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Renzi dà lezioni di cultura a Tokyo:
il discorso alla facoltà di Belle Arti

6 minuti di lettura

TOKYO- Matteo Renzi in visita ufficiale in Giappone in questi giorni ha fatto tappa anche all’Università delle Belle Arti di Tokyo dove ha messo in evidenza il legame che da sempre lega Italia e Giappone in fatto di cultura e influenze artistiche. Del resto dobbiamo ricordarlo i turisti giapponesi sono tra i più assidui frequentatori delle città e delle coste del Belpaese, specie in questi mesi estivi dove li possiamo trovare un po’ ovunque con le loro macchine fotografiche supertecnologiche e quell’aria stupefatta e estasiata di fronte a tanta bellezza e arte che forse dovremmo recuperare anche noi turisti autoctoni. Quindi, teniamoceli buoni.

Così il premier ha dato il meglio di sé nel discorso preparato per gli studenti dell’ateneo facendo sfoggio di inaspettate conoscenze di storia dell’arte e, come spesso accade nei suoi comizi, facendo leva sul sentimentalismo e sulle emozioni per evidenziare l’importanza del progresso artistico in un’ottica che vede la cultura anche come superamento del passato, sempre in linea quindi con il suo topos retorico della “rottamazione” più o meno profondamente declinata:  «Bisogna avere il coraggio di dire che la cultura non è solo il passato. Sono stato sindaco di Firenze. Vi garantisco che alzarsi e andare a lavorare ogni giorno nei luoghi in cui avevano camminato Leonardo e Michelangelo e che era stata la sede di lavoro di Machiavelli era impressionante. Mi sembrava impossibile pensare che quel passato potesse essere migliorato».

Renzi non dimentica nemmeno in questa occasione l’importanza delle citazioni dei maestri supportate da esempi concreti e seguite da sentenze gnomiche romantiche e dice: «Però voglio richiamare le parole di Leonardo: ‘Tristo è quel discepol che non sorpassa il suo maestro’. Questo è ciò che avvenne con Cimabue e Giotto. E’ la spinta del cuore dell’artista quella che muove a cercare di fare meglio di colui che ti ha insegnato». Poi specifica meglio e aggiunge che mentre in politica è molto facile far meglio di chi ci ha preceduto e far tesoro degli errori del passato, nella cultura cercare di essere meglio dei grandi è un’impresa quasi eroica. Il che significa che gli obiettivi per la cultura devono essere due, difendere il patrimonio già esistente e spingere perché si verifichino quelle condizioni, anche economiche, che permettano all’arte di fiorire continuamente. Due mantra che a detta delle notizie che quotidianamente leggiamo sui giornali o di ciò che vediamo con i nostri occhi, nel Belpaese non sembrano godere proprio di grande interesse. Ma a tal proposito Matteo Renzi riporta ai Giapponesi l’esito dell’ incontro tenutosi nell’ambito di una iniziativa di Expo tre giorni fa, in cui i ministri della Cultura di cento Paesi del mondo si sono riuniti per lanciare la proposta di una sorta di caschi blu per la difesa del patrimonio culturale mondiale.

Nel suo discorso non può mancare poi il riferimento al web e soprattutto al terrorismo, che è un argomento che tocca la pancia, e la pancia giapponese funziona come quella italiana fino a prova contraria, e Renzi lo sa bene: «Mi è capitato di mettere su Facebook una immagine ricevuta da un collega del Medioriente. Nella immagine si vede Palmira nel 2010. Ci sono venti ballerine di danza classica. Sotto si vede Palmira cinque anni dopo. Ci sono venti ragazzi di tredici, quattordici anni, che uccidono dei prigionieri con un colpo di pistola. Possiamo restare insensibili di fronte a questo? Voi che studiate le Belle Arti, che apprezzate la cultura, la letteratura, pensate che sia possibile fare finta di niente?»

Renzi si è soffermato infine sull’importanza che deve avere il sistema economico nel sostegno dell’arte e della cultura, ricordando che «nella Firenze del Medioevo e del Rinascimento la grande bellezza che si realizzò in campo letterario e artistico fu possibile anche grazie alle condizioni economiche. Per l’arte servono finanza, economia, mecenatismo e investimento sul futuro. Sono la finanza e l’economia che consentono alla cultura di svilupparsi, che consentono ai giovani di studiare con le borse di studio e, studiando, di dare vita a opere immortali come la Divina Commedia».  

Nella speranza che tutto questo ragionamento sull’importanza che riveste la cultura nelle radici e nello sviluppo di un Paese e sull’importanza fondamentale di investire sul nostro patrimonio culturale preservandolo e incentivandone la crescita  non fosse solo un discorso di circostanza per i turisti e gli artisti giapponesi, nella speranza che queste parole il premier le riporti e le coniughi con fatti anche nel BelPaese, nella speranza che si cominci a capire che la cultura parte dall’istruzione e dall’educazione alla cultura e che su questo conviene investire, specie in un Paese come l’Italia, ci auguriamo che davvero venga attuato un progetto ulteriore a quelli già attivi di collaborazione internazionale per la difesa e lo sviluppo dei beni di interesse culturale come è stato proposto a Milano.

renzi-tokyo-afp-telefoto-k4YB--672x351@IlSole24Ore-Web

 

 

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Alessia Carsana

Sono nata ad agosto nel 1992. Vivo tra le montagne in provincia di Lecco, ma scappo spesso in città. Ho studiato Lettere Moderne all'Università Statale di Milano e mi incuriosisce la Linguistica. Cerco di scrivere, di leggere e di vedere quante più cose possibili. Cerco storie. Amo i racconti, la scultura, la poesia, la fotografia. Mi piacciono i dettagli, le simmetrie, i momenti di passaggio.

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