Ciò che definisce l’intrinseca natura di un capolavoro non è la mera precisione tecnica, né la rilevanza storico–sociale dei temi trattati. Un capolavoro può essere definito tale quando l’emozione che esso suscita è eterna e atemporale al tempo stesso. Eterna poiché in ogni tempo e in ogni luogo esso scatenerà lo stesso estasiato stupore, atemporale poiché, in un perfetto attimo di contemplazione, il tempo cessa di esistere, come è svanito all’interno della tela.
È dunque possibile affermare che il maestoso dipinto di Sir Lawrence Alma – Tadema, Le rose di Eliogabalo, è un assoluto capolavoro. Dipinto nel 1888, Le rose di Eliogabalo segna il coronamento della sfavillante carriera artistica del pittore olandese, il quale era talmente appassionato nella sua realizzazione, da aggiungervi gli ultimi dettagli durante la presentazione ufficiale alla Royal Academy di Londra. Affascinato e quasi ossessionato dalla storia antica, Sir Lawrence Alma – Tadema predilige soggetti di natura storica per la maggior parte dei suoi dipinti. Ma con Le rose di Eliogabalo egli dimostra non solo di saper realizzare un ritratto del passato, ma di saperne interpretare e raffigurare le suggestive atmosfere.
Leggi anche:
Alma-Tadema: l’arte rivolta ai fasti del passato
Soggetto di quest’opera è l’imperatore romano, di origini siriane, Eliogabalo. Noto per la sua scelleratezza ed efferata crudeltà, il personaggio di Eliogabalo è presente non solo nelle cronache antiche, ma anche nel celebre romanzo À Rebours di Joris – Karl Huysmans, considerato come la Bibbia del movimento decadente.
Da lettere antiche e moderne Sir Lawrence Alma – Tadema trae la sua ispirazione, scegliendo di raffigurare l’ambiguità che caratterizzò il regno dell’imperatore. Infatti, sebbene dissoluto e inesperto, Eliogabalo fu un grande esteta, cultore della bellezza in ogni sua forma. Per questo era solito organizzare fastose feste, al termine delle quali soleva offrire doni ai suoi invitati, spesso immergendoli in un vero e proprio bagno di petali di rosa. Il dipinto esalta notevolmente la presenza floreale degli odorosi petali, che apparentemente si proclamano come protagonisti della scena. Dagli effluvi afrodisiaci e inebrianti, i rosei petali avvolgono fanciulle e prestanti giovani con il capo cinto di corone floreali. Vesti dai tessuti preziosi e monili avvolgono i morbidi corpi, mentre un cenacolo di divertiti spettatori si gode l’allegria del gioco.
Sullo sfondo, anche l’imperatore osserva compiaciuto il diletto di cui godono i suoi ospiti, senza curarsi dei tumulti religiosi da lui scatenati nell’Impero e che scatenano violenza e dolore proprio al di fuori della sua reggia. Eliogabalo fu infatti un gran sacerdote del dio Sole e avviò una politica religiosa atta alla conversione, anche forzata, del suo popolo. Sir Lawrence Alma – Tadema riesce dunque, con grande maestria, a sviare l’attenzione dello spettatore focalizzando la sua attenzione sullo sfarzo e la meraviglia di un regno in realtà corrotto, colmo di intrighi e crimini.
Le rose di Eliogabalo fa sorgere i petali da ampie tende mosse dal vento, il cui leggiadro cadere viene accompagnato dalle note dell’aulòs, l’antico flauto a due canne. Dal dipinto traspaiono suoni e profumi, l’eco di risate immerse in un mare floreale, una fresca brezza soffia al di fuori della tela e investe l’estasiato osservatore che smarrisce la sua identità in quell’attimo di gioia contemplativa. L’effetto è reso ancora più efficace dalle enormi dimensioni della tavola (213,4 cm x 131,8 cm) e dalla brillantezza dei colori ad olio che ricreano l’effetto dei raggi solari rifulgenti sul gaudio generale. Parte della maestosa collezione privata Pérez Simon, Le rose di Eliogabalo è un’opera maestosa e di sconvolgente bellezza, un edenico ritratto del passato il cui fine è la meraviglia.
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!
Buongiorno Anna Maria, mi chiamo Carlo, sono un vecchio signore e vivo vicino a
Reggio Emilia. Fino a pochi anni fa viaggiavo in continuazione fra Reggio e Milano, Oggi devo curare una brutta frattura e non posso muovermi. Pazienza.
Oltre a curarmi, studio Storia dell’Arte e disegno. Mi ha incuriosito il suo curriculum: non so niente di Keats, a parte il nome: mi può dare qualche elemento per invogliarmi a saperne di più? La ringrazio intanto della sua attenzione!
PS Ho trovato il suo articolo cercando dei commenti su opere di Alma Tadema, che “scoprii” anni fa in una mostra a Roma. Lavori di una bellezza stupefacente, ma non di quelli che infiammano l’anima (come, per esempio Van Gogh, per intenderci)