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Il Museo Archeologico Nazionale di Melfi

Alla scoperta dei musei italiani: nel castello di Melfi, fra bronzi lucani e sarcofagi romani

4 minuti di lettura

Istituito nel 1976, il Museo Archeologico Nazionale di Melfi conserva prevalentemente reperti archeologici provenienti dall’area del Vulture melfese, nel nord della Basilicata.

Le raccolte hanno trovato sede all’interno del Castello normanno-svevo di Melfi che domina con la sua imponente mole l’intero centro abitato.

Castello di Melfi
Castello di Melfi. Fonte: Wikipedia

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Castello di Melfi
Castello di Melfi. Fonte: Wikipedia

Il nucleo più antico della fortezza, a pianta quadrata con torri angolari, è di origine normanna e risale al regno di Ruggero II che nel 1129 fece edificare la parte centrale del maniero oggi occupata dalle sale del museo.

Gli ampliamenti successivi, risalenti alla prima metà del Duecento, furono opera di Federico II che fece di Melfi uno dei cardini del suo regno nell’Italia meridionale come dimostrano le famose Costituzioni di Melfi, un celeberrimo compendio giuridico dell’epoca.

Castello di Melfi
Castello di Melfi, Cappella Doria. Fonte: Wikipedia

I materiali del museo, databili dal VII al III secolo a.C., sono esposti secondo un ordine cronologico ed accompagnati da pannelli esplicativi con riproduzioni fotografiche delle fasi di scavo dei siti da cui provengono i reperti.

Per la maggior parte si tratta di corredi tombali, in alcuni casi di tipo principesco, caratterizzati nella fase arcaica dalla presenza di armi e di oggetti ornamentali e nel periodo classico anche da materiali di importazione greca ed etrusca.

Museo Archeologico Nazionale di Melfi
Museo Archeologico Nazionale di Melfi. Fonte: basilicata.beniculturali.it

Per la fase arcaica (VII-VI secolo a.C.) ricordiamo i corredi funerari di alcune tombe di Lavello e di Ruvo del Monte, con i loro vasi di produzione daunia, il vasellame in bronzo e le armi.

La principale manifestazione dell’antica cultura lucana, tra il VII e il IV secolo a.C., è però costituita dai bronzi lavorati, di cui il museo di Melfi conserva le testimonianze più rilevanti con elmi e corazze, cinturoni, armature intere e parti di carri.

Museo Archeologico Nazionale di Melfi
Museo Archeologico Nazionale di Melfi. Fonte: Tripadvisor

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Museo Archeologico Nazionale di Melfi
Museo Archeologico Nazionale di Melfi, elmo. Fonte: lamoneta.it

Nei corredi del IV secolo a.C. emergono gli esemplari di ceramica magnogreca a figure rosse mentre al III secolo a.C. risalgono una coppia di busti di terracotta rinvenuti in località Gravetta, presso Lavello.

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Museo Archeologico Nazionale di Melfi
Museo Archeologico Nazionale di Melfi. Fonte: e-borghi.com

Il pezzo più famoso del museo è però Il sarcofago di Rapolla, di età romana, datato alla fine del II secolo d.C. e attribuito a scultori originari dell’Asia Minore, l’odierna Turchia.

Rinvenuto in una villa che sorgeva lungo il percorso della Via Appia, il sarcofago in marmo è composto da un coperchio in cui è rappresentata la defunta distesa e da una cassa, coronata da un fregio con tritoni e mostri marini, che riproduce un tempietto sotto i cui archi compaiono statue di divinità e di eroi.

Sarcofago di Rapolla
Sarcofago di Rapolla. Fonte: museomassimopallottino.beniculturali.it

Museo Archeologico Nazionale di Melfi

Info utili:
Castello Federiciano – Melfi (PZ)

e-mail: drm-bas.museomelfi@beniculturali.it
tel. +39 0972 238 726

Sito Web

Orari:
Da Martedì a Domenica (9:00 – 20:00)
Lunedì (14:00 – 20:00)

Tariffe:
2,50 € (intero)

2 € (ridotto) età compresa fra 18 e 25 anni

Gratuito: minori di 18 anni

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Gianpaolo Palumbo

Classe 1990, laureato in Scienze Politiche. Appassionato di storia, arte e cinema. "Per avere una narrazione è sufficiente che ci sia un narratore, una storia e qualcuno a cui raccontarla" (Andrea Bernardelli, "La narrazione", 1999).

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