendere un caffè si colora di rossetto.
Da Domodossola si arrampica tra la Val Vigezzo e le Centovalli la Vigezzina-Centovalli, una linea panoramica che viaggia tra orridi e piccoli arroccamenti, tra distese di verde accese di luce. Tocca la quota più alta a Santa Maria Maggiore, nella Valle dei Pittori che ha cresciuto maestranze. Il punto d’arrivo per il giro di boa è Locarno, che dalla Svizzera italiana per la cucina anela all’Italia, ma con prezzi svizzeri. Tra le vie acciottolate del centro si annidano locali e piccoli esercizi di notevole interesse, che rilanciano un’immagine altrimenti compromessa dal turistico lungolago. La riscatta anche il noto festival del cortometraggio, che in agosto accende la vita culturale della cittadina.
Dai paesaggi alpini il Lago Maggiore si allunga a sud verso profili più piatti e superfici più verdi. Baveno e Feriolo sono due tappe tranquille, popolate più di canuti al mattino che di giovani la sera. Stresa è più a sud, crocevia di partenze e arrivi dei traghetti del lago. Luminose e chiassose, durante la’alta stagione le sue vie si tappano di turisti. Come molte località strette tra il lago e le montagne, gli esercizi più belli e le attività più autoctone li concentra in alto, appesi sui versanti delle montagne. Da Stresa partono i traghetti per Santa Caterina del Sasso, che batte bandiera lombarda. Il Santuario che è parte principe della località impatta prepotente sulla vista, composto di due locali vertiginosamente a strapiombo sul Lago Maggiore. Dalla costruzione sacra una stretta scalinata si avvinghia alla montagna e porta all’alto dell’Eremo. Una riserva verde si popola di banchetti e camionette di street food, in particolari occasioni dell’anno.
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Verbania come le Isole Borromee alimenta i flussi turistici grazie alle bellezze botaniche dei giardini di Villa Taranto, che oggi è sede della Prefettura della nuova Provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Il lungolago di Verbania-Pallanza è punteggiato di vivaci baretti e si allunga in una passeggiata che sulla costa e verso l’interno è fregiata di splendide ville. Di fronte alla costa l’Isola Madre, che con la Bella e la Superiore forma il già citato arcipelago delle Isole Borromee. L’Isola Superiore è anche detta Isola dei Pescatori: un fil rouge inscritto nelle trame delle reti appese ai muri di molte case. Piccoli esercizi e qualche alimentare sono accomodati all’interno, e si specchiano sui ristoranti più turistici della costa.
Arona chiude il tour che guarda verso sud, con un lungolago festaiolo e un bel centro acciottolato. Al turista che batte a piedi le belle viuzze si segnalano angolini succosi in cui accompagnare al ristoro un frizzante uso delle parole: l’Osteria degli acrobati ad esempio si diletta tra rifocillamenti e perdite di tempo. Sopra la città capeggia la Rocca, di cui oggi resta uno spazio verde con appoggiate antiche vestigia, che col bel tempo shakera musica, balli, alcol e cibo buono.
Fotografie di Francesca Leali ©